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15/06/2016

Pensioni. L’idea del “prestito” è peggio della penalizzazione

I titoli dei giornali e i servizi delle televisioni enfatizzano: “in pensione prima con il prestito senza penalizzazioni”.

Il Governo, ed il rubicondo ministro Poletti, come tutti i truffatori sono maestri nell’enfatizzare ciò che non esiste e a nascondere la fregatura.

La proposta del prestito è peggio della penalizzazione.

Perché? Semplice.
Il prestito è esattamente la penalizzazione, con l’aggiunta del pagamento degli interessi. Mazziati e cornuti.

Spiegamolo meglio.

Con la penalizzazione. Calcolando che la tua aspettativa di vita (cioè quando passerai a miglior vita) sia di 20 anni dopo essere andato in pensione, e tu vuoi anticipare la pensione mettiamo di 3 anni, il costo di questo anticipo viene tolto mensilmente dal reddito della pensione in modo tale che la cifra totale spesa dall’INPS nell’arco dei 23 anni sia identica a quella che avrebbe pagato per i 20. La famosa penalizzazione del 3%  non è altro che la rata con cui l’INPS si riprende ciò che ti ha dato in anticipo.

È esattamente ciò che ripropone il Governo con il prestito. Ti do i soldi in anticipo e poi me li restituisci nei prossimi 20 anni.

Guardate, i numeri non sono casuali: 67 età anagrafica per la pensione meno 3 (l’anticipo previsto) fa 64, più 20 fa 84 anni che è l’aspettativa di vita calcolata con abbondanza, dato che la proposta riguarda proprio i nati dal 1951 al 1955, quindi con un età, nel 2017, tra i 62 e 66 anni.

I conti come si vede tornano, ma i soldi no. Perché?

La prima truffa. Il prestito è elargito dalle banche, con gli interessi pagati ovviamente dai neo pensionati.

La seconda. Essendo un prestito, va pagato anche quando il pensionato è deceduto,  mentre la penalizzazione no.

Questi signori sono proprio dei mascalzoni.

Non ho parole invece per Cgil, Cisl, e Uil, che parlano di “apprezzabili novità”...

La cosa più incredibile non è solo questo giudizio sulla nuova rapina ai danni dei lavoratori, ma che con la probabile firma dell’accordo col governo si convalida per la seconda volta, da parte di Camusso e soci, e si accettano i contenuti della riforma Fornero. Prima con il silenzio, ora addirittura con una firma che “migliora” la controriforma,  lasciando immutato l’impianto: cioè 67 anni ed il sistema contributivo.

E poi si mandano le lettere di solidarietà ai lavoratori francesi. L’ipocrisia non ha limiti!

Ora però spetta a noi un colpo di orgoglio e di dignità.
Facciamo vedere che esistiamo e non siamo solo bamboccioni di ogni età da truffare a piacimento.

Vedi anche qui.

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