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27/09/2018

Scontro USA-Iran all'assemblea generale dell'Onu

Come era prevedibile, all’Assemblea generale dell’Onu è andata in scena l’ennesima battaglia di parole tra gli Usa e l’Iran. Ad alzare subito i toni dello scontro ci ha pensato il presidente americano Donald Trump che ha chiesto nuovamente alla comunità internazionale di isolare l’Iran dal commercio mondiale perché è “lo sponsor principale del terrorismo”. “I vicini dell’Iran hanno pagato a caro prezzo l’agenda aggressiva ed espansionistica del regime” ha detto il leader statunitense che ha accusato i vertici iraniani di “essersi appropriati indebitamente di miliardi di dollari” dalle cassi statali della Repubblica islamica per investirli nelle loro guerre di procura. “La dittatura – ha spiegato – ha usato questi finanziamenti per costruire missili nucleari, ha aumentato la repressione interna, ha finanziato il terrorismo e ha alimentato il caos e il massacro in Siria e Yemen. Pertanto chiediamo a tutte le nazioni di isolare il regime iraniano finché la sua aggressione continuerà”. Poi, non pago, ha annunciato l’arrivo di nuove sanzioni a partire dal prossimo 5 novembre.

Non si è fatta attendere la risposta iraniana. Secondo il presidente Rouhani, imporre altre sanzioni al suo Paese vuol dire fare “terrorismo economico” con l’obiettivo di far cadere il suo governo”. “E’ ironico – ha aggiunto – come il governo americano non nasconda affatto il suo piano di rovesciare chi invita al dialogo”. Poi, senza nominare direttamente Trump, ha sottolineato come alcuni leader mondiali vogliano minacciare la sicurezza mondiale a causa della loro “incoscienza e mancanza di rispetto per i valori e le istituzioni”. “Sfidare il multilateralismo non è un segno di forza – ha tuonato – ma piuttosto è sintomo di debolezza di intelletto. Rifiutare il multilateralismo manifesta una “incapacità di capire un mondo complesso e interconnesso. Il governo Usa, almeno l’attuale amministrazione, sembra essere determinato a rendere tutte le istituzioni internazionali inefficaci”.

Parole dure che però non sorprendono affatto: le tensioni tra i due Paesi, infatti, sono aumentate a maggio quando Trump si è ritirato dallo storico accordo sul nucleare raggiunto con gli iraniani nel 2015 dal suo predecessore Obama. Ad agosto, poi, gli Usa hanno imposto nuovamente un primo giro di sanzioni contro la Repubblica islamica.

Ma la posizione americana – condivisa da Israele che ieri con il suo ministro alla difesa Lieberman ha parlato di “un discorso impressionante” – non convince la comunità internazionale. In particolare gli altri Paesi firmatari dell’accordo – Francia, Inghilterra, Germania, Cina e Russia – che lunedì hanno deciso di creare un sistema di pagamento per preservare i rapporti commerciali con l’Iran aggirando le sanzioni americane. Si chiamerà Special Purpose Vehicle e ad annunciarlo è stata ieri da New York Federica Mogherini, alta rappresentante Ue agli Affari esteri. “Gli Stati membri della Ue istituiranno un’entità giuridica per facilitare le transazioni finanziarie legittime con l’Iran e ciò consentirà alle società europee di continuare gli scambi con l’Iran”, ha detto Mogherini riferendosi in particolare al settore petrolifero. Il sistema ideato dall’Ue è ancora poco chiaro, così come non è chiaro se aderiranno altri paesi oltre a quelli europei. Tuttavia, quel che certo è che segnala per l’ennesima volta la volontà europea di salvare un accordo storico dagli enormi rivolti economici e commerciali. Mogherini non usa giri di parole a riguardo: “L’idea – ha spiegato – è quella di creare canali di pagamento con l’Iran e di proseguire la sua esportazione di petrolio, gas condensato, prodotti petroliferi e petrolchimici”.

Washington con Israele e i Paesi del Golfo appare sempre più isolato nel suo assalto all’Iran. Il fronte a difesa dell’accordo per ora è solido: ieri Pechino ha ribadito che manterrà con Teheran normali rapporti economici. Iniziative che non piacciono affatto agli americani. Per il Segretario di stato Usa Mike Pompeo sono “profondamente controproduttive per la pace regionale globale e la sicurezza”. “Sostenendo le rendite al regime – ha spiegato Pompeo – state consolidando la posizione dell’Iran come sponsor numero uno del terrorismo”. 

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