Sono passati quattro mesi dallo scoppio della guerra in Ucraina e mentre sul campo i russi hanno conquistato anche Lysichansk liberando tutto il Lugansk, nell’establishment statunitense cominciano a serpeggiare dubbi sulle possibilità del governo di Kiev di vincere il conflitto o di uscirne non indebolito.
A renderli pubblici è un’analisi pubblicata sul Washington Post, che evidenzia la “spaccatura fra analisti e legislatori americani: alcuni si chiedono se le autorità Usa non abbiano usato termini eccessivamente rosei, altri affermano che il governo di Kiev può vincere con maggiore sostegno da parte occidentale”.
I dubbi sono sulle analisi fatte da Pentagono e Casa Bianca della situazione sul terreno, in termini forse troppo “ottimistici” rispetto agli effettivi successi del governo ucraino rispetto all’intervento militare russo.
Nell’articolo del Washington Post viene ricordato che al vertice Nato di Madrid, il presidente Joe Biden si è impegnato a sostenere la causa ucraina “fino a quando sarà necessario”, aggiungendo che pur non sapendo come finirà, bisogna che non ci sia una “sconfitta dell’Ucraina in Ucraina”.
Dopo l’iniziale ritiro dei russi dalla capitale e il ridimensionamento dei suoi obiettivi, ora i russi “hanno gradualmente conquistato il territorio a est, compresa la città strategica di Severodonetsk” e, in queste ore, anche quella della città gemella Lysychansk.
Le informazioni diffuse dal Washington Post “sminuiscono i progressi definendoli discontinui e incrementali e sottolineano il numero significativo di vittime militari russe che ne sono derivate”. Ma, prosegue l’analisi del WP, “anche gli ucraini hanno subito pesanti perdite. Stime indipendenti indicano che ciascuna parte ha avuto decine di migliaia di soldati uccisi e feriti”.
“Il Pentagono non ha voluto discutere pubblicamente le sue valutazioni su morti e feriti”, prosegue l’articolo. Il quotidiano statunitense cita la guerra in Afghanistan, quando “i funzionari statunitensi sorvolavano abitualmente sulle disfunzioni e sulla corruzione diffuse, evitando di chiedersi se i successi sul campo di battaglia fossero non solo raggiungibili ma anche sostenibili”. Il richiamo è agli Afghan Papers in cui i funzionari delle varie amministrazioni statunitensi coinvolte avevano occultato o minimizzato tutte le informazioni negative sull’operazione militare in Afghanistan.
In Ucraina la situazione è diversa, perché non ci sono soldati Usa sul campo di battaglia – anche se “ex militari” Usa sono stati uccisi o catturati sul terreno – e “l’amministrazione Biden ha stanziato più di 6,9 miliardi di dollari in armi e altri aiuti per l’Ucraina dall’invasione russa del 24 febbraio”. Anche se “ciò che l’amministrazione Biden dice sulla guerra in Ucraina sembra essere accurato”, secondo l’analisi del Wasington Post “il Pentagono a volte nasconde informazioni che potrebbero essere poco lusinghiere per i partner ucraini o evidenziare le limitazioni del sostegno statunitense”.
La preoccupazione principale del Pentagono nel discutere delle forze armate ucraine è quella di bilanciare ciò che può essere detto a livello non classificato e quella di non fornire una “valutazione non intenzionale” che Putin possa usare a suo vantaggio, ha detto il portavoce del Pentagono Todd Breasseale.
Alcuni osservatori approfittano di tali informazioni per sottolineare l’esigenza di aumentare intensità e velocità del sostegno per “aiutare l’Ucraina ad avere successo al più presto”, ha detto Kori Schake, direttore degli studi di politica estera e di difesa presso il conservatore American Enterprise Institute. Questa è la tesi dei politici ucraini, che considerano “non abbastanza veloce il flusso di armi dagli Usa”.
Secondo Benjamin Friedman, direttore di Defense Priorities, l’obiettivo dichiarato dall’Ucraina di respingere le forze russe sembra “sempre più irrealistico” e “l’amministrazione Biden deve fare di più per spingere l’Ucraina a negoziare con la Russia e cercare una soluzione politica”.
Il senatore repubblicano Michael Waltz ammette che gli Stati Uniti sono bravi a vedere dove sono le prime linee di guerra e a valutare dove si trovano carri armati, navi e aerei sul campo di battaglia. È più difficile, ha detto Walt, “valutare l’accuratezza di ciò che il Ministero della Difesa ucraino dice al Pentagono, quanto bene vengono utilizzate le armi fornite dagli Stati Uniti, quanto velocemente vengono lanciate le munizioni e se alcune spariscono sul mercato nero a causa della corruzione”.
A confermare i peggiori dubbi nell’establishment statunitense, ci sono poi le notizie che giungono dal fronte dove dopo aver costretto al ritiro le truppe ucraine da Lysychansk, le forze armate russe e repubblicane hanno oltrepassato il fiume Siverskyi Donets in direzione di Kramatorsk. A riferirlo questa mattina è lo stesso Stato maggiore ucraino sulla propria pagina Facebook “In direzione di Slovyansk, le unità nemiche stanno cercando di stabilire il controllo sugli insediamenti di Bogorodichne, Mazanivka e Dolyna con azioni d’assalto. I combattimenti continuano”. Verso Donetsk, gli sforzi principali delle truppe russe si concentrano sulla linea Siversk-Fedorivka-Bakhmut, dove sono schierate le forze di difesa ucraine.
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