Era il discorso più atteso della settimana, quello di Hassan Nasrallah, segretario generale del movimento sciita libanese Hezbollah.
Il timore dichiarato era che si potesse trattare della “dichiarazione di guerra” per interposta persona da parte dell’Iran. Ma è stato evidente che questo tipo di sovrapposizione tra soggetti diversi tipica della “comunicazione” occidentale, non risponde affatto alla dinamica reale.
Ad esempio, Nasrallah ha ricordato che l’attacco portato da Hamas il 7 ottobre è stato “una decisione al 100%” presa in autonomia, senza alcun “piano internazionale”. Ma al tempo stesso "coraggiosa, grande, molto molto importante".
La guerra contro Israele “è la più giusta. La battaglia di Hamas è legittima. Dall’8 ottobre la resistenza in Libano è coinvolta in una vera battaglia, diversa da tutte quelle del passato“. E dunque, rivolto ai suoi seguaci, “non troverete un’altra guerra migliore per lottare per il Paese, dobbiamo sacrificare tutto. Siamo pronti al sacrificio, a dare tutto”.
Per stare invece con i piedi per terra, nell’interpretazione, abbiamo scelto di darvi la lettura fatta da Pagine Esteri, testata specializzata in Medio Oriente e, soprattutto, davvero indipendente.
Il timore dichiarato era che si potesse trattare della “dichiarazione di guerra” per interposta persona da parte dell’Iran. Ma è stato evidente che questo tipo di sovrapposizione tra soggetti diversi tipica della “comunicazione” occidentale, non risponde affatto alla dinamica reale.
Ad esempio, Nasrallah ha ricordato che l’attacco portato da Hamas il 7 ottobre è stato “una decisione al 100%” presa in autonomia, senza alcun “piano internazionale”. Ma al tempo stesso "coraggiosa, grande, molto molto importante".
La guerra contro Israele “è la più giusta. La battaglia di Hamas è legittima. Dall’8 ottobre la resistenza in Libano è coinvolta in una vera battaglia, diversa da tutte quelle del passato“. E dunque, rivolto ai suoi seguaci, “non troverete un’altra guerra migliore per lottare per il Paese, dobbiamo sacrificare tutto. Siamo pronti al sacrificio, a dare tutto”.
Per stare invece con i piedi per terra, nell’interpretazione, abbiamo scelto di darvi la lettura fatta da Pagine Esteri, testata specializzata in Medio Oriente e, soprattutto, davvero indipendente.
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È durato quasi un’ora e mezza. Centinaia di persone hanno ascoltato le sue parole attraverso i maxischermi posizionati nelle piazze libanesi e non solo. In migliaia hanno seguito le dirette con traduzioni in varie lingue.
C’era il timore che annunciasse oggi l’entrata in guerra ufficiale del suo movimento, portando il conflitto tra Israele e Gaza a un più ampio livello regionale. In realtà, oltre ad alcuni aggressivi proclami, si è dimostrato molto cauto, escludendo innanzitutto, il coinvolgimento dei suoi uomini e dell’Iran nell’operazione militare di Hamas del 7 ottobre.
Ha dichiarato che nella regione tutti, soprattutto Libano, Egitto, Siria e Giordania, hanno vissuto le conseguenze della presenza israeliana e ha chiesto agli Stati arabi di bloccare la vendita del petrolio a Israele.
Ha definito quella di oggi una “nuova fase storica del conflitto” durante il quale l’ONU, l’Unione Europea, le agenzie internazionali, “sono rimasti ciechi e non hanno visto l’oppressione, gli arresti, l’umiliazione del popolo palestinese”.
Nasrallah ha più volte sottolineato che considera gli Stati Uniti d’America “totalmente responsabili della morte delle persone innocenti a Gaza. Così come sono stati responsabili per Hiroshima, Vietnam, Iraq, Afghanistan. Gli USA devono pagare il prezzo per le uccisioni compiute da Israele a Gaza”.
Il supporto USA a Israele proverebbe, secondo il segretario generale di Hezbollah, la debolezza dello Stato ebraico, che sarebbe totalmente dipendente dagli Stati Uniti.
“L’escalation sul fronte libanese è una possibilità realistica. Dobbiamo essere pronti per ogni scenario, perché ogni scenario è aperto: la possibilità di una guerra totale è concreta. Chi vuole fermare l’allargamento del conflitto deve fermare rapidamente l’aggressione a Gaza. Se Israele lancerà un attacco preventivo al Libano se ne pentirà”.
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