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14/12/2011

Russia al bivio (?)

Intervista all'analista politico Alexander Nagorny, vice-direttore del magazine satirico 'Zavtra'
Il partito di Putin, Russia Unita, ha vinto le legislative, ma il forte calo di consensi (dal 64,3 percento ottenuto nel 2007, al 49,5 percento di domenica), impone allo zar una riflessione e un rimpasto. Russia Unita è sceso sotto la soglia psicologica del 50 percento, e anche se il Primo ministro ha minizzato l'esito del voto, ha anche annunciato 'cambiamenti' nel governo e un 'avvicendamento di personale' dopo le elezioni presidenziali di marzo. Alcune migliaia di persone sono scese in piazza a Mosca, dove stamani erano allertate le forze di sicurezza, per protestare contro l'irregolarità del voto, certificata anche dall'Osce. Ma la situazione del Paese rimane stabile. Lo storico e analista politico russo Alexandr Nagorny è anche vice-direttore del magazine satirico 'Zavtra'.

Giudica una sconfitta per Putin e Russia Unita il risultato delle elezioni?
Se dovessi rispondere come tutti gli analisti politici del Paese, direi sì e no. Da un lato è la conferma della sua infuenza nello Stato, nella società, dall'altro è certamente un segno di alcuni problemi che stanno aggravandosi. Putin sta tentando di riconciliare alcune questioni non riconciliabili. Si trova da un lato sotto l'occhio attento dell'Occidente, in special modo degli ispettori delle istituzioni finanziarie che controllano la 'salute' della Russia, e dall'altro cerca di attuare programmi da grande potenza. In riferimento alle elezioni, non sono state né migliori né peggiori delle altre. Dal 1991-92 le elezioni sono contraffatte nel nostro Paese. E qui l'Occidente un occhio lo ha sempre chiuso.

Anche se l'Osce denuncia da sempre scarsa trasparenza, nessuna indipendenza, e una campagna dominata dai media asserviti al potere?
L'Osce può denunciare, ma non può cambiare le cose. Il meccanismo è sempre lo stesso, tipico del '95, del '96, e via dicendo. Anche queste elezioni non sono state diverse. Solo che il segmento liberale dell'opinione pubblica questa volta si è fatto sentire di più. E la notizia dei 'brogli' è stata molto più diffusa, attraverso internet e la radio, che in passato.

Cosa cambia?
In pratica, poco. Putin controlla il Parlamento e controlla la maggioranza di governo. I problemi, tuttavia, potrebbero emergere a primavera, perchè le misure intraprese in preparazione delle elezioni parlamentari verranno sospese.

Quali misure?
Le tasse. Verranno aumentate nuovamente. L'inflazione aumenterà. Il costo della vita aumenterà. Questi semplici fattori economici, in mancanza di contromisure, faranno sì che l'opposizione liberale che ha protestato la scorsa notte a Mosca, riceverà un sostegno maggiore da circoli più ampi, da settori più ampi della popolazione. Quello sarà il problema. Putin non vuole rimanere isolato dall'Europa. Tutte le risorse finanziarie dell'amministrazione, dello Stato, delle imprese, sono in banche europee.

La protesta di Mosca, molto più partecipata che in passato, ha espresso insofferenza anche per l'autoritarismo putiniano?
Diciamo che la Russia è stata sempre dominata da forme in qualche modo autoritarie, a causa della vastità del territorio, naturalmente fatta eccezione per un periodo, quello del 1917, di una breve esperienza collassata sotto l'urto della Prima guerra mondiale. Se Putin se ne va, verrà sostituito da un altra figura. L'autoritarismo non finirà certo con lui.

Fonte.



Le proteste di piazza contro Putin secondo Andrei Mironov, noto attivista russo per i diritti umani ed ex prigioniero politico in epoca sovietica.
Le contestate elezioni per le Duma del 4 dicembre sono state la scintilla che ha infiammato una protesta popolare senza precedenti in Russia. Un movimento nuovo e imponente, 'rivoluzionario' secondo Andrei Mironov, noto attivista russo per i diritti umani ed ex prigioniero politico in epoca sovietica.

Possiamo parlare di Indignati russi?
Sarebbe riduttivo, ma certamente ci sono delle analogie. A scendere in piazza in questi giorni in Russia contro il regime di Putin c'è, per la prima volta, una nuova generazione di russi. Sono società civile allo stato puro, mobilitatasi autonomamente via Facebook e iPhone. Sono soprattutto ragazze e ragazzi, universitari e giovani professionisti, slegati dai partiti e di diverse posizioni ideologiche, che si rispettano e dialogano perché uniti da un unico valori comune: quello dell'onestà e della legalità.

Cosa chiedono, oltre all'uscita di scena di Putin?
Difendono la loro dignità di cittadini, pretendendo di non essere più presi in giro da un potere disonesto e criminale. Il potere del 'signor botox', come chiamano Putin alludendo alla sua falsità non solo estetica, e del suo partito di 'ladri e imbroglioni', come hanno ribattezzato Russia Unita. Una terminologia dissacrante che per noi russi rappresenta una rivoluzione semantica e culturale, prima che politica.

Mentre Putin continua a usare la vecchia retorica da Guerra Fredda...
Il potere è rimasto inchiodato al passato, continua a berciare di 'complotto americano' e simili stupidaggini: le stesse che sento da quando ero bambino! Ma figuriamoci se la gente è scesa in piazza perché Hillary Clinton ha espresso dubbi sul voto. La gente è scesa in piazza perché la società russa è cambiata, perché esiste una nuova generazione di russi, quelli immuni dalla cultura paternalistica, che ragiona con la propria testa e non si informa più sulla tv di Stato, ma su Facebook e su Youtube, traboccanti di prove e filmati dei brogli elettorali che i media tradizionali hanno censurato.

Ad esempio?
Per esempio il racconto di quanto accaduto in una scuola dove c'erano due seggi: uno al piano inferiore dove c'erano gli osservatori e dove il partito di Putin ha preso il 22 per cento dei voti, e un altro al piano superiore dove non c'era controllo e Russia Unita ha preso il 65 per cento.
E poi centinaia di filmati rubati con i telefonini che testimoniano palesi irregolarità.
Come disse Abramo Lincoln, puoi imbrogliare sempre una persona, puoi anche imbrogliare tutti almeno una volta, ma non puoi imbrogliare tutti tutte le volte!

Quali saranno i prossimi passi di questo movimento?
La prossima grande manifestazione di protesta è indetta per il 24 dicembre. Ma la vera sfida è rimandata a dopo le elezioni presidenziali del 4 marzo 2012: Putin vincerà falsificando il voto e a quel punto inevitabilmente la gente tornerà in piazza più numerosa che mai. Bisognerà vedere quale sarà la reazione del regime, sperando che non scelga la strada della repressione violenta. Sarebbe una scelta controproducente, come hanno dimostrato gli arresti di massa di questi giorni, che non hanno fatto altro che spingere più gente a scendere in piazza. Putin farebbe meglio a capire che le cose stanno cambiando, che lui lo voglia o no.

Ma c'è una nuova leadership pronta a sostituire quella attuale?
Tutti i personaggi in campo, anche nell'opposizione, appartengono a una vecchia concezione della politica: dai comunisti di Zuganov, un vero dinosauro politico, ai liberali di Yabloko, anche loro incapaci di interpretare i cambiamenti sociali. I nuovi leader nasceranno ora, magari da questo movimento.

Fonte.

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