Il groviglio con filo spinato fatto di debito e euro barcollante, di
feroce aggressione dei mercanti di danaro e derivati che propagano la
loro dittatura, assieme al cumulo di lacrime e sangue imposto ai popoli
da governi imbelli o complici, rischia di strangolare qualunque altra
dimensione del vivere civile e sociale. Per esempio l'ambiente,
il rapporto uomo natura. Con quella cosa da niente che si chiama
cambiamento climatico e/o riscaldamento globale, di cui si discuteva a
Durban, con poco successo di pubblico e di critica, in verità. E
dire che qualcuno parla addirittura di possibile "olocausto climatico".
Ora non è certo che il mutamento del clima sia globale e permanente,
però indizi pesanti di cambiamento si vedono e toccano con mano. Non nel
deserto del Sahel, ma nella ben più vicina Romagna, nonché nelle Marche
e in Toscana, attanagliate dalla siccità. Ecco un titolo comparso sulla
stampa locale il 27 novembre: Siccità in Romagna. Ecco l'ordinanza, da domani acqua razionata, multe salatissime per chi non la rispetta.
Il bacino della diga di Ridracoli è quasi a secco, e rischia di
rimanere completamente senz'acqua. L'ordinanza riguarda le province di
Ravenna, Forlì - Cesena e Rimini. In seguito all'avviso diramato dalla
Protezione civile regionale, le autorità locali hanno imposto a tutti
gli utenti di limitare il consumo dell'acqua delle rete idrica agli
stretti bisogni igienico-sanitari e domestici. Fino al 31 maggio dalle 8
alle 21 di tutti i giorni è vietato il lavaggio di cortili, piazzali,
veicoli, innaffiamento giardini, orti e prati. Senza limite di orario,
quindi per tutte le 24 ore, non si potranno riempire piscine, fontane
ornamentali, vasche da giardino e il funzionamento di fontanelle a getto
continuo (il funzionamento di fontane pubbliche o private è consentito
solo se dotate di apparecchiature per il ricircolo dell'acqua). E'
escluso dalle limitazioni il consumo di acqua oggetto di contratti di
somministrazione per attività imprenditoriali. Per i trasgressori le
sanzioni andranno da 25 a 500 euro. E' vero che la situazione di
emergenza dipende da questo autunno straordinariamente caldo e sereno,
senza piogge consistenti. Talmente caldo e sereno che la stagione
turistica estiva sulla costa, da Rimini e Riccione fino a Milano
Marittima e Porto Garibaldi, praticamente non è ancora finita, con un
consumo d'acqua in queste zone del tutto anomalo e imprevisto. Però è
anche vero che da tempo in Emilia Romagna (E-R) erano evidenti, e
segnalati, problemi di approvvigionamento idrico, in particolare per le
acque di falda con fenomeni di subsidenza diffusi, mentre cresce giorno
dopo giorno la pressione sulle risorse superficiali. Insomma il sistema
del consumo si sviluppa in modo eccessivo, non sostenibile, rispetto
alle risorse attuali. E con la mancanza di precipitazioni atmosferiche
di questo ultimo periodo, i nodi sono arrivati al pettine, ovvero la
siccità si presenta non come fenomeno eccezionale una tantum, ma come
componente tendenzialmente strutturale, organica al territorio, così
come oggi si configura, e alle sue attività. Se si osserva la mappa
delle portate idriche dei fiumi in E - R, disegnata dall' ARPA (Agenzia
Regionale per l'Ambiente), si vede come quasi dappertutto siano segnate
in rosso, cioè sotto il livello di guardia, la portata media calcolata
sulle serie storiche. Ma non è un fenomeno che affligge solo le regioni
del centro Italia. La siccità sta installandosi anche in Francia. Il
bilancio idrogeologico del 2011 è deficitario del 10% in media, con dei
picchi oltre il 25% in alcune regioni come la Charente, o la Dordogna.
Il 2011 è al momento uno dei dieci anni più secchi degli ultimi
cinquanta, e settantotto dipartimenti, le nostre province, sono stati
obbligati a prendere delle misure di restrizione del consumo d'acqua.
