L’amministrazione marchigiana di Francesco Acquaroli ha deciso di cancellare il contributo da 70.000 euro già stanziato dalla giunta precedente per l’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione delle Marche.
È il solito discorso: sprovvisti di ogni riferimento culturale ormai da 80 anni, vittima conclamata di un complesso d’inferiorità grande così, la destra si rifugia dietro quello che sa fare meglio: usare il manganello contro il nemico.
Capisco che una coalizione nata durante una cena in memoria della Marcia su Roma non possa guardare con simpatia alla Resistenza, a chi l’ha fatta e a chi la studia, ma almeno – parlo perché conosco i miei polli – si eviti la cazzata del risparmio: la manovra di Acquaroli muoverà un totale di 523 milioni di euro in tre anni, finanziando cose come i centri antiviolenza dedicati «anche» agli uomini, la sagra della cozza e diverse celebrazioni per santi patroni di ogni ordine e grado.
Non è parsimonia, è proprio che sono fascisti.
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