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23/07/2019

Un incendio sull’Alta Velocità taglia in due il paese. La “colpa”? È degli anarchici

Ieri si sono verificati ritardi medi di 180 minuti su tutto il sistema ferroviario ad Alta Velocità per i danni provocati da un incendio, che dai primi accertamenti risulterebbe doloso, nei pressi della stazione di Rovezzano, sulla linea Roma – Firenze.

La circolazione ferroviaria è stata completamente sospesa dalle 5 alle 8 di ieri mattina per accertamenti da parte dell’Autorità giudiziaria. Concluse le prime indagini ispettive, il traffico è ripreso con forti rallentamenti.

La società RFI che gestisce la rete ferroviaria sporgerà denuncia contro ignoti, ma intanto – come in un romanzo dell’Ottocento – si è già scatenata la caccia agli anarchici.

Il primo a farsene campione questa volta non è stato Salvini ma l’altro vice premier Di Maio, con un post più allucinato che allucinante. Mentre Salvini – che era già previsto oggi a Firenze e si è affrettato a dire che “mi precipiterò a Rovazzano” per vendere ancora una volta l’immagine di un superministro – Di Maio sulla questione ciancia più ampiamente: “C’è la possibilità che quell’incendio doloso alla cabina di Rovezzano, periferia di Firenze, che gestisce i segnali del traffico ferroviario in snodi nazionali di fondamentale interesse, sia stato un sabotaggio e c’è chi parla di pista anarchica. Se le ipotesi saranno confermate saremmo davanti a un vero e proprio attentato allo Stato. Un atto a tutti gli effetti sovversivo, che oggi sta danneggiando migliaia di persone e lavoratori” scrive su Facebook il capo politico del M5s e vice premier, Luigi Di Maio. “Se la pista anarchica sarà confermata, il punto è che c’è una banda di criminali fermi agli anni ’70 che, indipendentemente dalle idee e delle convinzioni di ognuno, mina gli interessi del Paese. Basta leggere già alcuni commenti su diverse pagine in rete, in cui si elogia un ‘gesto di amore e rabbia’. Contro queste persone chiedo ai ministri competenti di rispondere con tutta la forza dello Stato”, conclude Di Maio.

Ma quale sarebbe la fondatezza di questa valutazione? Una scritta comparsa sui muri di Firenze “La carta è solo carta, la carta brucerà”, un commento apparso sul blog “Finimondo.org” ritenuto vicino all’area anarchica e la concomitanza con il giorno della sentenza di un processo politico a 28 attivisti fiorentini tra cui alcuni militanti anarchici. Le agenzie riferiscono di episodi passati mai chiariti né rivendicati da qualcuno, come il 21 dicembre 2014 quando i tecnici delle ferrovie, che erano riusciti a spegnere l’incendio di un pozzetto elettrico nei pressi della galleria di San Donato, trovarono dalla parte opposta del tunnel, vicino a Rovezzano, una bottiglia inesplosa con liquido infiammabile, fiammiferi e diavolina attaccati.

Il 2 dicembre dello stesso anno, una tanica di benzina venne trovata su una gru impegnata nei lavori dell’alta velocità nella vicina stazione di Campo di Marte. Ma entrambi gli episodi non vennero mai rivendicati. Insomma è veramente tanto poco per dare fiato alle trombe ma, come è noto, con molto meno misero in piedi la falsa pista anarchica per la Strage di Stato di Piazza Fontana. Nessuna riflessione seria invece sull’altissimo livello di vulnerabilità delle infrastrutture strategiche del paese. Un incendio, doloso o meno che sia, ha mandato in tilt l’intero sistema ferroviario tra Nord e Sud. Ma se vogliamo tornare indietro di sedici anni, forse troppo pochi ricordano il black out in quasi tutta Italia nel settembre 2003 quando è bastato un albero caduto su una linea elettrica in Svizzera per ridurre al buio per ore e ore l’intero paese. È troppo “costoso” pensare e realizzare sistemi di emergenza e soluzioni alternative in casi come questi?

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