Le forze armate ucraine hanno lanciato una controffensiva per la terza volta alla vigilia del vertice della NATO, che si terrà a Vilnius l’11-12 luglio, ha dichiarato Igor Kimakovsky, consigliere del capo ad interim della DPR ripreso dall’agenzia russa Ria Novosti.
“Ieri è stato possibile affermare che prima del vertice NATO di Vilnius, hanno lanciato la terza ondata della controffensiva e hanno scelto come base la stessa direzione Zaporozhye. Ora tutto dal Dnepr sta bruciando quasi fino alla giunzione nel Regione di Zaporozhye e Repubblica popolare di Donetsk“, ha affermato Kimakovsky, aggiungendo che le azioni non hanno successo: le forze armate ucraine “non riescono nemmeno a sfondare la prima linea di difesa“.
“Sulla base della natura delle azioni, si può presumere che la sezione Svatovo-Kremennaya sia considerata dal comando ucraino un’alternativa alla direzione sud, dove i militari ucraini non hanno avuto risultati significativi per molto tempo“, ha sottolineato l’esperto militare russo Andrej Marochko.
L’offensiva ucraina nelle direzioni Yuzhnodonetsk, Zaporozhye, Artemivsk è iniziata il 4 giugno, mentre l’attacco principale delle forze armate ucraine si è concentrato sul settore Zaporizhzhya.
Kiev ha gettato in battaglia brigate addestrate dalla NATO e armate con equipaggiamento occidentale, compresi i carri armati Leopard 2, molti dei quali però sono stati rapidamente distrutti dall’artiglieria e dall’aviazione russa.
L’agenzia Interfax Ucraina riferisce che il vice ministro della Difesa ucraino Hanna Maliar ha parlato dell’avanzata delle truppe ucraine lungo il fianco meridionale attorno a Bakhmut e nel sud, nonostante il fatto che i russi stiano ora mobilitando tutte le proprie forze per bloccare l’offensiva delle forze armate ucraine
La viceministra della difesa ucraina segnala invece che le forze russe stanno ora avanzando con forza in direzione di Lyman, così come a Svativsky e Bakhmut, dove stanno creando una “difesa a tre livelli“.
Inoltre ha dichiarato che la situazione al fronte sta cambiando, ad esempio in direzione Svativsky, dove domenica anche i russi hanno lanciato un’offensiva, con la città che è passata di mano più volte tra le parti in conflitto.
Il portavoce del Centro stampa congiunto delle forze di difesa ucraine di Tavria, Valeriy Shershen, parla di un avanzamento fino a 2 chilometri in profondità della difesa nemica in direzione di Berdiansk con i militari ucraini stanno prendendo piede nelle posizioni occupate.
Shershen ha sottolineato che il nemico resiste ferocemente, tuttavia i combattenti ucraini stanno sistematicamente facendo pressione sulle sezioni frontali e “distruggendo senza pietà” il potenziale di combattimento delle forze russe.
Dalla sintesi delle varie fonti di diversa natura, però, si evince che la necessità ucraina di arrivare con qualche risultato al vertice Nato di Vilnius i prossimi 11 e 12 luglio, dovrà fare i conti con una realtà sul campo che non sembra fare sconti alle aspettative di Kiev.
Avanzare di 2 km nella “zona grigia” (la terra di nessuno prima delle fortificazioni russe) è un risultato ben misero che neanche la propaganda riesce più a vendere, soprattutto se poi si diventa bersaglio dell’artiglieria e dell’aviazione nemica.
La cosiddetta offensiva ucraina somiglia sempre più ad un tritacarne, come scrive l’esperto di intelligence Guido Olimpio sul Corriere della Sera: “I comunicati ufficiali sono sempre positivi, combinati con le testimonianze dei soldati su quanto sia complesso e costoso il loro compito. Spesso si tratta di postazioni create dagli stessi ucraini e ora in mano all’avversario.
A Oriente, però, la resistenza deve vedersela con un contrattacco tenace da parte dell’Armata russa in numerose località. La tattica di entrambi è evidente: acquisizione di territorio, costringere il nemico a impegnare forze che potrebbero servire altrove, logorare“.
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