Archiviate definitivamente le frottole di Mario Monti sulla "luce in
fondo al tunnel", l'Istat prova a risistemare le stime sull'economia del
paese. L'ultimo "aiutino" di Giovannini prima di diventare ministro?
Nel 2013 si prevede una riduzione del prodotto interno lordo
(Pil) italiano pari all'1,4% in termini reali, mentre per il 2014, il
recupero dell'attività economica, trainato prevalentemente dalla domanda
interna, determinerebbe una moderata crescita dello 0,7%.
Messa
così, non si capisce da dove dovrebbe provenire un "aumento della
domanda interna", viste le dinamiche dell'occupazione e dei salari che
l'Istat stesso vede in rapida diminuzione.
Non a caso, è la
domanda estera netta ad essere ancora la principale fonte di sostegno
alla crescita economica nelle previsioni per il 2013 (+1,1 punti
percentuali). Mentre il contributo della domanda interna sarebbe invece
negativo nel 2013 (-2,0 punti percentuali) e tornerebbe positivo solo
nel 2014 (+0,7 punti percentuali) stimolando la crescita del Pil.
La spesa delle famiglie è prevista in contrazione dell'1,6% nel 2013
per effetto della diminuzione del reddito disponibile, con un moderato
aumento dello 0,4% nel 2014. Anche qui, la previsione sembra quasi
inspiegabile, per le stesse considerazioni fatte sopra. In ogni caso, si
deve ricordare che l'eventuale piccolissimo "aumento" è calcolato sul
livello raggiunto dalla domanda dopo quasi due anni di cali continui; un
"rimbalzo" sul selciato, insomma, non certo una "ripresa" della corsa.
Anche perché, nelle previsioni elaborate dall'Istat, gli investimenti
fissi lordi diminuirebbero quest'anno del 3,5%, per effetto di una
riduzione congiunta della spesa da parte sia delle imprese sia delle
amministrazioni pubbliche. E se nessuno fa investimenti, non si capisce
da dove possa arrivare un incremento di produzione.
Per il 2014,
comunque, l'Istat - come altri organismi internazionali - vede in
prospettiva una evoluzione positiva del ciclo economico e il graduale
miglioramento delle condizioni di accesso al credito, che potrebbero
portare a una ripresa del processo di accumulazione (+2,9%).
Aria
nerissima invece per il lavoro. Nel 2013 si registrerà infatti un
rilevante incremento del tasso di disoccupazione all'11,9% (+1,2 punti
percentuali rispetto al 2012). E anche nel prossimo anno le cose non
dovrebbero migliorare, anzi... Nel 2014 il tasso di disoccupazione
continuerebbe a crescere fino a raggiungere il 12,3%.
L'unica
piccola notizia positiva viene, manco a dirlo, da un intervento pubblico
di cui si parla da mesi. Il pagamento dei debiti delle amministrazioni
pubbliche verso i creditori privati può infatti avere moderati effetti
espansivi nel 2014. In particolare, l'immissione di liquidità nel
sistema economico, potrebbe sostenere consumi e investimenti privati,
contribuendo a migliorare le aspettative di famiglie e imprese sulle
loro condizioni economiche.
Ma "moderate" e a partire da condizioni pietose.
Il rapporto completp dell'Istat: Le_prospettive_per_leconomia_italiana__-_06_mag_2013_-_Testo_integrale.pdf
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