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09/04/2013

Unicredit. "Sequestrare i conti correnti per salvare le banche? Se po' ffà"

Il capo della principale banca italiana ammette, “ma non si devono toccare i conti sotto i 100mila euro o quelli assicurati, e deve essere un sistema comune in tutta Europa, solo per le banche a rischio fallimento”. A Cipro hanno fatto le prove generali di un nuovo "modello europeo": per salvare le banche, invece di dar loro soldi pubblici o stampare moneta - com'è stato fatto finora, aumentando il debito pubblico - basta espropriare i correntisti. Almeno quelli sopra i 100.000 euro.
Non vi sembra interessante sapere che il sacro principio della proprietà privata sia violabile soltanto nel caso si debbano "salvare le banche", mentre - metti caso - se lo si viola per garantire un tetto sulla testa ai senza casa si dovrebbe essere perseguiti con durezza dalla legge? Eppure ci sembra che i proprietari dei palazzi vuoti sul loro conto corrente - molti più di uno, in genere - dovrebbero avere qualche spiccio in più dei centomila....

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I risparmi che non sono garantiti da alcuna tutela potrebbero essere usati in futuro per contribuire al salvataggio delle banche a rischio fallimento, a patto che diventi una soluzione unica in Europa. Lo ha detto Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit.

"Far partecipare i risparmi non assicurati al piano di salvataggio delle banche e' accettabile", posto che sia un opzione comune in Europa, ha dichiarato ieri a Vienna il manager del principale istituto italiano.

L'Unione Europea, ha spiegato il 57enne banchiere, dovrà però introdurre leggi identiche e condivise nei vari stati membri. "Non possiamo accettare una differenza tra paese e paese all'interno della stessa area. Bisogna che questa decisione venga presa non solo a livello europeo ma all'interno del Comitato di Basilea dove sono rappresentati tutti i Paesi. Altrimenti apriremmo le porte ad arbitraggi".

A suo avviso i depositi delle banche fallite possono essere eventualmente toccati solo quando i bond non sono più sufficienti. E comunque i depositi sotto 100mila euro devono rimanere off-limits.

Intanto Fitch lancia un allarme sul settore del credito del nostro paese. Per l'agenzia di rating, infatti, l'aumento degli oneri legati al deterioramento dei crediti, conseguenza di un'economia debole, "continuerà per tutto il 2013" per le banche italiane.

Fitch ha confermato l'outlook negativo per i gruppi nazionali, che "dovranno affrontare un altro anno difficile dominato dalle incertezze dell'economia". Secondo gli economisti, l'economia italiana "comincerà a riprendersi nella seconda parte dell'anno" ma ogni rinvio della ripresa indebolirà le prospettive della qualità degli asset e la redditività delle banche.

L'unica concessione è sui miglioramenti dal punto di vista della capitalizzazione; le stime di Fitch sul Paese sono di un'economia in contrazione dell'1,8% quest'anno, dopo il -2,2% del 2012.


da Wall Street Italia

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