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18/03/2016

GB: la guerra di classe del Cancelliere

di Mario Lombardo

Questa settimana, il Cancelliere dello Scacchiere del governo Conservatore britannico, George Osborne, ha presentato alla Camera dei Comuni di Londra il piano per il nuovo bilancio del Regno. In perfetta coerenza con le politiche marcatamente di classe di questi ultimi anni, la proposta prevede ulteriori sacrifici per i redditi più bassi in modo da finanziare tagli al carico fiscale dei ricchi e delle grandi aziende.

Questa nuova tornata di misure di austerity e di regali alle classi più agiate giunge in un frangente segnato dal peggioramento delle condizioni economiche della Gran Bretagna e non solo. Le previsioni di crescita per questo paese sono scese al 2% dal 2,4% per l’anno in corso e al 2,2% dal 2,5% per il 2017.

L’intenzione manifestata da Osborne di raggiungere comunque l’obiettivo fissato di cancellare il deficit di bilancio entro il 2020 avrà perciò pesanti conseguenze sulla spesa pubblica e sul welfare, malgrado il governo abbia ammesso di non poter rispettare il tetto di spesa annuale auto-imposto per quest’ultima voce. Osborne, inoltre, ha confermato come il rapporto tra debito e PIL sia destinato a salire per l’anno fiscale che si concluderà alla fine del mese di marzo.

Quello imposto alle classi più disagiate britanniche da parte dei governi Conservatori è dunque ormai un regime di austerity permanente, senza fine in vista. Una delle iniziative più odiose incluse nella più recente bozza di bilancio è il taglio di oltre 4 miliardi di sterline da qui al 2020 ai fondi destinati al sostegno dei portatori di handicap (Personal Independence Payments, PIP), peraltro già privati di poco meno di 30 miliardi negli ultimi cinque anni.

I tagli saranno implementati attraverso il cambiamento dei criteri con cui vengono assegnati i punteggi per valutare il livello di disabilità di coloro che beneficiano degli aiuti. Secondo i calcoli del Partito Laburista, 640 mila persone perderanno del tutto la quota standard annuale di 2.865 sterline, mentre il resto dei beneficiari passerà da questa cifra ad appena 1.414 sterline l’anno.

La natura di classe delle misure adottate dal governo Conservatore risulta evidente da quelle previste per proseguire il processo di trasferimento di ricchezza verso il vertice della piramide sociale. Mentre i disabili rischiano di perdere poche decine di sterline erogate settimanalmente, così come i pensionati dovranno contribuire maggiormente di tasca propria per i servizi pubblici, ai più ricchi viene regalato un abbassamento delle tasse pari a 523 sterline l’anno. Questo risultato sarà ottenuto aumentando di oltre 2.500 sterline il limite della fascia di reddito per il quale è prevista l’aliquota fiscale più alta.

Non solo, la tassa nominale sulle imprese (Corporate Tax), già a livelli irrisori in Gran Bretagna, scenderà dal 20% al 18%, con la promessa di passare addirittura al 17% nel 2020. A questo proposito, Osborne ha affermato con orgoglio che la tassazione delle imprese nel suo paese sarà la più bassa tra tutti i membri del G-20.

Ancora, l’aliquota sui redditi da capitale sarà tagliata dal 18% al 10%, mentre verrà abolita una tassa del 35% sui profitti delle compagnie petrolifere e dimezzata – dal 20% al 10% – una sovrattassa ugualmente applicata a questi ultimi.

Poco più che simbolica è invece la decisione di applicare una tassa sui produttori di bevande zuccherate. La nuova imposta entrerà in vigore solo nel 2018 e, oltretutto, sarà prevedibilmente scaricata sui consumatori. Nei piani di Osborne non potevano mancare infine le solite promesse di combattere l’evasione fiscale delle grandi aziende per compensare in parte la riduzione del gettito.

L’istituto di ricerca britannico Resolution Foundation ha condotto uno studio complessivo sulle misure contenute nella proposta di bilancio di Osborne, giungendo alla conclusione che, entro il 2020, i nuclei famigliari più poveri perderanno in media 550 sterline l’anno, mentre quelli più ricchi ne guadagneranno 250.

Lo stesso “think tank” con sede a Londra ha poi calcolato che, per raggiungere l’attivo di bilancio, i nuovi tagli alle tasse per i più ricchi obbligheranno il governo a trovare 32 miliardi di sterline per l’anno fiscale 2019-2020. Dove si andrà a cercare il denaro per coprire questo buco non è difficile prevederlo.

La risposta in Parlamento dei Laburisti al “budget” di Osborne è stata affidata al leader del partito, Jeremy Corbyn. Quest’ultimo ha attaccato il governo Conservatore per avere proposto un bilancio “ingiusto” e “pagato da coloro che meno se lo possono permettere”. Corbyn ha inoltre elencato i fallimenti del governo Cameron, tra cui ha incluso lo sforamento del tetto di spesa per il welfare.

Questo riferimento conferma tristemente come anche il Labour britannico sia sostanzialmente a favore dell’austerity, visto che, come ha assicurato recentemente il Cancelliere del governo-ombra, John McDonnell, un futuro governo guidato dal suo partito non aumenterà di una sterlina la spesa sociale, drasticamente tagliata dai Conservatori in questi anni, bensì farà di tutto per “mantenere il debito a un livello sostenibile”.

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