Concentriamoci preliminarmente su un elemento nascosto ma presente nei talentshow di Maria: il Pianto.
Il
Pianto è ricorrente all’interno delle trasmissioni di Maria sia come
sofferenza e accettazione dell’esclusione ma anche come espressione di
estrema gioia per un’inaspettata “chiamata” dopo la prova di fronte al
mondo.
Il pianto dell’adolescente
misura la distanza tra aspettativa e realtà che spesso non combaciano
creando incertezza e senso di non sapersi integrare in quel mondo
complesso quale appunto quello degli adulti. E’ realtà che alcuni dei
vincitori di Maria non sono riusciti ad avere poi quel percorso che
sembrava prefigurarsi nonostante le loro eccezionali capacità. E la mia
speranza è che siano riusciti a liberarsi di quel sogno che li
costringeva al successo infinito che si rinnova sempre e secerne
quantità di adrenalina delle quali poi siamo schiavi a vita.
Il
Pianto segna comunque un momento della fase delle nostre vite ed assume
sempre connotati differenti a seconda dell’età e chiaramente della
circostanza. Lo spettacolo anzi gli spettacoli di Maria sono appunto
incentrati sul Pianto ed è un peccato che Fazio si sia limitato come
sempre a non affondare ogni volta che di fronte a lui si sono seduti
personaggi che del Pianto hanno fatto il proprio tesoro. Addirittura
Maria mise in onda delle sequenze registrate c.d. Rvm
(registrazioni o riversamenti video magnetici) dove le formazioni
avverse parlavano male dei singoli componenti l’una dell’altra creando
così attriti che poi in trasmissione generavano l’epilogo in scontri o
riconciliazioni. Insomma cose gravi prodotte con disinvoltura. Elementi
psicologici neanche tanto subliminali che un genitore andando in
soccorso al figlio avrebbe dovuto leggere immediatamente ridisegnando
una funzione del pianto ben diversa anche necessaria ma sempre orientata
ad un migliorarsi. Il fatto che Maria faccia fare degli zoom sui
genitori presenti che partecipano è per rassicurare quelli a casa che i
loro figli sono in mani buone. La tv spesso si tiene accesa senza
seguirla attentamente e certi simbolismi purtroppo entrano dentro le
nostre menti anche se esse sono tese a criticare prima di condividere.
Qui
entra in scena Matteo che in un contesto di Pianto esorta a seguire i
propri sogni. Abbastanza stridente almeno ai miei occhi ma probabilmente
anche a molti di voi. Vien di getto cercare di capire quali siano i
sogni nel 2013 e se la sostanza dei sogni del giovane fiorentino siano
un modello culturale estensibile ad un intera massa. Matteo è lì per
dire che lui può aiutare a raggiungere certi traguardi personali. E che
se loro sono disposti a sognare lui li proteggerà dalla cattiva
politica. L’esempio del Brunelleschi è stato l’unico riferimento ad un
contenuto di sostanza mista laico-cattolica intesa come parte
architettonica su cui sono state fatte rappresentazioni pittoriche con
specifici significati. Un modo di introdurre categorie contrapposte come
bene-male quindi merita di essere analizzato. La realizzazione della
cupola è stato sicuramente un primato dell’architettura e quindi
dell’arte della creazione materiale da parte di mano umana alla vista
della quale chiunque rimane sbalordito. Un esempio eccezionale a cui
Matteo si riferisce. Un rimando ad altri nella sostanza visto che lui di
eccezionale ancora non ha fatto granché. Nell’azione politica propria e
del suo partito invece la magnificenza si traduce più che nel senso
artistico in quello pratico delle infrastrutture, categoria laica ma non
troppo. Quindi già una prima riflessione toglie l’incanto alle belle
parole piene di speranza e luminosità di Matteo. Così i sogni devono
essere spiegati meglio se da politico pulito e paterno vuole svolgere
anche una funzione qualificata di indicazione di un senso. Visto che le
sue dichiarazioni erano condannate dai tempi televisivi ristretti dove
tutto non può esser detto potremmo noi andare ad affondare nella
concezione delle categorie bene-male a cui Matteo potrebbe riferirsi per
delineare i contorni dei suoi sogni prendendo uno spunto dalla sua
biografia, condizione importante di ogni persona. La cupola appunto non
ha solo una parte architettonica ma riporta dei significati negli
affreschi e nei dipinti. Possiamo ricordare il Giudizio Universale del Vasari e la rappresentazione dei Ventiquattro anziani dell’Apocalisse
seguiti da altri capolavori come il Cristo che si strappa le vesti,
Satana e l’Inferno. Insomma tutti i simboli che servivano nel XV secolo a
gestire la situazione. Si può dire che anche Matteo utilizzi il Pianto
come espiazione? Utilizzandolo per pulire la coscienza come anche
conferma la psicoanalisi? L’insorgere del pianto alle volte è segno di
un avvio verso la guarigione, verso il sogno?
Sicuri
che Matteo non porta avanti un esercizio tanto profondo partiamo dal
considerare la sua formazione e cosa lui intenda appunto per sogno.
Ricercando nel suo trascorso fiorentino emerge un suo impegno
giornalistico di alcuni anni fa che ad oggi riparte con un nuovo
progetto editoriale. La rivista si chiama Camminiamo Insieme che
introduce messaggi e giudizi di valore cattolici e che sembra animare la
sostanza del rapporto tra Maria e Matteo. Il fiuto qui mi porta a fare
un passaggio su www.agesci.org/home.php dove Camminiamo Insieme trova dei significati.
Matteo
e Maria dovrebbero spiegarlo meglio ai loro ragazzi e comunque il
rischio vero sta nel fatto che la cupola del Brunelleschi venga confusa
con la Tav.
per Senza Soste, Jack RR
3 aprile 2013
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