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20/12/2015

Torino. Altro che invasione, da qui si emigra!

Il Rapporto Italiani nel Mondo, realizzato dalla Fondazione Migrantes e ripreso ieri (16 dicembre ndr) da la Stampa, fornisce dati concreti alla situazione che avvertiamo sulla pelle nostra e delle migliaia di giovani che, di fronte alla impossibilità di ottenere in Italia un lavoro decente, pagato dignitosamente, non precario, spesso sono costretti a emigrare all'estero.

Sono 3589 le persone emigrate da Torino nel 2014, quasi 7500 nell'intero Piemonte, la maggior parte delle quali tra i 18 e i 49 anni, spesso e volentieri con un titolo di studio medio-alto. Il rapporto sottolinea come accanto a giovani che 'ce la fanno', ce ne siano molti dalle aspettative e speranze tradite, costretti a svolgere mansioni dequalificate e sottopagate.

Un altro dato ci pare significativo: le mete più popolari sono Germania, Regno Unito, Francia (oltre alla Svizzera dei molti transfrontalieri). Non è un caso che si tratti di paesi del Centro dell'Unione Europea, anzi è coerente con la costruzione decennale di un'Europa a due velocità: una periferia mediterranea in via di deindustrializzazione, vessata da austerità, disoccupazione altissima e tagli sistematici al sistema pubblico in generale, e al mondo dell'istruzione in particolare; e un'Europa del Centro-Nord, che di fatto attrae a sé dalla periferia proprio quel "capitale umano" (espressione bruttissima ma ormai di uso comune nell'economia mainstream) che sarebbe fondamentale per una ripresa economica significativa. Da una parte infatti questo Centro Europa si avvantaggia della manodopera mediterranea relativamente a basso costo per svolgere lavori sotto-qualificati, e dall'altro attrae però anche le persone più qualificate che in patria non trovano spazio lavorativo o possibilità di proseguire gli studi in maniera soddisfacente (un "furto di cervelli", più che una fuga..). Un processo distruttivo per le classi lavoratrici e popolari di questi paesi, e in particolar modo chiaramente per i giovani.

Come campagna Noi Restiamo, crediamo quindi che sia fondamentale contrastare questa dinamica sempre più perversa e preoccupante, rivendicando la necessità di contrastare la disoccupazione di massa (quasi al 50% per i giovani in Piemonte) e pretendendo contemporaneamente un'istruzione di qualità che non costringa gli studenti più motivati o i ricercatori più brillanti a scappare oltralpe.

Siamo inoltre convinti che queste rivendicazioni passino necessariamente attraverso una radicale opposizione all'Unione Europea, principale responsabile della ristrutturazione (in senso peggiorativo) dell'economia italiana, e al PD, che ne esegue servilmente e fedelmente le richieste.

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