Lo aveva perfino dichiarato nel suo recente “discorso sullo stato dell’Unione”, Donald Trump. La frase era forse passata inosservata ai più, ma il concetto era stato chiaro: “gli Stati Uniti devono modernizzare il loro arsenale nucleare, con la speranza di non doverlo usare più”.
Detto, fatto: con l’aggiornamento del Nuclear Posture Review, il protocollo che praticamente definisce il ruolo delle armi nucleari all’interno delle strategie militari degli Stati Uniti, il Pentagono rende evidente quella che possiamo definire “la dottrina Trump” sugli armamenti atomici.
Testate depotenziate, mini-bombe atomiche da utilizzare per attacchi mirati, chirurgici. Meno vittime, e la teorica possibilità di poterle utilizzare senza innescare una reazione ed una rappresaglia nucleare totale.
D’altra parte, avere a disposizione armamenti atomici “smart” (si perdoni l’oscena definizione, ma il concetto è quello), crea le condizioni strategiche e persino “etiche” per un loro maggiore utilizzo.
Cambio di rotta netto rispetto alle recenti politiche nucleari degli Stati Uniti, che in particolare durante il doppio mandato di Obama parevano indirizzate verso un progetto di contenimento e riduzione*. L’attuale amministrazione invece ha una visione diversa, e la dottrina delineata “affonda le sue radici in una valutazione realistica sulla sicurezza globale, nella necessità di avere un deterrente verso l’uso delle armi più distruttive del mondo”.
Il nuovo riarmo nucleare degli Stati Uniti ha due livelli di motivazione diversi: il primo pensiero va alla Corea del Nord e all’Iran, ma lo sguardo in realtà è rivolto alla Cina e sopratutto alla Russia.
E’ Putin a preoccupare Trump: il timore che possa sviluppare un’arma nucleare tecnologicamente avanzata ed in grado di fare molti danni esiste, ed è affrontato con preoccupazione dagli analisti e dai vertici dell’attuale amministrazione USA.
A far paura – e pare la sceneggiatura di un film di spionaggio, ma non è così – sarebbe una nuova tipologia di armamento di cui si starebbe dotando la Russia: nome in codice Kanyon. Si tratta di un veicolo subacqueo guidato a distanza in grado di portare una bomba termonucleare di devastante potenza. Tale dispositivo, secondo la CIA, sarebbe in fase di sviluppo.
Ed ecco, quindi, la risposta di Trump: rinnovamento dell’arsenale nucleare ed introduzione di queste “mini bombe” atomiche strategiche.
Fonte
* opinabile, visto il megapiano obamiano di aggiornamento dell'arsenale, segnatamente quello tattico con l'aggiornamento degli ordigni B61.
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