di Mario Lombardo
Questa settimana, il Cancelliere dello Scacchiere del governo
Conservatore britannico, George Osborne, ha presentato alla Camera dei
Comuni di Londra il piano per il nuovo bilancio del Regno. In perfetta
coerenza con le politiche marcatamente di classe di questi ultimi anni,
la proposta prevede ulteriori sacrifici per i redditi più bassi in modo
da finanziare tagli al carico fiscale dei ricchi e delle grandi aziende.
Questa
nuova tornata di misure di austerity e di regali alle classi più agiate
giunge in un frangente segnato dal peggioramento delle condizioni
economiche della Gran Bretagna e non solo. Le previsioni di crescita per
questo paese sono scese al 2% dal 2,4% per l’anno in corso e al 2,2%
dal 2,5% per il 2017.
L’intenzione manifestata da Osborne di
raggiungere comunque l’obiettivo fissato di cancellare il deficit di
bilancio entro il 2020 avrà perciò pesanti conseguenze sulla spesa
pubblica e sul welfare, malgrado il governo abbia ammesso di non poter
rispettare il tetto di spesa annuale auto-imposto per quest’ultima voce.
Osborne, inoltre, ha confermato come il rapporto tra debito e PIL sia
destinato a salire per l’anno fiscale che si concluderà alla fine del
mese di marzo.
Quello imposto alle classi più disagiate
britanniche da parte dei governi Conservatori è dunque ormai un regime
di austerity permanente, senza fine in vista. Una delle iniziative più
odiose incluse nella più recente bozza di bilancio è il taglio di oltre 4
miliardi di sterline da qui al 2020 ai fondi destinati al sostegno dei
portatori di handicap (Personal Independence Payments, PIP), peraltro
già privati di poco meno di 30 miliardi negli ultimi cinque anni.
I
tagli saranno implementati attraverso il cambiamento dei criteri con
cui vengono assegnati i punteggi per valutare il livello di disabilità
di coloro che beneficiano degli aiuti. Secondo i calcoli del Partito
Laburista, 640 mila persone perderanno del tutto la quota standard
annuale di 2.865 sterline, mentre il resto dei beneficiari passerà da
questa cifra ad appena 1.414 sterline l’anno.
La
natura di classe delle misure adottate dal governo Conservatore risulta
evidente da quelle previste per proseguire il processo di trasferimento
di ricchezza verso il vertice della piramide sociale. Mentre i disabili
rischiano di perdere poche decine di sterline erogate settimanalmente,
così come i pensionati dovranno contribuire maggiormente di tasca
propria per i servizi pubblici, ai più ricchi viene regalato un
abbassamento delle tasse pari a 523 sterline l’anno. Questo risultato
sarà ottenuto aumentando di oltre 2.500 sterline il limite della fascia
di reddito per il quale è prevista l’aliquota fiscale più alta.
Non
solo, la tassa nominale sulle imprese (Corporate Tax), già a livelli
irrisori in Gran Bretagna, scenderà dal 20% al 18%, con la promessa di
passare addirittura al 17% nel 2020. A questo proposito, Osborne ha
affermato con orgoglio che la tassazione delle imprese nel suo paese
sarà la più bassa tra tutti i membri del G-20.
Ancora, l’aliquota
sui redditi da capitale sarà tagliata dal 18% al 10%, mentre verrà
abolita una tassa del 35% sui profitti delle compagnie petrolifere e
dimezzata – dal 20% al 10% – una sovrattassa ugualmente applicata a
questi ultimi.
Poco più che simbolica è invece la decisione di
applicare una tassa sui produttori di bevande zuccherate. La nuova
imposta entrerà in vigore solo nel 2018 e, oltretutto, sarà
prevedibilmente scaricata sui consumatori. Nei piani di Osborne non
potevano mancare infine le solite promesse di combattere l’evasione
fiscale delle grandi aziende per compensare in parte la riduzione del
gettito.
L’istituto di ricerca britannico Resolution Foundation
ha condotto uno studio complessivo sulle misure contenute nella proposta
di bilancio di Osborne, giungendo alla conclusione che, entro il 2020, i
nuclei famigliari più poveri perderanno in media 550 sterline l’anno,
mentre quelli più ricchi ne guadagneranno 250.
Lo stesso “think
tank” con sede a Londra ha poi calcolato che, per raggiungere l’attivo
di bilancio, i nuovi tagli alle tasse per i più ricchi obbligheranno il
governo a trovare 32 miliardi di sterline per l’anno fiscale 2019-2020.
Dove si andrà a cercare il denaro per coprire questo buco non è
difficile prevederlo.
La
risposta in Parlamento dei Laburisti al “budget” di Osborne è stata
affidata al leader del partito, Jeremy Corbyn. Quest’ultimo ha attaccato
il governo Conservatore per avere proposto un bilancio “ingiusto” e
“pagato da coloro che meno se lo possono permettere”. Corbyn ha inoltre
elencato i fallimenti del governo Cameron, tra cui ha incluso lo
sforamento del tetto di spesa per il welfare.
Questo riferimento
conferma tristemente come anche il Labour britannico sia sostanzialmente
a favore dell’austerity, visto che, come ha assicurato recentemente il
Cancelliere del governo-ombra, John McDonnell, un futuro governo guidato
dal suo partito non aumenterà di una sterlina la spesa sociale,
drasticamente tagliata dai Conservatori in questi anni, bensì farà di
tutto per “mantenere il debito a un livello sostenibile”.
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