Il capo della principale banca italiana ammette, “ma non si devono
toccare i conti sotto i 100mila euro o quelli assicurati, e deve essere
un sistema comune in tutta Europa, solo per le banche a rischio
fallimento”.
A Cipro hanno fatto le prove generali di un nuovo "modello
europeo": per salvare le banche, invece di dar loro soldi pubblici o
stampare moneta - com'è stato fatto finora, aumentando il debito
pubblico - basta espropriare i correntisti. Almeno quelli sopra i
100.000 euro.
Non vi sembra interessante sapere che il sacro
principio della proprietà privata sia violabile soltanto nel caso si
debbano "salvare le banche", mentre - metti caso - se lo si viola per
garantire un tetto sulla testa ai senza casa si dovrebbe essere
perseguiti con durezza dalla legge? Eppure ci sembra che i proprietari
dei palazzi vuoti sul loro conto corrente - molti più di uno, in genere -
dovrebbero avere qualche spiccio in più dei centomila....
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I
risparmi che non sono garantiti da alcuna tutela potrebbero essere
usati in futuro per contribuire al salvataggio delle banche a rischio
fallimento, a patto che diventi una soluzione unica in Europa. Lo ha
detto Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit.
"Far partecipare i risparmi non assicurati al piano di salvataggio delle
banche e' accettabile", posto che sia un opzione comune in Europa, ha
dichiarato ieri a Vienna il manager del principale istituto italiano.
L'Unione Europea, ha spiegato il 57enne banchiere, dovrà però
introdurre leggi identiche e condivise nei vari stati membri. "Non
possiamo accettare una differenza tra paese e paese all'interno della
stessa area. Bisogna che questa decisione venga presa non solo a livello
europeo ma all'interno del Comitato di Basilea dove sono rappresentati
tutti i Paesi. Altrimenti apriremmo le porte ad arbitraggi".
A
suo avviso i depositi delle banche fallite possono essere eventualmente
toccati solo quando i bond non sono più sufficienti. E comunque i
depositi sotto 100mila euro devono rimanere off-limits.
Intanto
Fitch lancia un allarme sul settore del credito del nostro paese. Per
l'agenzia di rating, infatti, l'aumento degli oneri legati al
deterioramento dei crediti, conseguenza di un'economia debole,
"continuerà per tutto il 2013" per le banche italiane.
Fitch ha
confermato l'outlook negativo per i gruppi nazionali, che "dovranno
affrontare un altro anno difficile dominato dalle incertezze
dell'economia". Secondo gli economisti, l'economia italiana "comincerà a
riprendersi nella seconda parte dell'anno" ma ogni rinvio della ripresa
indebolirà le prospettive della qualità degli asset e la redditività
delle banche.
L'unica concessione è sui miglioramenti dal punto
di vista della capitalizzazione; le stime di Fitch sul Paese sono di
un'economia in contrazione dell'1,8% quest'anno, dopo il -2,2% del 2012.
da Wall Street Italia
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