Non ingannino le apparenze visto che tutto, nello spettacolo globale degli attentati, pare somigliarsi. La strage di italiani a Dacca non è simile ad altre, dove sono rimasti coinvolti, e uccisi, altri nostri connazionali.
Come accaduto in Egitto e in Tunisia, dove turisti italiani sono
rimasti coinvolti in attentati che avevano come obiettivo il fermare i
flussi turistici per penalizzare i governi di quei paesi. Stavolta gli
italiani sono manifestamente parte dell'obiettivo principale. Visto che
l'obiettivo della strage è stato un complesso di bar e ristoranti
notoriamente frequentato da italiani, stando a fonti non
sensazionalistiche, collocato molto vicino all'ambasciata del nostro
paese in Bangladesh. Ma, si dirà, con il governo Renzi che ha rifiutato
l'avventura coloniale in Libia, chi può lanciare un simile atto di
guerra all'esecutivo, con una strage che non vedeva coinvolti un numero
di italiani così alto dai tempi dell'attentato al treno del natale 1984?
Beh, la risposta è semplice. E
sta in Iraq e in Siria. Dove truppe italiane sono parte integrante del
conflitto, che riguarda l'Isis e altre forze dell'islamismo radicale,
mentre il parlamento non ne parla e le forze politiche discutono
dell'Italicum. Basta scorrere un pò di siti di intelligence per
scoprire l'acqua calda: con l’arrivo a Erbil (Iraq) del reparto della
Brigata Friuli per le operazioni di Personnell Recovery (secondo Analisi
Difesa, 130 militari con 4 elicotteri NH-90 e 4 elicotteri da attacco
A-129D Mangusta) e delle prime aliquote del contingente, sulla base del
6° reggimento bersaglieri, destinato a schierarsi presso la Diga di
Mosul (a 10 km dall'Isis), il comando delle forze italiane impegnate
contro lo Stato Islamico (Operazione “Inherent Resolve”, per l’Italia
“Prima Parthica”) è stato elevato al rango di generale di brigata.
Questo per capire un paio di cose: la prima è che l'Italia è sul fronte
Isis in Iraq, la seconda che l'operazione si fa così complessa da dover
richiedere un rango più alto di comando sul campo. Su siti di
intelligence si trovano poi informazioni sul fatto che l'identità dei
militari in azione in Iraq è oscurata, assieme a qualsiasi foto che li
riguardino, per motivi di sicurezza (e di informazione sui media,
aggiungiamo). Niente però impedisce all'Isis, o a chi vuol mandare
messaggi a Renzi, di uccidere italiani, ad esempio, in Bangladesh. Sono
le regole del conflitto asimmetrico, applicate da più di un ventennio
ormai.
Non è finita qui, la stessa Analisi
Difesa, fonte di destra ma preziosa per capire guerre anche dimenticate
come l'Afghanistan (dove l'Italia continua ad esserci grazie anche al
voto della allora sinistra superpacifista), ricorda che nel caldo fronte
di guerra della Siria ci sono batterie di missili italiane con 135
artiglieri. Ufficialmente posizionati in Turchia ma con il compito di
monitorare il fronte siriano. Non c'è da stupirsi, in presenza di un
impegno militare italiano in Siria ed in Iraq che dei nostri
connazionali vengano uccisi da islamisti radicali in Bangladesh. Una
strage mirata, tipica della guerra asimmetrica: non ti colpisco sul
fronte dove ti sei blindato, ma in uno delle tante retrovie dove sei
sensibile, nella superficie globale. Il governo Renzi mostra
così di essere in guerra, a bassa intensità e nascosta appena possibile,
dove con la Brexit ha fatto vedere di essere dentro una guerra
finanziaria, con il tracollo delle banche (del quale si prova a
rimediare trattando con l'Ue e la Bce).
Certo, il governo Renzi fa il suo
mestiere: diluire gli eventi, decontestualizzarli, nel governo dei
media. Fare in modo che l'impatto, sull'opinione pubblica, della guerra
sul campo e di quella finanziaria sia minimo. In modo da attribuire i
disastri in corso ad altre cause mai contestualizzate tra loro. Desta
invece stupore che le opposizioni, a vario titolo, non riescano ad
andare più in là delle polemiche sulla legge elettorale appena entrata
in vigore. Da gennaio a giugno la capitalizzazione delle banche
si è dimezzata, poi l'attacco finanziario agli istituti bancari
nazionali dopo la Brexit: minimo doveva esserci il parlamento
mobilitato, od occupato, dalle opposizioni che dovevano proporre misure
serie ed efficaci. Per non parlare di questo atto di guerra,
asimmetrica, in risposta all'impegno militare italiano certificato sul
campo.
Al di là delle posizioni di rito, e di
cordoglio, le opposizioni hanno risposto con l'encefalogramma piatto. Se
il colmo di un governo, come quello Renzi, è comandare i media e
rischiare di andare a casa lo stesso, quello delle opposizioni è farsi
trascinare in una doppia guerra, finanziaria e sul campo, senza
accorgersene. Ora i fatti continueranno il loro corso, senza la politica
italiana, evidentemente. Restano i morti sul campo, con storie
di esternalizzazione del tessile italiano in Bangladesh, e il paese in
cui si è svolto l'attentato. Quasi 170 milioni di abitanti, uno dei
paesi con la più alta densità di abitanti per km quadrato al mondo, e le
contraddizioni acute tipiche della nazione "in via di sviluppo", quelle
che piacciono tanto al neoliberismo standard. E con l'islamismo
radicale, feroce, cieco che svolge anche funzioni di reazione al
liberismo, altrettanto feroce. Questo il mondo in cui siamo. Ed ora via ad un altro bel dibattito sulla legge elettorale.
Redazione, 3 luglio 2016
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