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07/05/2013

Istat. Prospettive buie per l'economia italiana

Archiviate definitivamente le frottole di Mario Monti sulla "luce in fondo al tunnel", l'Istat prova a risistemare le stime sull'economia del paese. L'ultimo "aiutino" di Giovannini prima di diventare ministro?

Nel 2013 si prevede una riduzione del prodotto interno lordo (Pil) italiano pari all'1,4% in termini reali, mentre per il 2014, il recupero dell'attività economica, trainato prevalentemente dalla domanda interna, determinerebbe una moderata crescita dello 0,7%.
Messa così, non si capisce da dove dovrebbe provenire un "aumento della domanda interna", viste le dinamiche dell'occupazione e dei salari che l'Istat stesso vede in rapida diminuzione.

Non a caso, è la domanda estera netta ad essere ancora la principale fonte di sostegno alla crescita economica nelle previsioni per il 2013 (+1,1 punti percentuali). Mentre il contributo della domanda interna sarebbe invece negativo nel 2013 (-2,0 punti percentuali) e tornerebbe positivo solo nel 2014 (+0,7 punti percentuali) stimolando la crescita del Pil.

La spesa delle famiglie è prevista in contrazione dell'1,6% nel 2013 per effetto della diminuzione del reddito disponibile, con un moderato aumento dello 0,4% nel 2014. Anche qui, la previsione sembra quasi inspiegabile, per le stesse considerazioni fatte sopra. In ogni caso, si deve ricordare che l'eventuale piccolissimo "aumento" è calcolato sul livello raggiunto dalla domanda dopo quasi due anni di cali continui; un "rimbalzo" sul selciato, insomma, non certo una "ripresa" della corsa.

Anche perché, nelle previsioni elaborate dall'Istat, gli investimenti fissi lordi diminuirebbero quest'anno del 3,5%, per effetto di una riduzione congiunta della spesa da parte sia delle imprese sia delle amministrazioni pubbliche. E se nessuno fa investimenti, non si capisce da dove possa arrivare un incremento di produzione.
Per il 2014, comunque, l'Istat - come altri organismi internazionali - vede in prospettiva una evoluzione positiva del ciclo economico e il graduale miglioramento delle condizioni di accesso al credito, che potrebbero portare a una ripresa del processo di accumulazione (+2,9%).

Aria nerissima invece per il lavoro. Nel 2013 si registrerà infatti un rilevante incremento del tasso di disoccupazione all'11,9% (+1,2 punti percentuali rispetto al 2012). E anche nel prossimo anno le cose non dovrebbero migliorare, anzi... Nel 2014 il tasso di disoccupazione continuerebbe a crescere fino a raggiungere il 12,3%.

L'unica piccola notizia positiva viene, manco a dirlo, da un intervento pubblico di cui si parla da mesi. Il pagamento dei debiti delle amministrazioni pubbliche verso i creditori privati può infatti avere moderati effetti espansivi nel 2014. In particolare, l'immissione di liquidità nel sistema economico, potrebbe sostenere consumi e investimenti privati, contribuendo a migliorare le aspettative di famiglie e imprese sulle loro condizioni economiche.
Ma "moderate" e a partire da condizioni pietose.

Il rapporto completp dell'Istat: pdfLe_prospettive_per_leconomia_italiana__-_06_mag_2013_-_Testo_integrale.pdf

Fonte

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