Nel contempo se si va oggi in giro per le campagne attorno a Bologna, si
incontrano fenomeni del tutto fuori stagione quali la fioritura dei
fichi fioroni, in Dicembre!, e le gemme che buttano le viti, eventi al
solito primaverili.
Ma torniamo al riscaldamento globale.
Qualcuno ha valutato cosa accadrebbe se ci fosse un aumento della
temperatura di 2 (due) gradi Celsius. Sarebbe un "disastro" racconta
James Hansen in una conferenza tenuta il 7 Dicembre al congresso de
l'American Geophysical Union (AGU)- San Francisco. Il serissimo
direttore del Goddard Institute per gli Studi Spaziali (GISS),
principale laboratorio sul clima della NASA, uomo del tutto alieno da
utopie ecologiste, ha presentato una ricostruzione dell'evoluzione della
temperatura nel corso degli ultimi 5 (cinque) milioni di anni,
sostenendo che oggi la temperatura media sul pianeta è ormai prossima a
quella di due periodi, il primo circa 400.000 (quattrocentomila) anni
fa, il secondo 130.000 (centotrentamila), quando " noi sappiamo che il
livello dei mari era tra i 4 (quattro) e 6 (sei) metri più alto di
quello attuale." Ovvero Rimini ma anche Deauville o New York, per non
dire di Venezia, finirebbero sott'acqua, e la pianura padana ormai
desertica pure. " Se il tasso di CO2 nell'atmosfera dovesse raddoppiare,
la temperatura aumenterebbe di circa 3 (tre) gradi Celsius, e questo
farebbe sì che la criosfera, ovvero l'attuale sistema di ghiacci marini e
di ghiacciai continentali si scioglierebbe(..)" L'aumento della
temperatura non produce una rapida crescita del livello degli oceani, ma
piuttosto il sistema va lentamente a un nuovo stato di equilibrio, con
un aumento dei livelli delle acque tra 1 (uno) e 2,5 (due virgola
cinque) metri in un secolo. Per conservare un clima come quello che
permise lo sviluppo della civiltà umana quale noi la conosciamo, Hansen
calcola che "sia necessario mantenere la concentrazione di CO2
atmosferica sotto le 350 ( trecentocinquanta) parti su un milione
(ppm)." Concentrazione che era nel XIX secolo di 270 (duecentosettanta)
ppm, e oggi si stima sia di 390 (trecentonovanta) ppm. Insomma siamo al
limite di soglia, oltre il disastro s'avvicina, micidiale. Inoltre nei
suoi lavori con Makiko Sato (GISS), Hansen calcola che l'aumento di 1
(un) grado oggi ci porterebbe al periodo più caldo del pianeta negli
ultimi 3 (tre) milioni di anni.
Ma ai rappresentanti delle nazioni riuniti a Durban le
rigorose cifre di Hansen sembrano non aver fatto, è proprio il caso di
dirlo, né caldo né freddo, tantomeno le osservazioni empiriche
dei contadini emiliani che vedono fiorire le gemme in Dicembre, mentre
fiumi e canali si seccano e di pioggia non si vede traccia. Tanto può l'
avidità in nome del mercato, dell'accumulazione di denaro e della
produzione sconsiderata - cioè figlia solo del valore di scambio e quasi
senza attenzione alcuna al valore d'uso - di merci. Come le cellule
cancerogene che si moltiplicano a dismisura fino a uccidere il corpo che
fornisce loro nutrimento e sangue, morendo con lui. Senza eccessivo
pessimismo, tutto lascia intendere che il tempo stia esaurendosi per
assumere rimedi efficaci. Se i popoli rimarranno inerti, la crisi
climatica moltiplicherà la crisi economica, con una democrazia sempre
più flebile e stentata, su un pianeta sempre più inabitabile e
inospitale. E' ormai il momento di un nuovo contratto di equità tra gli
esseri umani, e tra essi e la natura. Non sarà facile, ma è
necessario.
Fonte.
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