Fuori d'Italia il capitalismo funziona in un altro modo. E' in crisi lo stesso, ci mancherebbe, ma riesce a sembrare ancora un sistema "funzionante". Come fa? Beh, qualche volta - non sempre, anche lì stanno regalando centinaia di miliardi di dollari freschi di stampa alle banche - costringono uno speculatore a risarcire i suoi incauti clienti (in questo caso, però, speculatori come il primo; dev'essere per questo che li risarciscono).
JPMorgan Chase ha annunciato di aver raggiunto un accordo con 21 investitori in base al quale verserà 4,5 miliardi di dollari, mettendo così fine a una causa relativa alla crisi dei mutui subprime. La cifra servirà a compensare le perdite che gruppi come Fannie Mae, Freddie Mac, Goldman Sachs, Ing e BlackRock hanno subito per colpa di 330 titoli immobiliari ad alto rischio che JP Morgan e la sua filiale Bear Stearns vendettero tra il 2005 e il 2008.
Ma non è finita qui. Il gruppo - guidato da Jamie Dimon - sta ancora negoziando con il governo federale americano e alcuni Stati Usa un accordo per chiudere un'altra causa, sempre risalente alla crisi dei subprime, che però riguarda il "pubblico", non il "privato". Si parla di almeno 13 miliardi di dollari, ma vi sono compresi i 5,1 miliardi di dollari che la banca ha già pattuito di versare nelle casse di Fannie Mae e Freddie Mac (due società "pubbliche" che gestiscono i mutui immobiliari).
JpMorgan, comunque, sta solo restituendo parte dei soldi pubblici avuti durante e dopo l'esplosione della crisi finanziaria, in seguito al fallimento della quarta banca d'affari del pianeta, Lehmann Brothers. Anche per incorporare Bearn Sterns, evitandone il fallimento, aveva avuto fortissimi aiuti federali. E da oltre un anno, come le altre banche Usa, sta ottenendo una quota degli 85 miliardi mensili che la Federal Reserve inietta sui mercati.
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