E' morto un altro dei componenti del commando che uccise, secondo la
versione ufficiale, Osama Bin Laden (strano come i nomi famosi passino
nel quasi nulla in così poco tempo).
Brett D. Shadle, 31 anni, lo scorso giovedì si è
schiantato al suolo nel deserto dell'Arizona. Stava facendo dei lanci
d'addestramento a bassa quota. Si sarebbe scontrato con un altro soldato
dei Navy Seal, che invece è ancora vivo e in “condizioni stabili”.
È una maledizione molto selettiva, quella che ha colpito i 25 componenti del gruppo – il «Team Six» - indicati come protagonisti
dell'incursione di Abbottabad, maggio 2011, che mise fine alla storia
del fondatore di Al Qaeda, quel principe saudita che aveva combattuto i
sovietici in Afghanistan assistito proprio dagli americani.
Dei
25 membri del “dream team”, infatti, ne sono rimasti in vita ora
soltanto due. Che si può immaginare vivano ora nel terrore. Un
“incidente” con un elicottero Chinook ne aveva infatti eliminati ben 22
pochi mesi dopo l'evento dell'anno.
Uno dei due sopravvissuti, Matt Bissonnette, sotto lo pseudonimo di Mark Owen ha invece scritto il libro, No easy day, poi diventato la base del film Zero dark thirty, di Kathryn Bigelow.
Bissonette, accusato di aver rivelato troppi dettagli della missione
che si discostavano dalla versioni dell'amministrazione Obama, è stato
già minacciato di morte. Per sua fortuna non è più un militare Usa,
visto che è stato congedato “con disonore”. La sua eventuale morte non
potrà dunque essere addebitata a “tragico incidente in servizio”.
Si è attribuito da solo il ruolo di esecutore materiale dell'uccisione
di Bin Laden. Ed ora, a parte i proventi non certo limitati del suo
libro (compresi i diritti venduti per un film colossal) va lamentando di essere rimasto “senza assistenza”. In un mondo pieno di jihadisti...
Fonte
Quando si dice i casi della vita...
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