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03/01/2017

Oroscopo politico

Difficilmente Berlusconi toppa una previsione politica, visto che in gran parte contribuisce a determinarle. Motivo in più per prendere sul serio i pronostici apparsi ieri sul Corriere e che indicano il futuro politico italiano nel breve e nel lungo periodo. Nel breve periodo, l’ex premier sembra certo: “molto difficilmente si voterà prima dell’autunno”. E’ una previsione facile ma non scontata. Facile per vari motivi. Il primo, nessun parlamentare si autolicenzierà prima di raggiungere l’agognato vitalizio. Le disparate alchimie politiche non tengono in dovuto conto l’aspetto più materiale dell’intera vicenda, quello per cui alla fine la sfiducia ad un governo la danno i parlamentari, non i dirigenti di partito. E questi puntano alla pensione garantita.

Il secondo motivo è che, per come stanno messi i partiti in questo momento, gli unici a voler davvero votare sono Lega Nord e M5S. Il Pd ha bisogno di tempo per riorganizzarsi, tamponando la disillusione successiva al 4 dicembre per ricostruirsi un appeal elettorale al momento incerto. Forza Italia ha invece bisogno di organizzarsi daccapo, decidendo alleanze e leader.


Il terzo motivo è che non c’è una legge elettorale, e tutto l’arco parlamentare sta escogitando la formula adatta a sconfiggere il movimento grillino. In assenza di tale formula, e dopo le esperienze della Brexit, di Trump e del referendum, nessuno ha voglia di giocare ancora col fuoco. Mattarella (cioè la Ue) non scioglierà le camere prima che queste abbiano partorito l’unica legge elettorale possibile per contenere il M5S: un proporzionale più o meno corretto, ma comunque senza premio di maggioranza rilevante e con la più ampia proporzionalità possibile dentro questa Ue.

E veniamo alla seconda profezia berlusconiana, questa molto più interessante della prima: “l’Italia è destinata nel prossimo futuro a diventare come la Germania, un paese con un sistema politico basato su una grande coalizione che veda come perni centrali il Pd e Forza Italia”. In altre parole, Berlusconi preconizza una nuova conventio ad excludendum, questa volta in chiave anti-populista. E in effetti questa sembrerebbe essere la traiettoria politico-istituzionale dei principali paesi dell’Unione europea: una grande coalizione permanente che impedisca alle forze “populiste” (in realtà alle forze anti-Ue, è quello il nodo politico) di governare.

Questo scenario è l’unico possibile per “reggere” le sorti del sistema garantendo formale governabilità, ma è al tempo stesso la soluzione che porta all’autodistruzione delle forze che lo compongono. Il destino elettorale delle grandi coalizioni è quello di svuotarsi mano a mano che l’eccezionalità diventa norma. Il caso spagnolo è destinato a generalizzarsi. E’ il caso tedesco a costituire un’eccezione, fondata esclusivamente sulla crescita economica della Germania, ma questa crescita – come spiegato altre volte – nella Ue è possibile solo ed esclusivamente grazie alla crisi degli altri Stati dell’unione monetaria.

In questa spirale degradante, che concentra nel paese produttivamente maggiore tutte le risorse del resto dei paesi Ue, la stabilità politica è possibile solo se legata alla crescita economica, quindi solo in Germania. Negli altri paesi può resistere una tornata elettorale; già alla seconda le forze “anti-sistema” (a quel punto tutte le forze politiche escluse dall’ammucchiata governista) supererebbero in termini di voti quelli del governo, istituzionalizzando una crisi di governabilità irrisolvibile. Irrisolvibile davvero, non per retorica. In Spagna sono stati un anno e mezzo senza riuscire a formare un governo, e quello attuale è in carica solo per la normale amministrazione, impossibilitato a decidere alcunché che non venga imposto dalla Ue. In Francia la governabilità è garantita formalmente da un’ingegneria elettorale che però non si traduce in governabilità sostanziale, generando all’opposto governi d’estrema minoranza nella politica e nel paese. Motivo per il quale la Francia è in stallo politico evidente e parimenti irrisolvibile.

Lo scenario si presenterebbe allora allo stesso tempo fecondo e critico. Fecondo perché destinato ad aumentare di peso la forza delle opposizioni. Critico perché ad essere favorita sarebbe l’opposizione maggiore, nel caso italiano quella del M5S, attorno alla quale convergerebbe qualsiasi istanza di cambiamento. Chiaramente sono solo previsioni in libertà. Ma come detto, questo è solo l’oroscopo della politica italiana del 2017. Come tutti gli oroscopi, smentibile dal giorno dopo.

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