Ogni governo spia. E' una regola vecchia quanto il mondo. La differenza tra Stati Uniti e Unione Europea, o almeno una sua parte, è che il "grande fratello" yankee non si fida di nessuno, nemmeno dei leader "alleati" di lunga data, mentre gli europei non si fidano soprattutto delle proprie stesse popolazioni. E così hanno messo in piedi un sistema di spionaggio di massa, che setaccia le telefonate quanto le mail o altri mezzi di comunicazione, indirizzato di preferenza - manco a dirlo - verso le aree di opposizione sociale e politica. Mezzi tecnologici di ultima generazione, ovviamente, ma anche "bipedi" vecchio stile, infiltrati qua e là, secondo l'imperscrutabile disegno dei servizi segreti interni. Mettersi a castellare, per esempio, sui "perché" i servizi avrebbero avuto bisogno di infiltrare Rifondazione - come denunciato dal segretario Paolo Ferrero - è un esercizio inutile, prima ancora che stupido, per un motivo assai semplice: obiettivi e strategie altrui vengono definiti in base a interessi che noi non conosciamo se non dopo che si sono realizzati o sono stati in qualche modo "scoperti". La "nostra" immaginazione non basta mai a coprire le informazioni che mancano.
Non ci stupisce troppo, dunque, che anche diversi paesi europei si siano accordati per stendere una rete di controllo sulle comunicazioni continentali - tenendo ovviamente al riparo i principali leader dei rispettivi paesi - né che i capifila si chiamino Germania, Francia, Spagna. Qualche sorpresa viene solo, in negativo, dalla Svezia. Ma non è più tempo di mitologie sulle "socialdemocrazie scandinave".
La nuova rivelazione arriva ancora dal Guardian, giornale progressista britannico che sta effettivamente squarciando molti veli (vedi qui per l'articolo originale: http://www.theguardian.com/uk-news/2013/nov/01/gchq-europe-spy-agencies-mass-surveillance-snowden).
Secondo il quotidiano britannico - che utilizza nuovi documenti forniti ancora una volta dalla ‘talpa’ del Datagate, Edward Snwoden - lo sviluppo di questa rete europea di spionaggio risalirebbe a 5 anni fa. In parallelo con l'istituzionalizzazione della "polizia comunitaria" chiamata Eurogendfor. Della serie: non abbiamo istituzioni politiche comunitarie permeabili - secondo le regole democratiche - agli interessi e alle domande della popolazione continentale, ma abbiamo un sistema unitario di controllo delle vite e delle formazioni politiche. Sarebbe interessante sapere in base a quale schema istituzionale o "costituzionale", visto che una "Costituzione europea" non c'è...
Dai file emerge che il GCHQ, l’equivalente britannico della Nsa statunitense, agiva da "consulente" nell’aiutare i partner europei ad aggirare le leggi nazionali che limitano i poteri delle agenzie di intelligence. Interessante, vero? Mettetevi comodi e ragionateci sopra. Esistono diversi paesi europei, i cui servizi segreti agiscono "limitati" da leggi nazionali altrettanto diverse. Bene, gli inglesi si sono messi a fare la "consulenza" perché questi servizi riuscissero a "liberarsi" di questi lacci e lacciuoli, mettendosi a spiare i propri cittadini in barba a qualsiasi legge. Molto democratico, vero?
Non sappiamo perché, ma non riusciamo a stupirci neppure del fatto che i servizi segreti italiani non abbiano partecipato in prima fila a questo"consorzio" spionistico extralegale. Avrebbero voluto, spiega il Guardian (che forse non sa quanto i servizi italiani siano abituati a occuparsi soprattutto delle opposizioni interne...), ma non ci sono riusciti perché troppo presi a farsi concorrenza tra loro. Succede anche questo, in un paese che si è dotato di sette o otto polizie diverse...
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