Londra. Oltre due milioni e mezzo di persone hanno sfilato per le
città dell'Inghilterra, durante quella che è stata definita la più
grande azione di protesta del settore pubblico inglese dal 1979. Nel
mirino dei dimostranti, la riforma pensionistica che lo scorso 3
novembre ha ottenuto parziale approvazione da parte della maggioranza di
governo guidato dal conservatore David Cameron.
"Work longer, pay more and get
less",
si alza il grido di protesta contro una riforma che prevede un aumento
del 3,2% della contribuzione annuale sulla pensione a partire dal 2015,
l'innalzamento dell'età pensionabile da 65 a 68 anni entro il 2046 e
l'applicazione di un nuovo sistema di adeguamento all'inflazione che non
terrà più conto di alcuni beni essenziali e particolarmente sensibili
all'aumento di prezzi quali mercato immobiliare e council tax.
A Londra, la pioggia non ha scoraggiato il cordone quasi 20mila
persone che alle 13:00 ha iniziato a marciare dal quartiere di Holborn,
percorrendo compattamente lo Strand e Trafalgar fino a raggiungere
Embankment, dove ha avuto luogo un sit-in conclusivo tra le rive del
Tamigi e Downing street, location strategica per la vicinanza alla
residenza ufficiale del Primo Ministro.
Tra gli interventi, anche quello del laburista Ken Livinstong,
sindaco di Londra nel 2000, che ha denunciato come le pensioni dei
membri del parlamento arrivano ad essere perfino dieci volte più alte di
quelle del lavoratore medio del pubblico settore.
La manifestazione, che si è svolta senza disordini inattesi, è però
riuscita nell'intento di mobilitare la capitale per un'intera giornata.
Dalle scuole, chiuse per oltre il 70%, alle strutture sanitarie
pubbliche, che hanno dovuto fare i conti con 35.000 scioperanti tra il
personale ospedaliero, secondo le stime della London Ambulance Service
(LAS).
Proporzioni e numeri che non hanno scoraggiato il primo ministro
inglese che qualche ora fa dalle stanze del parlamento ha sminuito le
proteste inglesi quali "damp squib", un fuoco di paglia, diremmo dalle
nostre parti. Ma questo è ancora da vedere.
Fonte.
Tra pochi giorni Monti dovrebbe togliere il velo alla nuova manovra economica (recessiva) che impatterà quasi certamente su pensioni e mercato del lavoro.
L'Inghilterra finirà dunque presto sui nostri schermi?
Belìn speriamo!
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