A Roma tira una brutta aria, la tira da tempo ma tutti gli indicatori di "clima politico" – più che di quello meteorologico – evidenziano una coincidenza con il commissariamento e l'instaurazione del Prefetto Tronca al Campidoglio. L'ultima a farne le spese infatti è una manifestazione di quartiere, per protestare contro l’annunciata privatizzazione degli asili nido comunali, che era stata indetta dalle maestre e dalle educatrici dell’USB nella mattinata di sabato 16 gennaio in zona Prenestino, con partenza dai cancelli dell’asilo nido di via Covelli. Ma la Questura di Roma ha respinto la richiesta, sostenendo che nella stessa giornata è già prevista un’altra manifestazione, quella contro la guerra organizzata nel pomeriggio ed in tutt’altra zona (ossia la manifestazione No War a piazza Esquilino prevista per il pomeriggio). “Da alcuni mesi grava sulla città un diktat contro la libertà di manifestare che, a detta della Questura e della Prefettura, riguarda il centro storico della città ed i giorni dal lunedì al venerdì. Adesso scopriamo invece che hanno deciso di estendere i loro criteri arbitrari all’intero territorio cittadino e a tutti i giorni della settimana”, denuncia Guido Lutrario, della Federazione romana USB. Prosegue Lutrario: “Qualche settimana fa il Commissario Tronca ha pubblicato un documento, il DUP per il 2016/2018, nel quale detta il programma di governo della città per i prossimi anni, a prescindere da chi vincerà le elezioni comunali. Come dire, non importa cosa sceglieranno i romani, perché quello che si dovrà fare a Roma è già scritto e rigidamente vincolato”.
“In questo DUP c’è scritto per esempio che tutti gli asili nido andranno progressivamente privatizzati – sottolinea il rappresentante USB – e che le scuole materne passeranno allo Stato. In questo modo migliaia di precarie perderanno il posto. Ed ora si vieta alle maestre di manifestare per avvertire la popolazione della sciagura che si sta preparando sui servizi pubblici. E’ evidente che c’è una emergenza democratica nella nostra città e che la gestione commissariale di Roma sta cercando di soffocare le voci di protesta”.
“La lotta delle maestre naturalmente non si ferma. Cresce invece l’esigenza di costruire il collegamento tra tutte le realtà che stanno soffrendo questa involuzione della vita democratica e questo attacco senza precedenti alle nostre condizioni di vita. La difesa del servizio scolastico-educativo infatti si basa su ragioni analoghe a quelle dei lavoratori dei trasporti o delle persone sotto sfratto, o delle associazioni che vengono sgomberate. Costruire un grande movimento che fermi questa deriva autoritaria è la nostra priorità per i prossimi mesi”, sottolinea Lutrario.
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