Un primo accordo c'è. L'Iran e l'Agenzia Internazionale per l'Energia
Atomica (AIEA) hanno raggiunto oggi un'intesa su una futura roadmap per
la cooperazione sul programma nucleare iraniano. A darne l'annuncio è
stato il capo dell'agenzia Onu, Yukiya Amano, in conferenza stampa congiunta con il responsabile dell'Agenzia atomica iraniana Ali Akbar Salehi durante la sua visita a Teheran.
Grande riserbo è stato mantenuto sul contenuto dell'accordo, che
dovrebbe vertere sui tempi e le modalità di controllo, da parte degli
ispettori dell'Aiea, dei siti atomici della Repubblica islamica. Un
primo via libera alle ispezioni Onu nel Paese - assenti dal 2007 - era
stato annunciato lo scorso mese a Ginevra dal piano della delegazione
iraniana, nel corso del primo round di colloqui tra l'Iran e le potenze del 5+1.
Allora il negoziatore delegato da Teheran, il vice ministro degli
esteri Abbas Araghchi, aveva presentato la possibile adesione dell'Iran
al protocollo aggiuntivo del Trattato di non-proliferazione nucleare -
che prevede visite a sorpresa degli ispettori Onu in tutti i siti del
Paese - come seconda fase del negoziato con le potenze del 5+1. Prima,
come ha richiesto la delegazione iraniana, ci dovrà essere un
alleggerimento delle sanzioni, oltre al riconoscimento al diritto della
Repubblica islamica di arricchire uranio.
Ma con il nulla di fatto scaturito dal secondo round di colloqui la
settimana scorsa, l'intesa tra Aiea e Iran potrebbe rappresentare un
compromesso di fronte all'opposizione della Francia, che all'ultimo
momento aveva fatto muro a quello che i media americani indicavano come
un accordo già fatto. Se, infatti, il primo giorno di colloqui era
stato pervaso dall'ottimismo e il secondo dall'eccitazione per la
convergenza di tutti i ministri degli Esteri a Ginevra, il capo della
diplomazia francese Laurent Fabius all'ultimo momento aveva parlato di
"elementi di divisione", sottolineando come bisognasse "tener conto
delle preoccupazioni di Israele" e chiedendo "rassicurazioni sul
reattore di Arak e sulle giacenze e l'arricchimento dell'uranio".
Gli sviluppi del negoziato, che inizialmente sembrava galoppare verso
una soluzione positiva all'annosa questione del programma nucleare
iraniano, appaiono ancora incerti, nonostante le concessioni di Teheran -
come lo stop all'arricchimento dell'uranio al 20 per cento, necessario
per costruire un ordigno atomico, e il rallentamento dell'attività del
reattore ad acqua pesante di Arak - e nonostante tutti e sei i
negoziatori siano concordi nel dire che si è "sulla buona strada" per
un'intesa.
Decisive sono state le pressioni di Israele che, per voce del suo
primo ministro Benjamin Netanyahu, ha informato il mondo del fatto che
un alleggerimento delle sanzioni a Teheran sarebbe "un errore di
proporzioni storiche", lamentando il fatto che la Repubblica islamica
conserverebbe comunque i suoi stock di uranio arricchito e sarebbe un
"pericolo" per Tel Aviv. Le urla di Netanyahu hanno raggiunto Parigi e
portato la delegazione francese a sollevare alcune questioni di
precisione sulle intenzioni iraniane. Materia, questa, che verrà
affrontata nel terzo round di colloqui il prossimo 20 novembre.
Fonte
Francia sempre più vergognosa a livello internazionale.
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