Siccome la crisi greca è stata provocata dai mercati finanziari, che avrebbero distrutto l'euro nel 2010-12 se le banche francesi e tedesche fossero rimaste fortemente esposte dal fallimento di Atene, non è male cercare di capire cosa pensano oggi questi mercati.
Pubblichiamo quindi un interessante studio sulle domande più frequenti circa il referendum greco che si terrà il prossimo 5 luglio a cura di Florian Roger, Responsabile Asset Allocation di Exane Derivatives. Lo studio è stato pubblicato su finanza.com (il link all'articolo è in fondo).
Exane Derivatives, come da nome, si occupa di prodotti finanziari altamente complessi e fa parte del gruppo Paribas. Ovvero uno dei gruppi maggiormente colpiti dalla crisi del 2008, che è arrivata poi in Europa, direttamente interessato alla vicenda greca. Il rapporto è redatto nella lingua finanziaria standard: non solo quindi espressioni tecniche, con le quali è meglio però prendere familiarità perché determinano il comportamento degli stati verso i cittadini, ma anche scontati giudizi contro il governo greco, "irresponsabile" a sentire loro.
Il rapporto serve a capire come la finanza, che è il grande attore di questa crisi greca, tenderà a comportarsi, e ad incidere, nei differenti scenari che possono presentarsi legati al referendum greco. Ci sono anche notizie interessanti, come quella sull'eurogruppo che non credeva allo scenario che si è formato, e via dicendo.
Una cosa si capisce: tutti analizzano, parlano di mercato, di investitori, di strategie poi, alla fine, sarà la Banca Europea ad essere decisiva in ogni scenario. La Bce non è onnipotente, sia chiaro, ma le sue mosse sono da seguire con attenzione.
Perché la Grecia, basta vedere cosa è accaduto al nostro paese dall'inizio della crisi di Atene, è una questione italiana. Nel bene e nel male. E quello che farà la Bce alla Grecia, anticiperà cosa accadrà da noi.
Redazione 1 luglio 2015
Link - Grecia: le 7 domande più importanti (per i mercati e gli investitori) sul referendum greco
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