Pubblichiamo un contributo scritto dal nostro gruppo studentesco e
universitario, insieme agli studenti in queste settimane coinvolti
nelle occupazioni scolastiche, sull’adeguamento scolastico allo stato di
eccezione permanente presente nella Capitale.
Nelle ultime settimane la città di Roma appare sempre più nervosa per
la “minaccia terrorismo” e mentre tutti corrono ai ripari nessuno sa
realmente cosa fare. Quindi, per ora, si riempiono le stazioni di
militari con l’unico apparente compito di controllare l’obliterazione di
tutti i biglietti mentre il ceto politico romano, Pd in testa, è
intento a capire il modo migliore per spartirsi la torta del Giubileo e,
magari, trovare un altro fantoccio da far sedere in Comune per
distogliere l’attenzione dai loro sporchi affari “privati”. Già, affari,
che di privato hanno solo i profitti come quello della Metro C, il cui
cantiere rischia di fermarsi definitivamente a dicembre finché il Comune
non pagherà qualcosa come 260 milioni a fronte di una spesa totale che
finora, secondo alcune stime, si aggira tra i 4 e 5 miliardi!
Il resto è tutto nelle mani dei due prefetti il cui obiettivo sembra
sempre più quello di traghettare la città verso un finale incerto
assicurandosi che nessuno se ne lamenti. Lo stato di eccezione a Roma
vige dall’inizio dell’inchiesta di Mafia Capitale. Che questo modello di governo della città ben presto sarebbe diventato la ‘normalità’ con
cui ogni entità politica avrebbe dovuto confrontarsi era chiaro già
dall’insediamento di Gabrielli, dopo il quale l’atteggiamento repressivo
delle forze dell’ordine e della questura nei confronti dei movimenti è
aumentato esponenzialmente. Dell’accelerazione in questo senso dopo gli
avvenimenti di Parigi e della militarizzazione dei rapporti politici avevamo parlato già in questo articolo.
In questo clima a finire sotto attacco sono anche gli studenti delle
scuole superiori. Solo nelle ultime settimane sono arrivate decine di
denunce per “interruzione di pubblico servizio” (conseguenza del corteo
non autorizzato che porta a multe dai 2500 ai 10.000 euro) anche per
cortei studenteschi. Ad essere poi letteralmente demonizzate sono le
occupazioni delle scuole verso le quali la linea, neanche a dirlo, è la
tolleranza zero.
Il mantra ripetuto con isteria è “non facciamo perdere tempo alle
forze dell’ordine” che, in realtà mai come quest’anno, si ritrovano a
intervenire immediatamente su richiesta di presidi e genitori
dimostrando di aver molto tempo da perdere. E allora poco importa che
l’idea di cercare terroristi nelle scuole sia quanto meno ridicola: si
procede con sgomberi e denunce tra gli applausi soddisfatti di una buona
parte dell’opinione pubblica, incurante del fatto che l’intervento
delle forze dell’ordine spesso crea più danni materiali (a volte di più
di migliaia di euro) di quelli che dovrebbe prevenire.
Nonostante i presidi si strappino i capelli per il pericolo attentati, Gabrielli nega che ci possano essere collegamenti tra gli sgomberi e la cosiddetta emergenza terrorismo scaricando completamente le responsabilità ai dirigenti scolastici
che, non contenti dell’enorme visibilità data a loro e alle lettere
indignate di alcuni genitori su giornali come Repubblica, lamentano di
essere stati abbandonati dalle istituzioni.
Del resto niente di nuovo sotto al sole: si agita il feticcio del
pericolo terrorismo e una volta scatenatosi il clamore mediatico si
approfitta della confusione per mettere in atto un meccanismo repressivo
che non lasci minimamente spazio e agibilità alle ragioni della
protesta. Oltre agli sgomberi e alle denunce si aggiungono le minacce di
presidi e alcuni professori, tra cui molti sedicenti di sinistra e a
parole “favorevoli alle ragioni della protesta” , i quali usano
meccanismi più subdoli come chiamare i genitori degli studenti più
esposti anche dopo averli addirittura filmati durante presidi e
assemblee. Il clima quindi è dei peggiori, la guerra sul fronte interno
punta ad intensificarsi senza risparmiare nessuno
ed appare necessario tendere la mano al mondo studentesco che sta
subendo un attacco senza precedenti in Italia negli ultimi anni. Il
mondo studentesco nel passato recente ha innescato alcuni dei momenti
più intensi di conflitto in Italia. E questo Gabrielli e i nostri nemici
lo sanno benissimo. Vediamo di non scordarcelo noi.
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