Gli Stati Uniti starebbero pensando di lanciare un nuovo attacco
militare in Libia dalla stazione aeronavale di Sigonella. Cinquecento Marines sono stati trasferiti nei giorni scorsi in Sicilia dalla base di
Rota in Spagna.
Gli uomini fanno parte
della Marine Air Ground Task Force (MAGTF), la forza speciale costituita
nel 1989 per garantire al Corpo dei Marines flessibilità e rapidità
d’azione nei differenti scacchieri di guerra internazionali.
L’unità
di Rota è stata attivata dal Pentagono solo un paio di mesi fa per
sostenere il Comando Usa in Africa (Africom) nell’addestramento e formazione delle forze armate dei partner continentali e intervenire
rapidamente in Africa in caso di crisi. La decisione di dar vita alla
nuova task force è stata presa nel settembre 2012 dopo l’attentato
terroristico contro il consolato Usa di Bengasi in cui persero la vita
quattro funzionari tra cui l’ambasciatore in Libia, Christopher Stevens.
Secondo
il portavoce del Pentagono George Little, i Marines potranno
intervenire da Sigonella in tempi rapidissimi nel caso di nuovi attacchi
al personale diplomatico o ai cittadini Usa presenti in Libia per
“effettuarne eventualmente l’evacuazione”. “Siamo preparati a rispondere
se necessario, se le condizioni peggiorassero o se venissimo chiamati”
ha aggiunto Little. Qualche giorno fa il Dipartimento di Stato ha
ridotto sensibilmente lo staff dell’ambasciata di Tripoli, ordinando di
contro il rafforzamento del dispositivo gestito in loco da una dozzina
di militari Usa. Inoltre sono stati invitati i cittadini statunitensi a
viaggiare a Tripoli solo per necessità improcrastinabili ed evitare in
assoluto Bengazi o altre località in Libia. Washington parla di
“crescente clima d’instabilità e violenza” e di “deterioramento delle
condizioni di sicurezza”. Così è stato decretato lo stato d’allerta per
gli special operations team di stanza a Stoccarda (Germana) e per la
task force dei Marines in Spagna che prima del trasferimento a
Sigonella, il 19 aprile scorso aveva raggiunto da Rota la base aerea di
Morón de la Frontera. Il 3 e 4 aprile, i Comandi delle forze navali Usa
in Europa e Africa e della VI Flotta avevano pure ospitato a Napoli i
responsabili della neo-costituita marina militare libica e del corpo
della guardiacoste per discutere di “sicurezza marittima” e
“cooperazione strategica”.
Insieme ai Marines sono giunti a
Sigonella pure otto velivoli da trasporto e assalto anfibio Bell Boeing
CV-22 “Osprey” (falco pescatore). Si tratta dei controversi
“convertiplani” (bi-turboelica in grado di atterrare e decollare come un
elicottero e volare come un normale aereo), costo unitario 129 milioni
di dollari circa, in grado di trasportare fino a 24 soldati del tutto
equipaggiati, alla velocità di 509 Km all’ora. Numerosi esperti militari
hanno ripetutamente messo sotto accusa l’“Osprey” per le sue scarse
condizioni di sicurezza in volo. Da quando è divenuto operativo, il
velivolo è stato al centro di numerosi incidenti e una trentina tra
contractor e militari sono morti durante test ed esercitazioni. Quando
nel 2000 un velivolo in forza all’US Navy cadde negli Stati Uniti
causando la morte di 23 Marines il Pentagono pensò di abbandonare il
programma ma sotto il pressing della potente lobby dei costruttori, esso
fu presto riavviato e gli “Osprey” furono destinati alla guerra in Iraq
e Afghanistan. Nella primavera dello scorso anno due “Osprey” si sono
schiantati al suolo, il primo durante un’esercitazione militare in
Marocco (morti due Marines) e il secondo in Florida. Per l’alto rischio
di incidenti e l’insostenibile rumore emesso dal velivolo durante le
operazioni di decollo e atterraggio, migliaia di cittadini giapponesi
hanno dato vita a numerose manifestazioni di protesta contro la
decisione di dislocare 12 convertiplani nella grande base aerea Usa di
Okinawa.
Il Corpo dei Marines ha progressivamente ampliato il
proprio impegno di contrasto, congiuntamente ad Africom, delle milizie
islamiche operanti nelle regioni settentrionali del continente. Nel
2011, nello specifico, fu creata proprio a Sigonella una forza speciale
di pronto intervento del tutto simile a quella di Rota, la Special
Purpose Marine Air Ground Task Force (SPMAGTF-13). Gli uomini sono
impegnati periodicamente come consiglieri e formatori degli eserciti
africani o in attività di supporto logistico e “gestione di tattiche
anti-terrorismo”. “La task force di stanza a Sigonella ha come compiti
prioritari la fornitura d’intelligence e l’addestramento dei militari
africani che combattono i gruppi terroristici in Maghreb e Corno
d’Africa o svolgono attività di peacekeeping in Somalia”, ha dichiarato
il maggiore Dave Winnacker, responsabile del gruppo dei Marines.
La SPMAGTF-13 include componenti navali, terrestri ed aeree
caratterizzate da notevole flessibilità; conta su circa 200 Marines
organizzati in team aviotrasportabili dai grandi velivoli KC-130. Con i
500 uomini giunti dalla Spagna, Sigonella accresce ancora di più il
ruolo di gendarme armato del Mediterraneo e del continente africano.
Fonte
Sono 30 anni che andiamo in giro per il mondo a pacificare l'area di turno e sistematicamente ci ritroviamo negli anni successivi con più problemi di quelli che volevamo risolvere.
Ma se ce ne stessimo a casa nostra non sarebbe meglio?
Ne ho le palle piene di leggere sta roba, perché l'impressione di essere comandati da coglioni che scambiano la realtà per una partita di Risiko è sempre più una certezza consolidata.
Americani di merda e stronzi noi che da 60 anni gli facciamo da scendiletto.
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