Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

12/05/2023

Strage di Brescia - Il governo non sarà parte civile al processo

Il governo non sarà presente come parte civile al nuovo processo sui fatti di Piazza della Loggia nel 1974 poiché ha presentato in ritardo l’istanza di richiesta. È la prima volta che Palazzo Chigi non è parte civile nei procedimenti giudiziari riguardanti la strage bresciana.

Il 28 maggio 1974 una bomba piazzata da militanti dell’organizzazione fascista Ordine Nuovo causò la morte di 8 persone e il ferimento di altre 102, durante una manifestazione organizzata proprio contro il terrorismo nero. Nei vari processi sono già stati individuati diversi responsabili: come mandante Carlo Maria Maggi, come esecutore materiale Maurizio Tramonte, con il coinvolgimento anche di Carlo Digilio, Ermanno Buzzi e Marcello Solfati, deceduti prima della condanna.

Tra chi concretamente ha compiuto la strage potrebbe aggiungersi Roberto Zorzi. Lo scorso 23 marzo c’è stata l’udienza preliminare che ha dato avvio all’iter giudiziario, e solo dopo di essa e la dura reazione dei familiari delle vittime la Presidenza del Consiglio ha presentato l’istanza per costituirsi parte civile.

La giustificazione era stata che Palazzo Chigi non era stato avvertito dell’udienza, e aveva quindi poi cercato subito di porre rimedio. Ma la giudice Francesca Grassani ha accolto l’opposizione dell’imputato alla tardiva costituzione come parte civile, poiché il governo non poteva non sapere dell’inizio del procedimento e perciò manca il presupposto della “forza maggiore” che ha portato al ritardo nell’istanza.

Una situazione che potremmo definire al limite del ridicolo, se solo non ci fosse nulla da ridere. Si tratta di una pagina sanguinosa della storia del nostro paese, su cui a livello giudiziario non è stata ancora fatta completamente chiarezza come in tanti fatti della «Strategia della tensione». E per cui, dicono, a causa di una svista, lo Stato rinuncia a porsi come soggetto danneggiato dalle trame dell’epoca.

La matrice politica, e le relazioni che con tanta parte di quell’eversione nera hanno intrattenuto per anni esponenti della maggioranza, fa sorgere per lo meno il dubbio del perché oggi il governo non sia parte civile nel processo. La figlia di Pino Rauti, imputato anche per la strage di Brescia, è attualmente Sottosegretaria alla Difesa, giusto per fare un esempio senza ovviamente voler dare ereditarietà alle colpe dei padri.

Ma va ricordato che se lo Stato oggi non si presenta come parte lesa è anche perché in un qualche modo anche lo Stato (borghese guidato dalla DC e incardinato nel sistema dell’alleanza atlantica) ha avuto un ruolo nella stagione dello stragismo nero. Maurizio Tramonte era la “fonte Tritone” dei servizi segreti, che durante uno dei processi si sono addirittura sperticati per produrre una velina riguardo una “pista cubana”, dato che quella anarchica era probabilmente inflazionata.

In una fase in cui il posizionamento Euroatlantico è tornato pilastro fondamentale della visione strategica italiana, a un governo di provenienza fascista come gli attentatori, che prendevano esplosivi dalle basi NATO e avevano stretti contatti con organizzazioni stay behind come Gladio, sarà sembrato opportuno non alzare la polvere su un fatto compromettente come questo. E fare anche contenti i propri più duri e puri sostenitori.

In questo modo si mette un altro tassello in una ricostruzione dell’epoca che vuole affermare l’esistenza di opposti estremismi, con la nostra democrazia che vi si ritrovò nel mezzo, piuttosto che sotto attacco da chi aveva paura della montante conflittualità sociale e politica. Propinare dunque una memoria condivisa in cui i fascisti non erano un pericolo eversivo, ma una delle tante formazioni di una stagione per cui oggi serve trovare la pacificazione.

Peccato che non sia ancora così per tanti militanti delle formazioni rivoluzionarie italiane. E peccato sia il sintomo di un forte deteriorarsi della nostra democrazia, sempre più verticale e defraudata di una sana dialettica democratica, mentre è stata instradata definitivamente sul piano inclinato della guerra.

Il filo nero che lega fascisti, servizi segreti e NATO oggi come allora non solo va portato alla luce, ma va spezzato per sviluppare l’alternativa di una società più giusta.

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento