Continua la protesta dei lavoratori dei cantieri navali Fincantieri
che da Palermo ad Ancona fino a Sestri Ponente hanno reagito in maniera
unanime rigettando l’accordo siglato il 21 dicembre a Roma da Fim e Uilm
per la cassa integrazione.
A
Palermo, gli operai hanno ripreso lo sciopero proclamato il 23
dicembre, ribadendo che fino al 2 gennaio – giorno nel quale è prevista
una nuova assemblea – resteranno bloccate le prestazioni straordinarie
rispetto al programma produttivo previsto. La Cgil e la Fiom Cgil di
Palermo chiedono a Fincantieri di tornare sui propri passi per quanto
riguarda le eccedenze di 140 unità dichiarate per lo stabilimento di
Palermo.
“Chiediamo a Fincantieri di presentare il piano industriale,
imperniato sulle tre missioni produttive concordate nel protocollo
d’intesa siglato con la Regione e sul mantenimento dei livelli
occupazionali. Se il cantiere manterrà le sue tre attività e non avrà
esuberi. Se sarà diversamente non lo accetteremo” dichiarano il
segretario della Cgil di Palermo Maurizio Calà e il segretario Fiom Cgil
Francesco Piastra. La Fiom e la Cgil restano in attesa della
convocazione da parte dell’assessorato regionale alle Attività
produttive.
E’ ripresa ieri anche la protesta degli operai davanti ai cancelli
dello stabilimento Fincantieri di Genova Sestri Ponente. Al presidio
prendono parte un centinaio di operai e impiegati del cantiere che hanno
bloccato i cancelli dello stabilimento. A loro si sono aggiunti alcuni
lavoratori degli appalti.
”Aspettiamo l’ufficialità dell’incontro con il ministro per lo
sviluppo economico Corrado Passera – ha detto Giulio Troccoli (rsu Fiom
Cgil) -, incontro che ci è stato anticipato dal prefetto di Genova e che
dovrebbe tenersi subito dopo l’Epifania. Poi decideremo il da farsi”.
Intanto anche ad Ancona i due delegati della Fim-Cisl e quello della
Uilm si sono dimessi al termine di un’assemblea tesissima seguita alla
firma.
Tutti chiedono la riapertura del tavolo delle trattative al ministro
Corrado Passera, e in primo luogo lo fa Fiom che, chiamandosi fuori, ha
scritto che le sue ”buone ragioni per non firmare” vengono confermate e
ribadite. Alessandro Pagano, coordinatore nazionale Fiom-Cgil per la
cantieristica navale, ha sottolineato che i lavoratori stanno reagendo
”negativamente ai contenuti dell’accordo separato sulla riorganizzazione
aziendale”. Il dissenso ”è unitario”.
Fonte.
Chissà quando sì deciderà Passera a battere un colpo.
Probabilmente non muoverà un dito sino a quando non sarà steso l'ennesimo decreto sviluppo, su cui pesa sempre più un silenzio di piombo che, nella migliore delle ipotesi fa presagire un provvedimento totalmente inutile ai fini di uno sviluppo che guardi alla sostenibilità sociale ed ambientale.
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