Se va fino in fondo, saranno molti i no global “de sinistra” che saranno costretti a porsi domande inedite. Il Ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio (Lega), ha infatti annunciato l’intenzione del Governo di chiedere al Parlamento di non ratificare il trattato CETA e gli altri accordi simili, come veniva indicato nel contratto di governo. “La decisione di non ratificare il trattato di libero scambio con il Canada (CETA) è una scelta giusta di fronte ad un accordo sbagliato e pericoloso per l’Italia contro il quale si è sollevata una vera rivolta popolare che ci ha visti protagonisti su tutto il territorio nazionale dove hanno già espresso contrarietà 15 regioni, 18 province 2500 comuni e 90 Consorzi di tutela delle produzioni a denominazioni di origine” afferma raggiante il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. Nel Parlamento uscito dalle urne il 4 marzo c’è peraltro una ampia maggioranza assoluta trasversale contraria al trattato e in qualche modo condizionata dalla mobilitazione NO CETA che ha visto insieme una inedita alleanza tra diverse organizzazioni come Coldiretti, Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food International, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch, ma anche partiti politici come il Prc, la Lega e il M5S.
L’accordo sul Ceta è entrato in vigore in via provvisoria il 21 settembre 2017 in attesa di essere ratificato da tutti i Parlamenti degli Stati membri dell’Ue, ma al momento, per le forti opposizioni, per la ratifica del trattato si sono espressi solo 11 Paesi su 28 ossia Danimarca, Lettonia, Estonia, Lituania, Malta, Spagna, Portogallo, Croazia, Repubblica Ceca, Austria e Finlandia. Per l’Italia l’opposizione si fonda soprattutto dal fatto che con il CETA, l’Unione Europea legittima in un trattato internazionale il “pirataggio” alimentare a danno dei prodotti Made in Italy più prestigiosi, accordando esplicitamente il via libera alle imitazioni.
Si conferma così come questa “triade” di governo (euristi-leghisti-pentastellati) su alcuni temi agirà in modo diverso da quello dei governi precedenti (il Pd avrebbe ratificato il Ceta ancora prima che venisse proposto). Dentro il governo esistono e agiscono forze e interessi diversificati tra loro. Abbiamo scritto solo pochi giorni fa che “non vedere questa compresenza, e i diversi profili, porta ad immaginare una opposizione sociale e politica “come prima”, indifferenziata. Come se fossero tutti uguali e rappresentanti degli stessi interessi. Ma chi non riesce a vedere queste contraddizioni nel nuovo governo non può neanche combatterlo efficacemente”.
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