Torino-Lione: a Lione non importa un
granché. E' una notizia "vecchia" per chi si occupa di mobilità ma vale
la pena ricordarla a chiunque ripeta il mantra dei devastatori della
Val Susa: «E' l'Europa che ce lo chiede».
In realtà, Portogallo e Spagna hanno già
rivisto ampiamente tutti i propositi sull'alta velocità e, del
celeberrimo Corridoio Lisbona-Kiev, in Ucraina non se ne sa quasi
nulla. In Francia ci sono importanti documenti che la stampa
mainstream, con le dita spellate dalla furia di trascrivere veline sul
terrorismo No Tav, non ha tempo di esaminare.
Lo fa Popoff, sperando siano utili a tutti i tifosi dell'alta velocità.
Bene, Jean-Louis Bianco in un rapporto risalente a marzo,
sulla riforma della ferrovia francese, sostiene che sia il momento di
non aumentare il debito (già oltre i 30 miliardi di euro) con la
costruzione di nuove linee ferroviarie ad alta velocità (LGV), ma di
cercare una forma intermedia tra i treni Tgv (Intercity) e Tet, train
d'équilibre du territoire, i treni "Corallo", come li chiamano in
Francia. Bianco è un ex ministro dei trasporti incaricato delle
consultazioni nell'autunno 2012 per ristrutturare il polo ferroviario
pubblico. Dopo 200 audizioni si propone di aumentare le risorse
aumentando la produzione di ferrovie di qualità e riflettere sulla
tariffazione.
Nelle Osservazioni conclusive,
uscite in aprile e che preludono alla presentazione di un disegno di
legge entro l'estate, Bianco fa macchina indietro rispetto agli sprechi
causati dalla separazione «artificiale» delle gestioni dei treni e
delle infrastrutture, auspica il ritorno a una casa madre e una
maggiore attenzione ai treni pendolari.
Siamo sicuri che l'Europa non ci chieda invece di mollare le Grandi Opere e di rivoltarci contro la Bce?
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