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10/04/2024

Molinari sotto accusa. Stavolta non dagli studenti, ma dai suoi giornalisti

Il testa a testa questa volta non è tra gli studenti solidali con la Palestina e il direttore de La Repubblica Molinari noto per le sue simpatie filo-israeliane. La notizia semmai è ancora più clamorosa e significativa e ci restituisce la molta ipocrisia di quando si invoca la “libertà di parola” ma solo per i potenti e i loro portavoce.

Questa volta Molinari deve vedersela con il comitato di redazione del suo giornale – anzi del giornale di proprietà della rissosa famiglia Agnelli-Elkann – che non ha gradito l’intervento del direttore per bloccare un articolo, non lusinghiero sulle relazioni economiche tra Italia e Francia, che metteva in imbarazzo la famiglia proprietaria del giornale e indirettamente i suoi rapporti “asimmetrici” dentro Stellantis.

Ma oltre a bloccare e sostituire un articolo, è arrivato l’ordine di buttare al macero le copie già stampate e pronte per essere distribuite lunedì mattina.

“L’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica ha approvato a larga maggioranza (164 sì, 55 no, 35 astenuti) una mozione di sfiducia al direttore Maurizio Molinari e proclamato per 24 ore uno sciopero delle firme. Uno sciopero proclamato dal Comitato di redazione per denunciare la gravità dei fatti che hanno portato alla censura del servizio di apertura di Affari&Finanza nel numero dell’8 aprile”, è quanto si legge nella nota del Cdr di Repubblica emessa l’8 aprile.

Il comunicato prosegue affermando che: “Il direttore ha la potestà di decidere che cosa venga pubblicato o meno sul giornale che dirige, ma non di intervenire a conclusione di un lavoro di ricerca, di verifica dei fatti e di confronto con le fonti da parte di un collega, soprattutto se concordato con la redazione.
In questo modo viene lesa l’autonomia di ogni singolo giornalista di Repubblica e ciò costituisce un precedente che mette in discussione, per il futuro, il valore del nostro lavoro. Il Cdr considera altrettanto grave che l’intervento abbia portato a bloccare la stampa del giornale, in particolare perché la direzione aveva già dato il via libera alla pubblicazione. È indice di una mancata organizzazione che espone ad arbitrarietà incontrollata il lavoro di tutti”
.

Il Comitato di redazione di Repubblica è insorto perché il numero dell’inserto economico settimanale Affari&Finanza, già pronto per la distribuzione nelle edicole l’8 aprile, è stato ritirato all’ultimo momento dalla direzione, inviato al macero, e sostituito da una nuova versione.

Il motivo? L’articolo in prima pagina dedicato agli intrecci economici tra Italia e Francia. E soprattutto sul ruolo negativo di Stellantis, ex Fiat,in cui è presidente John Elkann, ossia la famiglia Agnelli (casualmente proprietaria anche di Repubblica).

L’articolo, in questione già firmato da un giornalista di fama come Giovanni Pons, è stato pesantemente corretto e sostituito da un articolo sullo stesso argomento, ma con contenuti diversi, firmato dal vicedirettore di Repubblica, Walter Gabbiati.

La versione originale dell’articolo parlava esplicitamente del fatto che l’Italia e le aziende italiane sono state trattate negli ultimi vent’anni come “terra di conquista” da governi e imprenditori francesi. Il caso della Stellantis, che si è presa la FCA/Fiat, è solo uno dei più clamorosi.

Nell’articolo originale ad esempio era scritto che “I casi Stm, Tim e la fuga di ArcelorMittal dall’Ilva riaccendono le polemiche sul rapporto sbilanciato tra Italia e Francia”. Dopo l’intervento della direzione è stato invece riscritto così: “I casi Stm, Tim e la fuga di Arcelor dall’Ilva riaccendono le polemiche. Funzionano quando è il business a guidare”.

Inoltre risulta tagliato anche il capoverso in cui veniva affrontato il tema di come aggiustare il rapporto di forza sbilanciato della Francia sulle aziende italiane.

E Molinari ha pensato bene di non disturbare i sonni del proprio padrone.

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