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05/04/2013

Matteo Renzi e Maria De Filippi gestiscono il Pianto

E’ una simbiosi la sostanza del rapporto tra Matteo e Maria. Esortare a correre dietro ai sogni tutti coloro che sono già a rincorrerli è un operazione che trova una giustificazione immediata e quindi è cassa di risonanza mediatica certa.

Concentriamoci preliminarmente su un elemento nascosto ma presente nei talentshow di Maria: il Pianto.

Il Pianto è ricorrente all’interno delle trasmissioni di Maria sia come sofferenza e accettazione dell’esclusione ma anche come espressione di estrema gioia per un’inaspettata “chiamata” dopo la prova di fronte al mondo.

Il pianto dell’adolescente misura la distanza tra aspettativa e realtà che spesso non combaciano creando incertezza e senso di non sapersi integrare in quel mondo complesso quale appunto quello degli adulti. E’ realtà che alcuni dei vincitori di Maria non sono riusciti ad avere poi quel percorso che sembrava prefigurarsi nonostante le loro eccezionali capacità. E la mia speranza è che siano riusciti a liberarsi di quel sogno che li costringeva al successo infinito che si rinnova sempre e secerne quantità di adrenalina delle quali poi siamo schiavi a vita.

Il Pianto segna comunque un momento della fase delle nostre vite ed assume sempre connotati differenti a seconda dell’età e chiaramente della circostanza. Lo spettacolo anzi gli spettacoli di Maria sono appunto incentrati sul Pianto ed è un peccato che Fazio si sia limitato come sempre a non affondare ogni volta che di fronte a lui si sono seduti personaggi che del Pianto hanno fatto il proprio tesoro. Addirittura Maria mise in onda delle sequenze registrate c.d. Rvm (registrazioni o riversamenti video magnetici) dove le formazioni avverse parlavano male dei singoli componenti l’una dell’altra creando così attriti che poi in trasmissione generavano l’epilogo in scontri o riconciliazioni. Insomma cose gravi prodotte con disinvoltura. Elementi psicologici neanche tanto subliminali che un genitore andando in soccorso al figlio avrebbe dovuto leggere immediatamente ridisegnando una funzione del pianto ben diversa anche necessaria ma sempre orientata ad un migliorarsi. Il fatto che Maria faccia fare degli zoom sui genitori presenti che partecipano è per rassicurare quelli a casa che i loro figli sono in mani buone. La tv spesso si tiene accesa senza seguirla attentamente e certi simbolismi purtroppo entrano dentro le nostre menti anche se esse sono tese a criticare prima di condividere.

Qui entra in scena Matteo che in un contesto di Pianto esorta a seguire i propri sogni. Abbastanza stridente almeno ai miei occhi ma probabilmente anche a molti di voi. Vien di getto cercare di capire quali siano i sogni nel 2013 e se la sostanza dei sogni del giovane fiorentino siano un modello culturale estensibile ad un intera massa. Matteo è lì per dire che lui può aiutare a raggiungere certi traguardi personali. E che se loro sono disposti a sognare lui li proteggerà dalla cattiva politica. L’esempio del Brunelleschi è stato l’unico riferimento ad un contenuto di sostanza mista laico-cattolica intesa come parte architettonica su cui sono state fatte rappresentazioni pittoriche con specifici significati. Un modo di introdurre categorie contrapposte come bene-male quindi merita di essere analizzato. La realizzazione della cupola è stato sicuramente un primato dell’architettura e quindi dell’arte della creazione materiale da parte di mano umana alla vista della quale chiunque rimane sbalordito. Un esempio eccezionale a cui Matteo si riferisce. Un rimando ad altri nella sostanza visto che lui di eccezionale ancora non ha fatto granché. Nell’azione politica propria e del suo partito invece la magnificenza si traduce più che nel senso artistico in quello pratico delle infrastrutture, categoria laica ma non troppo. Quindi già una prima riflessione toglie l’incanto alle belle parole piene di speranza e luminosità di Matteo. Così i sogni devono essere spiegati meglio se da politico pulito e paterno vuole svolgere anche una funzione qualificata di indicazione di un senso. Visto che le sue dichiarazioni erano condannate dai tempi televisivi ristretti dove tutto non può esser detto potremmo noi andare ad affondare nella concezione delle categorie bene-male a cui Matteo potrebbe riferirsi per delineare i contorni dei suoi sogni prendendo uno spunto dalla sua biografia, condizione importante di ogni persona. La cupola appunto non ha solo una parte architettonica ma riporta dei significati negli affreschi e nei dipinti. Possiamo ricordare il Giudizio Universale del Vasari e la rappresentazione dei Ventiquattro anziani dell’Apocalisse seguiti da altri capolavori come il Cristo che si strappa le vesti, Satana e l’Inferno. Insomma tutti i simboli che servivano nel XV secolo a gestire la situazione. Si può dire che anche Matteo utilizzi il Pianto come espiazione? Utilizzandolo per pulire la coscienza come anche conferma la psicoanalisi? L’insorgere del pianto alle volte è segno di un avvio verso la guarigione, verso il sogno?

Sicuri che Matteo non porta avanti un esercizio tanto profondo partiamo dal considerare la sua formazione e cosa lui intenda appunto per sogno. Ricercando nel suo trascorso fiorentino emerge un suo impegno giornalistico di alcuni anni fa che ad oggi riparte con un nuovo progetto editoriale. La rivista si chiama Camminiamo Insieme che introduce messaggi e giudizi di valore cattolici e che sembra animare la sostanza del rapporto tra Maria e Matteo. Il fiuto qui mi porta a fare un passaggio su www.agesci.org/home.php dove Camminiamo Insieme trova dei significati.

Matteo e Maria dovrebbero spiegarlo meglio ai loro ragazzi e comunque il rischio vero sta nel fatto che la cupola del Brunelleschi venga confusa con la Tav.

per Senza Soste, Jack RR

3 aprile 2013

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