Beppe Grillo lancia una
battuta sul "referendum sull'euro da fare tra un anno". Immediatamente
costituzionalisti, come Stefano Ceccanti e Valerio Onida, vengono
mobilitati per affermare che non si può fare. Rossa@ sostiene il contrario.
Il problema è serio, ma non è affatto impossibile
fare un referendum sui trattati europei. Esiste già un precedente. Se ne
parlerà tra l'altro domani, 25 maggio, in un seminario pubblico a Roma,
con le relazioni del costituzionalista Gianni Ferrari, il docente di
economia Luciano Vasapollo e Giorgio Cremaschi. Appuntamento in via
Galilei 51, dalle ore 9.30 in poi. Sull'argomento, intanto, inoltriamo
la seguente dichiarazione di Franco Russo, ex parlamentare, esperto di
problemi istituzionali alla luce dei trattati comunitari.
*****
Non siamo più di fronte al tradizionale deficit democratico che da
sempre mina l’UE. Dopo l’avvio del Semestre europeo che ha sottratto ai
parlamenti il potere di decidere i bilanci pubblici, dopo il Fiscal
Compact che obbliga al pareggio di bilancio e al risanamento del debito
pubblico in venti anni, siamo di fronte a una concentrazione del potere
decisionale nella Troika europea: Consiglio europeo, Commissione, e BCE.
Nell’Unione europea domina un’oligarchia, che ha di fatto cancellato la stessa democrazia parlamentare.
Si pone la questione di chi ha deciso questo trasferimento dei poteri, e si pone la questione di chi decide nell’UE.
Occorre che sull’Unione Europea, sui suoi Trattati, sui poteri,
accentrati a Bruxelles e a Francoforte per imporre le politiche di
austerità, siano chiamati a decidere i cittadini.
In Italia, si sostiene, è impossibile tenere un referendum popolare a
causa delle disposizioni dell’art. 75 della Costituzione, però si può
ben varare un referendum di indirizzo sull’Unione europea, sulle sue
procedure decisionali e sulle sue politiche come quello che si tenne nel
1989.
Se si vuole si può indire con legge costituzionale un referendum per
far pronunciare i cittadini sull’Unione europea. Solo con la
partecipazione, con la decisione democratica è possibile battere il
populismo della destra che cavalca strumentalmente l’antieuropeismo,
causato dalle politiche di austerità.
Ross@, con il Comitato No Debito, si mobiliterà fin dai prossimi
giorni per elaborare una proposta di legge che, nel rispetto del dettato
costituzionale, permetta lo svolgimento, insieme con le elezioni
europee del 2014, di un referendum di indirizzo sull’Unione Europea.
Franco Russo
Fonte
Sono scettico nei confronti di questa soluzione perché un referendum di questo tipo, per essere affrontato seriamente dall'elettorato presume un livello di conoscenza della materia e una chiarezza dei rapporti di forza in gioco (la sempre verde e cara lotta di classe) che sono totalmente avulsi alla maggioranza delle componenti sociali del paese.
Il rischio concreto è quello di decretare l'affermazione definitiva di spinte anti-euro totalmente di destra che sarebbero deleterie quanto il sussistere dell'attuale assetto politico-monetario dell'UE.
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