In un articolo di Le Monde del 21 agosto, Européennes: les partis cherchent toujours leur tête de liste, Olivier Faye e Astrit de Villaines, fanno il quadro dei principali raggruppamenti politici francesi di fronte alle elezioni europee che si svolgeranno il maggio prossimo:
“Tranne la France Insoumise (LFI), che ha designato il binomio Charlotte Girard-Manuel Bompard come teste di lista per questo scrutinio, le principali formazioni della scena politica francese, dal partie Les Republicain (LR) alla République en Marche (LRM), passando per il Partie Socialiste (PS) o il Rassemblement National (ex-FN), non hanno ancora trovato dei capilista per le elezioni del 26 maggio 2019.”
Questo dato già da sé rappresenta la profonda differenza tra l’empasse delle forze politiche in campo e la dinamicità dell’organizzazione di Jean-Luc Mèlenchon.
La France Insoumise sta da tempo preparando l’appuntamento elettorale.
Sul “fronte interno” ha selezionato da tempo i suoi candidati, riservando 13 posti a “personalità esterne” con il fine di allargare il movimento, tra cui l’eurodeputato della sinistra socialista Emmanuel Maurel, la cui corrente – che ha ottenuto 18,8% dei suffragi all’ultimo congresso socialista – ha infittito i rapporti con LFI.
Come ha dichiarato Bompard a Le Monde, a proposito dello scambio tra l’ala della sinistra socialista e la France Insoumise: “c’è un gruppo all’interno del PS che ha degli orientamenti vicini ai nostri, notoriamente sull’Europa. Tutti coloro che condividono le nostre analisi sono i benvenuti. In tutti i casi, si sentiranno più al loro posto qui che in una lista guidata da Pierre Moscovici”.
Un’apertura che marca un diverso orientamento, anche sul piano comunicativo da parte di LFI, tesa ad accreditarsi come “testa di lancia” di un fronte politico-sociale ampio.
La sconfitta di Macron è uno degli obiettivi degli insoumis, che vogliono trasformare le elezioni del maggio prossimo in un “referendum contro Macron”, mentre il capofila del binomio verrà indicato “in funzione dello scenario politico e dei nostri concorrenti”, ha dichiarato Charlotte Girard.
Sul “fronte esterno”. l’allargamento dell’”appello di Lisbona” firmato il 12 aprile, estesosi il 27 giugno a forze politiche del nord Europa, insieme al lancio del movimento “Aufstehen” in Germania, sono dei punti di forza per la strategia europea de la France Insoumise.
Il posizionamento politico sulle elezioni europee tra le differenti forze della “sinistra” dell’Esagono ha fin qui portato solo il PCF – che alle ultime legislative ha ottenuto con 600.000 voti pari al 2,7% il risultato peggiore della propria storia – a selezionare il proprio capofila, Ian Brossat che tende “la mano a tutti coloro che vogliono un’altra Europa” e dovrebbe proseguire le discussioni con Génération.S questo autunno, nonostante ci sia un'ala del partito più incline ad un dialogo con LFI.
Génération.S di B.Hamon non è riuscito a concludere un’alleanza con gli ecologisti e non ha ancora annunciato il suo capofila, ed ha visto sempre più declinare l’appeal del progetto europeo, di cui fa parte, lanciato dall’ex ministro delle finanze greco e da DIEM 25, mentre Europe Ecologie-Les Verts ha designato Yannick Jadot, che mira ad un risultato del 15% per raggiungere per l’exlpoit storico del movimento nel 2009.
Dal 23 al 26 agosto, la France Insoumise si è riunita a Marsiglia al parco Chanot, con circa 150 tavoli di discussione e 100 interventi esterni su differenti temi, e Jean-Luc Mèlenchon ha pronunciato il suo discorso finale di due ore la sera del sabato.
“Quando fate un referendum sul Signor Macron, voi fate un referendum sull’Europa. Il Signor Macron attua una politica che “fotocopia” la Commissione Europea e la Signora Merkel”, ha tuonato il leader di FI durante il comizio.
La riforma delle pensioni prevista per la primavera dell’anno prossimo, per esempio, fortemente voluta dalla UE, è nell’agenda di Macron e sarà un terreno di battaglia: “Quando le persone scopriranno questo sistema, quando avranno compreso che l’Europa ha deciso tutto ciò, daranno il loro voto a LFI”.
Le misure d’austerità che si vanno profilando all’orizzonte inserite nella manovra economico-finanziaria di quest’anno per il 2019 e la marcia indietro o la diluizione riguardo ad importanti dossier legati alla questione ambientale (asse portate del programma della LFI), che hanno portato alle dimissioni del Ministro dell’ecologia, sembrano confermare la correttezza dell’impostazione degli insoumis, che legano gli orientamenti politici della politica macroniana ai Diktat di Bruxelles.
Come aveva dichiarato il co-capolista Bompard alle europee per la LFI, in una intervista a l’Heure du Peuple: “c’è una coerenza totale tra il voler sanzionare duramente la politica del governo e quella di rompere con l’Europa della casta. Perché sono gli stessi capricci che dominano all’Eliseo e che occupano gli spiriti dei tecnocrati di Bruxelles”.
La France Insoumise, che non rinuncia al “Piano B”, si presenta quindi alle elezioni capitalizzando il calo drastico dei consensi nei confronti di Macron, il ruolo di vettore di mobilitazioni contro la macronie, che hanno contribuito a disvelare la natura reale delle sue politiche e il ruolo di punta assunto nell’opposizione parlamentare, sapendo coagulare i raggruppamenti della “sinistra” – come nel caso della revisione della legge sul diritto d’asilo e l’immigrazione – o a essere elemento cardine del “fuoco incrociato” delle opposizioni di destra e di sinistra come durante lo scoppio dell’affare Benalla.
Il convegno di Eurostop di domenica 16 settembre: “costruiamo l’area alternativa euromediterranea” al Centro Congressi Cavour a Roma, successivo all’assemblea nazionale capitolina presso il CSA Intifada del giorno prima, sarà una occasione più unica che rara di potere sentire proprio il co-capolista alle elezioni europee di LFI Manuel Bompard (si è in attesa della conferma definitiva), per potere saggiare direttamente il portato di questa formazione ed entrare nel vivo degli scenari politici prossimi e venturi.
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