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05/06/2024

L’economia di guerra dilaga in Germania. Anche Lufthansa si butta nel settore militare

In una Germania alle prese da tempo con la recessione, è l’economia di guerra a fare da volano. Sono ormai molte le aziende che si sono gettate a capofitto nel settore militare. Ultima in termine di tempo è la compagnia aerea Lufthansa che intende utilizzare la nuova area di business della Difesa per avanzare in aree sensibili.

Finora, la controllata Lufthansa Technik (LHT) ha servito solo aerei civili, compresi quelli delle forze aeree ma ora – secondo il quotidiano economico tedesco Handesblatt – l’azienda con sede ad Amburgo sta guardano alle attrezzature militari.

“Vogliamo lavorare su sistemi militari per il trasporto di armi”, ha detto a Handelsblatt Sören Stark, CEO di Lufthansa Technik. Naturalmente, questa è una novità per l’azienda. “Ma è stato parte del nostro DNA per decenni comprendere e supportare i nuovi velivoli e la loro tecnologia nel più breve tempo possibile”.

LHT guarda con interesse al programma di spesa di 100 miliardi stanziati dal governo Sholtz per la Bundeswher. Ad esempio, l’azienda sta facendo domanda per la manutenzione e la riparazione dei 30 bombardieri F-35 statunitensi ordinati e dei 60 elicotteri da trasporto modello CH-47 Chinook.

Anche il lavoro al di là della manutenzione e della riparazione è un problema, ad esempio con il successore dell’aereo radar Awacs. La Nato intende sostituire i precedent Boeing E-3 con i moderni E-7. “Potremmo anche modificare il Boeing 737 civile con l’aereo E-7 della NATO negli stabilimenti di Amburgo in un breve arco di tempo” afferma Stark.

Secondo quanto riporta il German County Foreign Relations, il ministero della Difesa tedesco, nel 2024 avrebbe a disposizione 51,8 miliardi di euro, 1,7 miliardi in più rispetto all’anno scorso. Insieme al Fondo speciale di 100 miliardi di euro, che fa parte della Zeitenwende annunciata dal Cancelliere Olaf Scholz per rivedere la politica estera e di sicurezza della Germania, e alle quote di altri ministeri, significa che il governo federale intende mantenere la promessa fatta alla NATO di spendere il 2% del PIL per la difesa nel 2024.

L’obiettivo del 2% della NATO richiederà tuttavia circa 85 miliardi di euro di spesa per la difesa nel 2024.

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