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17/12/2011

Usa, tensione tra sindacati e OWS

In risposta agli sgomberi degli accampamenti di protesta avvenuti in tutto il Paese, la fazione californiana del movimento Occupy, la più radicale, quella trainata dagli attivisti di Occupy Oakland, aveva indetto per il 12 dicembre una protesta in tutti i porti della West Coast per colpire i terminal di proprietà della Goldman Sachs e in solidarietà con la lotta degli operai scaricatori di Portland.
Marce e picchetti volti a interrompere le attività di scarico e smistamento merci si sono avute in tutti i porti, da quello di San Diego al confine con il Messico, a quello di Anchorage in Alaska. Ma in questi due, così come in quelli di Los Angeles, Denver, Tacoma, Seattle e Vancouver, la partecipazione è stata scarsa.
Il blocco ha avuto successo solo nei porti di Oakland e Portland, causando un grave danno economico alle compagnie dei terminal, ma di fatto anche a centinaia di scaricatori e camionisti che non hanno potuto lavorare, perdendo una giornata di paga. Più che con la polizia, infatti, i manifestanti se la sono dovuta vedere con la rabbia di molti autotrasportatori non sindacalizzati.
Impossibile stabilire l'adesione dei lavoratori sindacalizzati al blocco, dato che le leggi sindacali statunitensi impediscono l'astensione dal lavoro. Nonostante l'esplicito sostegno delle sezioni locali del sindacato degli scaricatori di porto (Ilwu), i vertici dell'organizzazione si sono mostrati ostili a un'iniziativa giudicata un'indebita invasione di campo da parte del movimento.
Il segretario nazionale dell'Ilwu, Robert McEllrath, ha criticato "il tentativo di gruppi esterni che, per portare avanti le loro rivendicazioni politiche, cooptano la nostra lotta". Ancor più esplicito il portavoce del sindacato, Craig Merrilees, che ha accusato il movimento di essere "arrogante e irrispettoso" e di aver causato un danno economico ai lavoratori.
Secca la risposta del rapper comunista di colore Boots Riley, figura di spicco di Occupy Oakland e tra gli organizzatori del blocco dei porti. "Gli organizzatori di questo movimento sono lavoratori e difendono gli interessi dei lavoratori. Che senso ha accusare dei lavoratori di cooptare la questione del lavoro?! Nessuno ha il copyright sulla lotta di classe!".
I sindacati Usa temono la concorrenza di un movimento sociale che non si limita a denunciare la loro impotenza a causa delle "reazionarie leggi federali antisindacali come il Taft-Hartley Act che li vincola", ma che aspira a sostituirsi a loro con l'azione diretta. "L'un per cento ha imposto una legislazione del lavoro che limita le azioni sindacali e i sindacati si rifiutano di sfidare queste leggi: tocca quindi ai lavoratori e ai loro alleati di portare avanti la lotta. Occupy può mettersi alla testa di questo movimento".
Posizioni non condivise dall'ala moderata del movimento. Basta leggere le discussioni della pagina Facebook dell'iniziativa del blocco dei porti per rendersene conto. "Io condivido in pieno le idee di Ows - scrive un sostenitore - ma a cosa serve bloccare strade e porti, già 'occupati' dalla classe lavoratrice che ci lavora ogni giorno? I corrotti che combattiamo non stanno in questi posti. Non facciamo stupidaggini, altrimenti rischiamo di alienarci il sostegno di una larga fetta di opinione pubblica".

Fonte.

I movimenti stanno diventando il nemico peggiore di ogni istituzione rappresentativa (che ormai rappresenta solo se stessa).

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