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10/07/2015

Atene. Drammatico scontro all’interno di Syriza

La diffusione da parte della stampa greca dei dettagli contenuti nel piano presentato dal governo Tsipras alla Troika hanno scatenato dentro il partito della sinistra greca un aspro confronto tra le varie anime.

Secondo quanto ha raccontato Stathis Kouvelakis, uno dei membri di punta della Piattaforma di Sinistra interna all’organizzazione, il gruppo parlamentare di Syriza riunitosi questa mattina per dibattere sul contenuto della proposta di Tsipras – accettazione di una dose consistente di austerity, di fatto un terzo memorandum dopo quelli accettati da Pasok e Nuova Democrazia, ma in cambio di un taglio consistente del debito greco e di un prestito di 50 miliardi da parte delle istituzioni europee e del Fondo Salva Stati – ha accresciuto una spaccatura già manifestatasi nei mesi scorsi man mano che la direzione del partito rinunciava a molti dei cosiddetti punti fermi del ‘Programma di Salonicco’.

Secondo Kouvelakis anche l’ex ministro delle finanze dimessosi lunedì “per facilitare il negoziato con la Troika” sarebbe contrario all’accordo nei termini previsti dal primo ministro. Il ministro dell’Energia e anch’egli membro della Piattaforma di Sinistra ha definito l’accordo “incompatibile con il programma di Syriza” e “contrario ad aprire prospettive positive per il paese”.

Secondo alcune informazioni per ora non confermate addirittura è previsto che tutti i ministri del governo espressione della Piattaforma di Sinistra di Syriza possano dimettersi dal governo oggi stesso.

Thanassis Petrakos, uno dei tre portavoce del gruppo parlamentare di Syriza e membro della Piattaforma di Sinistra ha dichiarato: “Il ‘No’ al referendum è stato No di classe e radical. Alcuni compagni di alto livello insistono sulla logica del “non ci sono altre strade” (se non accettare i diktat della Troika, ndr). Noi dovremmo invece prepararci ad uscire dall’Eurozona e dire con chiarezza al popolo la verità. (…) Coloro che insistono sulla scelta di rimanere nell’euro ad ogni costo dovrebbero sapere che ciò ci porterà al disastro. Noi abbiamo bisogno di un’uscita concordata (…) Il primo passo deve essere il controllo pubblico delle banche e della Banca Centrale greca e misure contro l’oligarchia ellenica”.

Occorre ora attendere la risposta della Troika e delle varie istituzioni economiche e politiche europee. Che potrebbero accettare la proposta di Tsipras ma senza concedere in cambio un taglio del debito e un nuovo consistente prestito, anche se il governo francese pare che stia operando forti pressioni su quello tedesco per andare ad un ammorbidimento della posizione finora difesa dal governo Merkel. Un grosso scoglio è rappresentato dal fatto che se dovesse essere presentato in parlamento la proposta di accordo resa nota alcune ore fa dal governo Syriza-Anel potrebbe non ricevere i voti di molti deputati della sinistra del partito. Se non avesse i numeri Tsipras dovrebbe a quel punto accettare il sostegno dei deputati delle forze politiche attualmente all'opposizione e schierate a favore della Troika, coinvolte del resto da lunedì nella scrittura della bozza di misure inviata a Bruxelles. A quel punto l'allargamento della maggioranza a socialisti, centristi e destra già realizzato informalmente lunedì verrebbe formalizzato, Syriza potrebbe andare incontro ad una scissione più o meno esplicita e l'asse di governo si sposterebbe più a destra.

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