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03/12/2019

Il Qwi hsi ling a stelle e strisce

“Joshua Wong ha distorto la realtà, legittimato la violenza e chiesto l’ingerenza di forze straniere negli affari di Hong Kong. I politici italiani che hanno fatto la videoconferenza con lui hanno tenuto un comportamento irresponsabile“.

Questa affermazione dell’ambasciatore cinese, che tanto ha fatto arrabbiare i vari lacchè filo-NATO, non ha in se nulla di pregiudizievole verso i parlamentari italiani, fotografa semplicemente quello che il brutto pupazzo utilizzato dagli USA (repubblicani o democratici non fa differenza) sta facendo.

Non stupiscono neanche i risentiti commenti di parlamentari filo-NATO, dalla Lega a Fd’I, passando per il Partito Radicale e il PD, che anche senza Renzi dimostra il suo servilismo ai padroni Atlantici.

Effettivamente l’ambasciatore cinese ha ragione nel dire che questi politici (?) sono irresponsabili, perché cosa dovremmo dire e fare se i cinesi (o il governo austriaco) dessero manforte e credito a un leader secessionista del sud Tirolo?

Il PD, in particolare, non ha memoria scordando come gli USA avessero tentato nel primo dopo-guerra la secessione della Sicilia dall’Italia, appoggiandosi alla mafia italo-americana, la quale usò a sua volta il bandito Giuliano; ma una volta costituita la NATO ed evitato il “pericolo rosso”, lo eliminarono e con lui anche l’esecutore Pisciotta.

Joshua Wong sarebbe dovuto arrivare in Italia per un convegno promosso dalla Fondazione Feltrinelli, editore fondatore che giova ricordare fu assassinato e fatto ritrovare morto in un finto attentato sicuramente con l’appoggio della Cia; ma questo il PD e i suoi “intellettuali” si guardano bene dal ricordare.

Come al solito, nella loro furia filo-NATO, i politici “responsabili” picconano l’unica cosa intelligente prodotta dalla nostra politica estera, ovvero il progetto della “via della seta” che ci farebbe terminale europeo primario negli scambi con la Cina; che è il futuro economico, visto che gli USA sono agli sgoccioli della loro egemonia economica e se saltasse se ne avvantaggerebbe la Germania.

Una riflessione sulla smania USA rispetto ad Hong Kong e ai rivoltosi in stile Maidan è il caso di farla.

È chiaro che con tutto lo sforzo possibile Hong Kong non potrà staccarsi dalla Cina, a meno di una nuova “guerra dell’oppio”, perché è territorialmente al suo interno e qualsiasi intervento militare marittimo sarebbe semplicemente suicida; e la Cina ha aspettato con pazienza per 150 anni che i colonialisti europei se ne andassero per riprendersi la loro sovranità e non permetterà che possa accadere di nuovo.

Quello che gli USA stanno facendo, utilizzando le loro “teste di legno”, è ciò che normalmente hanno fatto e fanno in giro per il mondo: destabilizzano i governi che assumono come nemici per impoverirli, poi se riescono a farli cadere, tanto meglio per depredarli.

I manifestanti di Hong Kong, presi dalla propaganda occidentale, non riescono a capire di essere uno strumento contro se stessi, si illudono che con l’aiuto degli USA Hong Kong potrà dichiararsi indipendente e per questo sventolano le bandiere degli States; la loro protesta non è per i diritti civili, è perché pensano di essere occidentali succubi di biechi comunisti, sono cripto-fascisti, dimenticando come i “britannici” trattavano da paria i cinesi della colonia.

Il risultato della protesta dei teppisti-democratici sarò che la Cina sposterà verso il continente i meccanismi economici di Hong Kong, di fatto depotenziando la città a una pedina secondaria, e militarizzerà porto e aeroporto.

Il futuro di Joshua Wong sarà quello di essere ricordato come il Quisling di turno, capo fantoccio degli occupanti nazisti della Norvegia, ma nella versione cinese: Qwi hsi ling.

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