Come era prevedibile, all’Assemblea generale dell’Onu è andata in
scena l’ennesima battaglia di parole tra gli Usa e l’Iran. Ad alzare
subito i toni dello scontro ci ha pensato il presidente americano Donald
Trump che ha chiesto nuovamente alla comunità internazionale di isolare
l’Iran dal commercio mondiale perché è “lo sponsor principale del
terrorismo”. “I vicini dell’Iran hanno pagato a caro prezzo
l’agenda aggressiva ed espansionistica del regime” ha detto il leader
statunitense che ha accusato i vertici iraniani di “essersi appropriati
indebitamente di miliardi di dollari” dalle cassi statali della
Repubblica islamica per investirli nelle loro guerre di procura. “La
dittatura – ha spiegato – ha usato questi finanziamenti per costruire
missili nucleari, ha aumentato la repressione interna, ha finanziato il
terrorismo e ha alimentato il caos e il massacro in Siria e Yemen.
Pertanto chiediamo a tutte le nazioni di isolare il regime iraniano
finché la sua aggressione continuerà”. Poi, non pago, ha annunciato l’arrivo di nuove sanzioni a partire dal prossimo 5 novembre.
Non si è fatta attendere la risposta iraniana. Secondo il
presidente Rouhani, imporre altre sanzioni al suo Paese vuol dire fare
“terrorismo economico” con l’obiettivo di far cadere il suo governo”.
“E’ ironico – ha aggiunto – come il governo americano non nasconda
affatto il suo piano di rovesciare chi invita al dialogo”. Poi, senza
nominare direttamente Trump, ha sottolineato come alcuni leader mondiali
vogliano minacciare la sicurezza mondiale a causa della loro
“incoscienza e mancanza di rispetto per i valori e le istituzioni”.
“Sfidare il multilateralismo non è un segno di forza – ha tuonato – ma
piuttosto è sintomo di debolezza di intelletto. Rifiutare il
multilateralismo manifesta una “incapacità di capire un mondo complesso e
interconnesso. Il governo Usa, almeno l’attuale
amministrazione, sembra essere determinato a rendere tutte le
istituzioni internazionali inefficaci”.
Parole dure che però non sorprendono affatto: le tensioni tra i due
Paesi, infatti, sono aumentate a maggio quando Trump si è ritirato dallo
storico accordo sul nucleare raggiunto con gli iraniani nel 2015 dal
suo predecessore Obama. Ad agosto, poi, gli Usa hanno imposto nuovamente
un primo giro di sanzioni contro la Repubblica islamica.
Ma la posizione americana – condivisa da Israele che ieri con il suo
ministro alla difesa Lieberman ha parlato di “un discorso
impressionante” – non convince la comunità internazionale. In
particolare gli altri Paesi firmatari dell’accordo – Francia,
Inghilterra, Germania, Cina e Russia – che lunedì hanno deciso di creare
un sistema di pagamento per preservare i rapporti commerciali con
l’Iran aggirando le sanzioni americane. Si chiamerà Special Purpose
Vehicle e ad annunciarlo è stata ieri da New York Federica
Mogherini, alta rappresentante Ue agli Affari esteri. “Gli Stati membri
della Ue istituiranno un’entità giuridica per facilitare le transazioni
finanziarie legittime con l’Iran e ciò consentirà alle società europee
di continuare gli scambi con l’Iran”, ha detto Mogherini riferendosi in
particolare al settore petrolifero. Il sistema ideato dall’Ue è
ancora poco chiaro, così come non è chiaro se aderiranno altri paesi
oltre a quelli europei. Tuttavia, quel che certo è che segnala per
l’ennesima volta la volontà europea di salvare un accordo storico dagli
enormi rivolti economici e commerciali. Mogherini non usa giri
di parole a riguardo: “L’idea – ha spiegato – è quella di creare canali
di pagamento con l’Iran e di proseguire la sua esportazione di petrolio,
gas condensato, prodotti petroliferi e petrolchimici”.
Washington con Israele e i Paesi del Golfo appare sempre più isolato nel suo assalto all’Iran.
Il fronte a difesa dell’accordo per ora è solido: ieri Pechino ha
ribadito che manterrà con Teheran normali rapporti economici. Iniziative
che non piacciono affatto agli americani. Per il Segretario di stato Usa Mike Pompeo sono “profondamente controproduttive per la pace regionale globale e la sicurezza”.
“Sostenendo le rendite al regime – ha spiegato Pompeo – state
consolidando la posizione dell’Iran come sponsor numero uno del
terrorismo”.
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