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05/05/2025

“Drone Wall”, il progetto NATO a guida europea ai confini con la Russia

L’alleanza atlantica ha messo in cantiere un progetto dal nome Drone Wall. Questo “muro” sarà costituito da una rete di droni e sistemi anti-drone che si estenderà dalla Norvegia alla Polonia, ovvero circa 3 mila chilometri. La minaccia propagandata come origine di questo programma è ovviamente l’aggressività di Mosca.

Sono sette i paesi coinvolti, innanzitutto quelli sul confine con la Russia: Norvegia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia. Il sesto paese che si è posto a guida del progetto è la Germania, come principale pivot del riarmo europeo. Questa iniziativa si mostra come un ulteriore tentativo di sviluppare sistemi di difesa comune europea autonomi dagli USA, ma comunque nella cornice della NATO.

Sembra che alcuni lavori per questo progetto siano già cominciati. Infatti, esso dovrebbe in un qualche modo porsi in sinergia con l’iniziativa polacca East Shield, finalizzata a rafforzare le infrastrutture di confine del paese. Intanto, l’Estonia avrebbe già previsto al riguardo uno stanziamento di 12 milioni di euro per i prossimi tre anni.

Il Drone Wall ha grande importanza anche per l’integrazione di tutta una serie di sistemi tecnologici avanzati, che esprimono la frontiera della competizione economica e anche di quella militare. Non solo droni, ma anche Intelligenza Artificiale, sensori e piattaforme mobili a terra, satelliti nel cielo per il controllo in tempo reale dei confini.

Tra i primi ad avvantaggiarsene sarà appunto un’azienda tedesca, Quantum Systems. Già a febbraio aveva annunciato l’obiettivo di raddoppiare la sua produzione di droni in Ucraina, terreno di sperimentazione per le nuove forme della guerra. Le sue strutture ucraine sono state visitate poco dopo da una delegazione del Parlamento Europeo, guidata da Pina Picierno.

Secondo Martin Karkour, uno dei dirigenti vendite di Quantum Systems, un primo livello operativo potrebbe essere attivo già entro un anno. “La tecnologia necessaria è già pronta – ha dichiarato – ma è imperativo che ci sia un coordinamento politico a livello dell’Unione Europea o dell’alleanza atlantica per portare avanti questo sistema di difesa”.

Come l’iniziativa si inserisca perfettamente dentro la logica del riarmo europeo è confermato da altre sue dichiarazioni: “i sistemi di produzione europea garantiscono l’autonomia strategica e mantengono i dati sensibili sotto il controllo europeo”. Il Drone Wall è uno strumento di affermazione strategica europea e di competizione anche sulla gestione dati.

I media tedeschi, in questo periodo, hanno puntato i riflettori su Uranos AI, un progetto delle forze armate di Berlino, altamente strategico e dal valore di 80 milioni di euro, che ha lo scopo di implementare un sistema di monitoraggio IA su larga scala, il cui settore di utilizzo dovrebbe essere proprio il confine orientale della NATO, in particolare la Lituania.

I comandi tedeschi vogliono testare soluzioni differenti, muovendosi però abbastanza in fretta da rendere operativo il sistema già entro il 2026. Secondo alcune indiscrezioni, sembra siano cinque le imprese che hanno presentato delle proposte per Uranos AI, e oltre a colossi conosciuti come Airbus, Rheinmetall e Hensoldt, ci sarebbero anche Helsing e Quantum Systems.

Nomi e tempistiche appaiono perfettamente complementari a far sì che Uranos AI diventi un pilastro importante del Drone Wall. Del resto, anche l’amministratore delegato di Helsing ha commentato quest’ultimo progetto dicendo che potrebbe rappresentare “un deterrente convenzionale decisamente credibile”.

Helsing, dal valore di circa cinque miliardi di euro – la start-up del settore della difesa più valorizzata d’Europa – e Quantum Systems sono fortemente specializzate in tecnologie per droni e IA, e sono dunque due attori da tenere d’occhio nello svilupparsi del complesso militare-industriale europeo.

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