Il 16 gennaio 2016 saranno esattamente 25 anni dai primi bombardamenti USA nella prima guerra d'Iraq, con i quali si è dato avvio a quella terza guerra mondiale a pezzi di cui ha parlato Papa Francesco. Questa guerra giustificata per esportare la democrazia e combattere il terrorismo è invece cresciuta su se stessa trascinando tutto il mondo in un piano inclinato che non pare avere fine.
La guerra non è la risposta al terrorismo, che invece alimenta, ma viene generata da sporchi interessi per sporchi affari, dallo scontro sulle fonti energetiche, dai conflitti di potenza, dalla vendita delle armi.
Tutto questo mentre dilagano e si accrescono ingiustizia sociale, miseria, fame, emarginazione e oppressione, neocolonialismo, che fanatismo e terrorismo usano per i loro progetti reazionari.
L'Isis è una creatura dell'Occidente e degli attuali regimi turco e saudita forse sfuggita di mano ai creatori, e dietro la guerra al Califfato dilaga lo scontro tra sunniti e sciiti in tutto il Medio Oriente, scontro che se non fermato può davvero portare ad un conflitto di proporzioni devastanti.
Intanto restano irrisolte, anzi si aggravano, le due principali ingiustizie del Medio Oriente, la negazione del diritto al popolo palestinese di avere un suo libero stato e l'oppressione e divisione analoga verso il popolo curdo.
Dopo 25 anni di disastri della guerra sarebbe ragionevole dire basta, invece dopo le stragi terroriste di Parigi si vuole portare l'Europa ad una furia bellicista che porterà solo nuovi danni e nuovi lutti.
C'è un legame oramai evidente tra la grande crisi economica e la guerra. Per questo la guerra ha molte facce e molti fronti, inclusi quelli che stanno portando allo stato d'emergenza e alla restrizione della democrazia in molti paesi.
Spesso la risposta bellica agli attentati ha fini elettorali interni ai paesi. Così si adottano misure autoritarie e liberticide che colpiscono al cuore le democrazie europee, già piegate da anni di politiche di austerità e di controriforme autoritarie. Lo stato di emergenza in Francia non colpisce il terrorismo ma i diritti civili e sociali, e prefigura gli orrori di una Guantanamo europea.
L'Unione Europea che impone politiche di massacro sociale nel nome della riduzione del debito, ora autorizza a superare i vincoli del rigore per le spese di guerra. Un ospedale non si può costruire in deficit, ma un carro armato sì. E, mentre i migranti sono vittime delle “nostre guerre”, la politica di guerra li usa per alimentare lo spirito securitario e xenofobo che colpisce migranti quanto ogni forma di dissenso.
In Italia da tempo i governi violano l'articolo 11 della Costituzione e il nostro paese è sempre più coinvolto nella guerra, con la vendita di armi alle monarchie reazionarie del Golfo, con le truppe in Afghanistan, con l’invio di 450 militari italiani in Iraq a difesa di interessi privati, con l'annuncio dell'invio di migliaia di soldati in Libia.
Bisogna dire basta alla guerra e alle politiche di guerra, che stanno trascinando il mondo sul piano inclinato che porta al disastro finale.
BISOGNA FINALMENTE RISPETTARE L'ARTICOLO 11 DELLA COSTITUZIONE, L'ITALIA RIPUDI LA GUERRA E LE POLITICHE NEOCOLONIALI.
ESSERE NEUTRALI NELLA GUERRA E CONTRO LA GUERRA È IL SOLO MODO DI AGIRE PER FAR FINIRE LA GUERRA
VOGLIAMO:
- il ritiro immediato delle truppe e l'annullamento di tutte le missioni militari italiane in scenari di guerra. La cancellazione dell'acquisto degli F35, il taglio delle spese militari, la fine dello sporco commercio delle armi.
- La fine degli interventi militari, dei bombardamenti, dell'ingerenza esterna e dell'ipocrita esportazione della democrazia. Invece della concorrenza tra i bombardieri è necessario un confronto politico che porti ad un accordo tra tutti gli stati coinvolti nella guerra in Medio Oriente. Solo così si isola è sconfigge il terrorismo Isis.
- La fine della NATO che non ha più alcuna giustificazione se non in una logica perversa di guerra mondiale e in ogni caso l'uscita da essa dell'Italia.
- La fine della politica coloniale d'Israele, la restituzione dei territori occupati a un stato libero di Palestina. L'autodeterminazione per il popolo curdo.
- Accoglienza e dignità per i rifugiati e i migranti.
IL 16 GENNAIO 2016 MANIFESTIAMO CONTRO LA GUERRA E LA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA PER I DIRITTI DEI POPOLI E PER LA DEMOCRAZIA
25 ANNI DI GUERRA SONO DAVVERO TROPPI ORA BASTA!
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