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18/05/2013

“Il nuovo F-35 verrebbe abbattuto dai caccia che volano da 30 anni”

Gli F35 sono una "sola", questo è chiaro. Ora lo ammette anche il Pentagono, lamentandosi del pessimo lavoro fatto dal "complesso militare - industriale". Ma l'Italia ancora non disdice l'acquisto.

Lo scrive La Stampa di Torino, quotidiano di casa Fiat. Non proprio degli "antagonisti" pieni di pregiudizi...


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“Il nuovo F-35 verrebbe abbattuto  dai caccia che volano da 30 anni”

Uno studio del Pentagono rinfocola la polemica: “Difetti strutturali e non eliminabili”

Luigi Grassia

Per il cacciabombardiere F-35 potrebbe essere la mazzata definitiva. C’è un nuovo rapporto del Pentagono secondo cui il jet da combattimento che dovrebbe equipaggiare anche l’Aeronautica italiana non funziona, e stavolta la bocciatura è più pesante di quella (sempre di origine americana) di qualche settimana fa, perché riguarda difetti strutturali e non problemi ordinari, di quelli che normalmente si scoprono e si risolvono nella fase di sviluppo di qualunque macchina. La critica all’F-35 è così radicale che il nuovo caccia viene definito per diversi aspetti peggiore dei velivoli più vecchi (più vecchi di decenni) che è destinato a sostituire.

L’F-35 viene prodotto dall’americana Lockheed Martin ma, come ormai è d’uso, lo si fabbrica nell’ambito di un’ampia collaborazione internazionale, che coinvolge anche l’Italia nello stabilimento di Cameri (Novara). Ne esistono varie versioni, in particolare a decollo corto o verticale, pensate soprattutto per le portaerei, e a decollo normale per l’impiego da basi terrestri. Finora, i rapporti critici del Dipartimento della Difesa americano avevano coinvolto solo le varianti del primo tipo, mentre l’ultimo dossier le mette sotto accusa tutte.

Sia chiaro, questo nuovo rapporto non è da prendere come oro colato, chissà magari domani stesso il Pentagono dirà che si tratta solo di un’opinione di un gruppo di esperti buona come quella di un altro. Però non è una buona politica mettere la testa sotto la sabbia.

La questione che aveva fatto rumore qualche tempo fa era la vulnerabilità dell’F-35 ai fulmini. Si era obiettato che il difetto c’è ma si può risolvere. Il nuovo rapporto invece cita, fra nuovi problemi, alcuni impossibili da eliminare, e in particolare la visibilità posteriore che risulta pessima e sarebbe molto penalizzante in un combattimento aereo. E non si dica che il problema non esiste, perché il pilota del terzo millennio non vede con gli occhi ma con gli strumenti elettronici: sull’F-35, dice il rapporto, fanno cilecca anche quelli, perché il display nel casco di volo non fornisce un orizzonte artificiale analogo a quello reale, a volte l’immagine è troppo scura o scompare, e il radar in alcuni voli di collaudo si è mostrato incapace di avvistare e inquadrare bersagli, o addirittura si è spento.

La quasi tragica considerazione finale di questo rapporto del Pentagono è che in un futuro duello aereo l’F-35 verrebbe abbattuto dai vecchi caccia americani F-15, F-16 e F-18 (evoluzioni di modelli che volano da 30 o 40 anni), dal pan-europeo Typhoon e dal Sukhoi 30 russo e dal J-10 cinese.

Di fronte a questa condanna senza appello sembrano cosa da poco (e invece sono fatti gravi) le altre accuse dello studio del Pentagono: la manutenzione dell’F-35 è troppo laboriosa e limita l’efficienza operativa, l’affidabilità tecnica generale lascia a desiderare, il dispositivo di carica delle batterie tende a fare cilecca quando fa freddo, e (tanto per gradire) l’aereo si conferma vulnerabile ai fulmini.

La notizia è destinata a rinfocolare le polemiche anche in Italia. Il nostro Paese sta per investire in questo progetto circa 16 miliardi per la sola acquisizione (senza contare le spese di manutenzione distribuite nei decenni a venire) e c’è chi obietta che in questa fase di marasma economico, di sacrifici e di tagli feroci al bilancio dello Stato non sia il caso di gettare tanto denaro per un progetto dubbio. I sostenitori controbattono che il progetto internazionale dell’F-35 è troppo importante perché l’Italia si tiri indietro e si tagli fuori dallo sviluppo industriale nel settore aeronautico, inoltre un cacciabombardiere è comunque necessario per sostituire i vecchi Tornado e Amx dell’Aeronautica militare e se non si compra l’F-35 bisognerebbe comprarne un altro, oppure accettare l’idea che l’Italia rinunci ad avere un’Aeronautica militare efficiente. Il dibattito è aperto.

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