Atene è alla prese con le forbici dell’austerità. Lo spettro della
povertà ha preso forme ben delineate. Il taglio degli stipendi e delle
pensioni del 20 per cento, il licenziamento di 30 mila statali (e di
altri 150 mila richiesti dalla troika Ue-Fmi-Bce nel prossimo triennio),
le tasse pesantissime sulla casa (20 euro per metro quadrato) forse non
saranno sufficienti a tenere la Grecia all’interno dell’Eurozona, ma
sicuramente sprofonderanno nella miseria milioni di greci. Non sono
poche le famiglie che sono già costrette a vivere senza luce e senza
acqua: o si pagano le bollette o si acquista da mangiare.
La Grecia ha davanti a sé la titanica impresa della ristrutturazione
di un debito – pari a 357 miliardi di euro – da compiere entro l’inizio
della primavera prossima. Il dato che, secondo il Fmi, nelle casse di
Atene ci siano solo 11 miliardi di euro e le previsioni pessime sul
prodotto interno lordo per i prossimi anni, sarebbero da soli
sufficienti a definire come impossibile il raggiungimento del risultato.
A questo si aggiunga la riluttanza degli istituti di credito esposti
sul debito greco a tagliare significativamente il valore nominale delle
obbligazioni in loro possesso.
In gioco, però, non ci sono solo gli interessi finanziari dei grandi
investitori, ma anche la vita e la salute dei greci. Le forbici dei
tagli sono infatti arrivate a toccare, drasticamente, anche la sanità:
un esempio su tutti è il taglio di budget a cui sarà sottoposto il più
grande ospedale di Atene che dai 286 milioni di euro per il 2011
scenderà a 138 miioni di euro per il 2012. Questo si traduce in un
abbassamento della qualità e della quantità dei servizi per l’ospedale,
una scelta obbligata tra lo stare bene e il sopravvivere, per i
cittadini. O tra il vivere e il morire. In un’intervista per il Nyt
Elias Sioras, dottore all’ospedale Evagelismos, ha dichiarato che, di
fatto, la sanità in Grecia non è più un diritto: “Se hai soldi, puoi
accedere alle cure mediche. Altrimenti resti fuori”. Tanti pazienti,
inoltre, avrebbero rinunciato a interventi chirurgici perché troppo
costosi e “qualcuno – ha affermato Sioras – è morto per questo motivo.
Questa è la conseguenza della crisi finanziaria. E il peggio deve ancora
venire”.
Molte persone che non possono permettersi il ticket di 5 euro si
rivolgono a diverse Ong mediche che operano sul territorio greco. Mèdicins du Monde
per anni ha provveduto a curare gratis migranti e richiedenti asilo in
Grecia, porta d’ingresso per l’Europa: nell’ultimo anno i greci che si
sono rivolti alla struttura della ong hanno superato i migranti, che
nella situazione in cui versa il Paese, sono diventati – se possibile –
ancora più ultimi.
Se pure in misura non così drammatica, anche Emergency fornisce un
dato che deve far suonare il campanello d’allarme. Nel poliambulatorio
di Marghera, anch’esso aperto prevalentemente per assistere migranti e
richiedenti asilo, nel 2011 il 20 per cento delle prestazioni mediche
sono state fornite a italiani. Anche in Italia, la sanità non è alla
portata di tutti. Un indicatore, questo, che fa presagire un futuro
difficile per la società italiana.
Fonte.
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