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13/03/2021

Esuli catalani, l’Europa apre la porta al carnefice

Il 13 febbraio scorso si erano svolte le elezioni per la Generalitat de Catalunya che avevano consegnato ancora una volta il comando del Parlamento catalano agli indipendentisti, passati da 70 a 74 seggi.

Doveva essere un segnale forte non solo per lo Stato spagnolo ma anche per l’Unione Europea e invece, a nemmeno un mese dalle elezioni, in un voto a scrutinio segreto il Parlamento europeo ha deciso di ritirare l’immunità parlamentare all’ex Presidente della Generalitat Carles Puigdemont e agli ex consiglieri Toni Comin e Clara Ponsatì, nel frattempo eletti come parlamentari al Parlamento di Bruxelles.

I tre rischiano ora pene pesantissime per aver organizzato il referendum del 1°ottobre 2017. L’Europa ancora una volta ha scelto di schierarsi dalla parte dello Stato spagnolo per una logica di equilibri interni dimostrando ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, che la cosiddetta “Europa dei popoli” è solo un artificio che si è utilizzato nel dare il via alla costruzione dell’Unione, ma nessuno dei “costruttori” ha mai avuto intenzione di andare oltre la retorica.

A favore di questa decisione si sono pronunciati tutti i gruppi liberali e popolari a cui si sono accodati alcuni partiti socialisti, che di socialista oramai hanno solo il nome e alcuni neanche più quello, come il PSOE spagnolo.

A dimostrazione del fatto che l’agenda politica di tutta la destra continentale non può essere influenzata da un problema politico difficilmente gestibile come quello dell’autodeterminazione del popolo catalano e della creazione di una nuova entità statale a cui, irrimediabilmente, seguirebbe la rivendicazione dell’indipendenza nelle altre nazioni senza Stato sparse nell’Unione Europea.

L’Europa ha deciso di gestire in maniera giudiziaria un problema politico fondamentale, che andrebbe a far traballare la già fragile impalcatura su cui si poggia, credendo di poter nascondere la polvere sotto il tappeto e mettere in chiaro in maniera plateale che le minoranze oppresse contano meno, molto meno, degli Stati che hanno dato vita all’Unione. Anche quando questi Stati non rispettano affatto gli standard dei diritti umani e politici dei propri abitanti o sono palesemente Stati fascisti.

Nel confermare la nostra solidarietà ai tre esuli, a tutti i prigionieri politici e all’intero popolo catalano, che proprio in questi giorni continua a subire la repressione di piazza in seguito alle manifestazioni per l’arresto del cantante Pablo Hasel, non possiamo che ribadire la nostra contrarietà a questa Unione Europea che continua a dimostrarsi nemica dei popoli e delle nazioni oppresse, nelle quali vede un nemico della costruzione di un polo che deve dimostrarsi omogeneo e granitico sulla scena mondiale.

Un polo imperialista che potrà essere superato proprio con la costruzione di una nuova Europa di popoli liberi.

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