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15/05/2022

Palestina. Barbarie senza fine. La polizia israeliana carica anche il funerale di Shireen Abu Akleh

La polizia israeliana ha attaccato oggi il convoglio funebre di Shireen Abu Akleh giornalista di Al Jazeera uccisa dalle forze armate israeliane, le cariche sono avvenute mentre i palestinesi portavano la bara della giornalista verso la chiesa di Gerusalemme. Le immagini mostrano che la bara della reporter di Al Jazeera, uccisa mercoledì scorso durante un raid israeliano in Cisgiordania, stava per cadere a terra durante le cariche mentre i palestinesi che la portavano venivano picchiati a calci e con i manganelli.

Una consistente forza di polizia israeliana ha isolato l’ospedale Saint Joseph, dove era conservata la salma di Shireen Abu Akleh, erigendo barricate all’ingresso dell’ospedale e lungo le strade dove sarebbe passato il suo corteo funebre, non permettendo il passaggio di veicoli o pedoni palestinesi.

La polizia a cavallo e decine di poliziotti pesantemente armati hanno poi preso d’assalto i locali dell’ospedale e attaccato decine di persone in lutto che gridavano slogan di condanna dell’occupazione israeliana e innalzavano bandiere palestinesi.

La polizia ha attaccato con bastoni i giovani in lutto che insistevano nel portare a spalla la bara, avvolta in una bandiera palestinese, fino alla Cattedrale dell’Annunciazione della Vergine nella Città Vecchia, dove si si sarebbero svolti i suoi funerali, picchiandoli senza pietà e inondandoli di acqua sporca, prima di permettere infine a un veicolo funebre di trasportare la bara senza essere accompagnato dallo straordinario numero di persone in lutto. Sei palestinesi che partecipavano al corteo funebre sono stati arrestati dalla polizia israeliana dopo essere stati attaccati con delle mazze a Bab al-Khalil, nella Città Vecchia di Gerusalemme.

Decine di giovani sono soffocati per l’inalazione di gas lacrimogeni e sono rimasti feriti con contusioni e fratture.

La polizia ha anche impedito ai giovani di appendere la foto di Abu Akleh e gli striscioni di condanna della sua uccisione alle pareti esterne della chiesa.

Decine di migliaia di persone stavano partecipando al servizio funebre prima che Abu Akleh venisse portata al cimitero di Mount Zion, dove è stata sepolta insieme ai suoi genitori deceduti.

Ancora una volta il mondo ha assistito all’ennesimo atto di barbarie dell’occupazione israeliana in Palestina, una barbarie alla quale la “comunità internazionale” assiste con complicità da settant'anni.

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