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24/08/2014

Ci risiamo con le pensioni...


E’ ritornato come una araba fenice il refrain delle pensione e questa volta sotto il ritornello delle pensioni d’oro, della rapina perpetuata da chi la sta percependo secondo il calcolo retributivo e cosa si deve intendere per "pensioni d’oro": sopra i 2000 euro o sopra i 10.000? Come se fosse la cifra “in sé” a stabilire l’asticella e non invece il rapporto a cosa corrisponde in beni e necessità quella cifra. Sono i beni e le necessità che si posso acquistare con quei danari a stabilire se siano sopra la primaria necessità o molto al di sopra fin nel superfluo o appena appena decentemente in linea con l’esistenza.

Nessuno si è domandato a quanto ammontava il costo e quanto è stato sottratto ai cittadini per i due aerei che si sono scontrati mentre simulavano e giocavano alla guerra. Quanti esodati potremmo pagare con i soldi che si spendono per il normale consumo quotidiano di carburante per tenere in volo quei mostri mangia soldi? Qui non si sta parlando di spese di investimenti o per gli F35 o per le nuove fregate commissionate. Ma di semplice spese correnti, mensili, di routine. Teniamo a terra quegli uomini e quelle macchine, e utilizziamo quegli uomini ad altri compiti sociali.

Rinunciamo alla “grandeur militare” (che non ne siamo neppure capaci, visto che i nostri generali non hanno vinto nella storia neppure una sola guerra e che nella guerra del Kossovo siamo stati capaci di essere gli unici ad essere abbattuti dalla sgangherata contraerea kosovara) e pensiamo invece, a mantenere in vita i nostri cittadini.

Ma noi si preferisce parlare di ridurre le pensioni e non le spese correnti militari.

Eccellono in questo falso ideologico i pieddini e i renziani. Insomma quelli a cui la leggenda metropolitana attribuisce l’appartenenza ad una “sinistra”, un “centro sinistra” a qualcosa di ibrido a cui si dà l’identificazione di diverso dalla “destra”. Il ragionamento a cui ricorrono è identificabile a: Diamoci un equilibrio: vogliamo le riforme, vogliamo equità e solidarietà, vogliamo che si diano gli 80 euro anche ai pensionati al di sopra dei mille euro, ma non vogliamo che nessuno paghi il conto.

NO! Vogliamo che non siano sempre i soliti a pagare! Che centra la solidarietà se a pagare sono sempre i noti? Basterebbe che si ritornasse ad una imposta fortemente progressiva sui redditi; è da trent’anni che le aliquote per le imposte dei redditi più alti sono state fortemente ridotte. E non ci sarebbe bisogno della “solidarietà” dei meno abbienti.

Anche la ex ministra “lacrimevole” è scesa in campo. Avrebbe ancora il coraggio di parlare dopo il “massacro sociale” da lei compiuto. Andrebbe processata e condannata per crimini contro l'umanità e invece continua a dire la sua, ad essere stipendiata come dipendente pubblica e con i nostri soldi, pure!

E persino la CGIL  che si  identifica, ancora, con quel che fu e non con quella che è diventata, accetta e  fa sua l’identificazione governativa. “indubbiamente c’è una differenza forte tra chi è andato in pensione col retributivo e chi ci va ora”. Certamente!, E che lo scoprono ora? E non è forse per questo che ci si ribellava a questo tipo di calcolo? E la colpa di chi è? Di quelli che hanno sottostato alle leggi di allora, che hanno pagato fin all’ultimo centesimo quello che gli veniva chiesto, consentendo all’INPS e all’INPDAP di chiudere i bilanci sempre in attivo anche quando sono stati accollati a questi Cassa Integrazione e pensioni ai lavoratori indipendenti, vitalizzi di ogni genere, pensioni per invalidità, casse previdenziali privati allegramente gestite e assistenzialismo di ogni genere; spese che avrebbero dovuto essere a carico della fiscalità generale e che invece sono stati “accollati” ai soliti fessi (leggi: lavoratori dipendenti)?

E ora si vorrebbe che di colpo si decurtasse un tenore di vita per questi lavoratori , per delle colpe non loro e persino per un reato “compiuto” anni addietro? E questo sarebbe “costituzionale”, “legittimo”, mentre il contributo degli alti burocrati, la riduzione degli stipendi per i parlamentari e i politici in genere, i vitalizi elargiti dopo appena cinque anni di mandato, non lo sarebbero?

Ma di quale “solidarietà” si sta parlando? Si tratta ancora una volta di un “massacro sociale” .

O di lotta di classe dall'alto. Chiamiamo le cose come stanno.

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