Sono in Giordania a una riunione sulla corruzione. Qui già questa estate
si respirava un'aria abbastanza tesa nei confronti dell'Europa e adesso
la situazione è anche peggiorata, si ha l'impressione che gli europei non abbiano la situazione sotto controllo e che un po' arranchino nella risoluzione di un problema che non è solamente dell'area dell'Euro ma è un problema mondiale. In particolare, qui tutti temono che un'implosione dell'Euro potrebbe avere delle ripercussioni tremende su tutta quanta l'area, dal momento che, bene o male, tutti sono legati all'economia principale che chiaramente è l'economia dell'Euro.
Lo stesso vale anche per l'Estremo Oriente, anche i cinesi sono preoccupatissimi
e vorrebbero trovare una soluzione, che tuttavia non è certamente
legata a un ulteriore indebitamento o a un cambiamento della
composizione del debito come volevano fare il Governo Berlusconi e anche in un certo senso Sarkozy, quando hanno chiesto ai cinesi di acquistare una parte del debito.
La soluzione deve essere di lungo periodo e si parla molto, non solamente qui, ma anche nell'Estremo Oriente, di una riforma monetaria, per la Costituzione di un nuovo sistema monetario, perché chiaramente quello attuale non funziona.
Cameron, intanto, chiude la porta in faccia all'Europa...
Cameron
l'ha fatto perché se lo può permettere, quel tipo di integrazione
fiscale comportava una serie di comportamenti cui l'Inghilterra non
vuole aderire, perché è un Paese dove la finanza ha un'importanza
preponderante.
Però non credo che la decisione sia solamente dettata dal fatto che
Cameron non vuole introdurre una tassazione sulle transazioni fiscali;
tra l'altro, secondo me ha ragione perché introdurre una tassazione di
questo tipo solamente in Europa non servirebbe a nulla, anzi sarebbe
come un boomerang nei confronti dei Paesi europei
perché il provvedimento non viene adottato anche dagli Stati Uniti, dal
Dubai, da Tokyo o Singapore, è chiaro che le banche, le finanziarie, che
ormai sono globalizzate, registreranno le transazioni in quelle piazze,
il problema non si risolve!
Il problema, invece, va risolto a monte con una nuova legislazione e una nuova regolamentazione,
però di questo nessuno parla. Cameron l'ha fatto principalmente per
difendere gli interessi dell'Inghilterra e lo può fare perché non ha
l'Euro. In realtà, Inghilterra e Italia sono due economie che si trovano in una situazione abbastanza simile,
il debito dell'Inghilterra non è così grande come il debito
dell'Italia, però il deficit di bilancio è molto più grande, sono
economie che non crescono, sono potenze industriali in netto declino,
però l'Italia rischia la bancarotta, l'Inghilterra no. Questo perché l'Inghilterra ha mantenuto la sovranità monetaria,
quindi può stampare carta moneta, noi non possiamo farlo e quindi
rischiamo di finire come l'Argentina, mentre l'Inghilterra no. Queste
sono le differenze, ed è chiaro che sulla base di queste differenze
Cameron può dire no al diktat di Sarkozy e della Merkel e noi invece
dobbiamo fare esattamente quello che ci dicono.
Monti riuscirà a salvarci. Che fine farà l'Italia?
Penso che noi stiamo scivolando verso la Grecia, quello
che sta succedendo oggi in Italia l'abbiamo già visto in Grecia e lo
vediamo quotidianamente, l'aumento dei suicidi è uno dei primi segnali
di un Paese che scivola lungo la china del default e della bancarotta.
Chiaramente è anche un problema di percezione, che è lo stesso problema che si è presentato in Grecia. Gli italiani fino a poche settimane fa, neanche sapevano di trovarsi in questa situazione, perché si continuava a dire che tutto andava bene.
Anche oggi, continuo a ribadire quello che dico già da mesi, noi ci troviamo in una situazione in cui la
politica di austerità imposta dall'Europa unita non funzionerà, ci
porterà a una spirale deflazionista e di depressione e quindi noi
andremo verso il destino della Grecia con 519 miliardi da pagare nel 2012 e da rastrellare sul mercato per pagare gli interessi sul debito.
Prima o poi, dovremo chiedere aiuto, che sicuramente non ci verrà dato e
si porrà il problema del default incontrollato. Dunque, torno a
ripetere: noi dovremmo avere un piano B per un default
controllato, una rinegoziazione del debito e una potenziale uscita
dall'Euro o la costituzione di un Euro a due velocità.
Dovremo fare un po' più di quello che fa Cameron e un po' meno di quello che fa Papademos e che ha fatto fino a oggi Papandreou.
Fonte.
Nessun commento:
Posta un commento