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14/05/2021

Pare che Luana...

Pare...

Pare che anche il secondo orditoio della ditta tessile in cui lavorava ed ha perso la vita Luana D’Orazio avesse le protezioni rimosse.

Pare che Luana fosse stata assunta con una qualifica, catalogatrice, che nulla aveva a che vedere con l’uso di un orditoio.

Pare che Luana non fosse stata formata, o almeno adeguatamente formata, all’uso dell’orditoio in cui ha perso la vita.

Pare che la titolare della ditta sia sotto inchiesta con l’ accusa di omicidio colposo.

Non vi Pare ce ne sia abbastanza per dire che Luana, come tante e tanti altri prima di lei, sia morta di capitalismo?

Non vi Pare sia giunta l’ora di una riforma profonda e fortemente più rigida delle norme in essere a tutela della salute e della sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori nei luoghi di lavoro?

Non vi Pare che le richieste burocratiche avanzate dai segretari generali di Cgil Cisl e Uil al Ministro del Lavoro Orlando, su cui lo stesso concorda e pomposamente annuncia come risolutive, non siano assolutamente adeguate ad affrontare seriamente la strage in essere nei posti lavoro?

E per concludere, non vi Pare sia giunto il momento per il movimento sindacale di classe di porre la questione delle responsabilità dirette dei padroni negli omicidi sul lavoro prevedendo non solo un controllo asfissiante a che sia garantito il rispetto totale delle previsioni di legge e il loro adeguamento, ma anche attraverso l’introduzione nel nostro ordinamento del reato di omicidio sul lavoro con pene talmente pesanti da indurre i padroni a considerare la convenienza di agire come la padrona di Luana ha fatto condannandola a morte?

A noi Pare proprio di si.

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