Mentre in Libia continuano i combattimenti tra le varie milizie armate che si contendono le regioni del paese, nella giornata di ieri altri due raid aerei su Tripoli hanno causato la morte di 15 miliziani della brigata Misurata e il ferimento di altri 20. Si tratterebbe del secondo raid aereo in una settimana dopo quelli misteriosi di lunedì. Gli aerei hanno colpito anche la sede del ministero dell'Interno. Lunedì notte c'era stato un primo raid compiuto da "aerei sconosciuti" che aveva colpito le postazioni delle milizie della Misurata.
Le ipotesi avanzate da di alcuni media e rimbalzate fin dentro il Parlamento libico, avevano costretto Francia, Italia e Nato a smentire pubblicamente un proprio coinvolgimento. Un alto ufficiale vicino all'uomo degli Usa, l'ex generale Khalifa Haftar - impegnato con le sue milizie contro quelle islamiste a Bengasi - aveva poi rivendicato la paternità degli attacchi ma era stato a sua volta smentito.
L'agenzia Reuters ha conferma l'attacco di ieri in Libia di aerei non identificati contro i miliziani di Misurata, citando alcuni residenti e i media locali. Le esplosioni sarebbero però state localizzate nei pressi dell'aeroporto di Tripoli.
I gruppi jihadisti libici, che hanno annunciato di aver conquistato l'aeroporto di Tripoli sconfiggendo la brigata Zeidan (alleata di Haftar), hanno accusato l'Egitto e gli Emirati Arabi Uniti di essere responsabili dei raid aerei su Tripoli. Ma anche l'Egitto ha immediatamente smentito.
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