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17/04/2016

Ai media piace la “guerra fredda”

La Russia di Putin non somiglia neanche lontanamente all’Unione Sovietica delle origini, ma per i media – italiani in particolare – non fa differenza. L’importanza è che ci sia un nemico. Poi tutto viene da solo, o quasi.

Prendiamo questa notizia per come l’ha riportata l’Ansa, agenzia di stampa centrale nel sistema informativo italiano, perché quel che scrive e le parole che usa sono quasi sempre – per tutti i giornali – il “precotto” da utilizzare per stendere un pezzo. In altri termini, l’Ansa “imprinta” i media italiani senza che questi nemmeno ci riflettano sopra.

Esempio di oggi:
Jet russo troppo vicino ad aereo Usa

WASHINGTON – Un aereo di ricognizione della Air Force americana è stato avvicinato “in maniera pericolosa e non professionale” da un jet russo mentre sorvolava il mar Baltico, stando al comando Usa in Europa, riferisce la Cnn. L’episodio ha avuto luogo lo scorso giovedì con una manovra giudicata “aggressiva” che ha visto il jet, un SU-27, avvicinarsi fino a 50 piedi di distanza dal velivolo americano.
La scena è semplice, lineare nella sua ripetitività. Un aereo Usa si ritrova vicino un “collega” russo. Un normale giornalista dovrebbe porsi le classiche cinque domande: chi, cosa, dove, quando, perché. Stabilito senza problema che il “chi” è coperto da due soggetti (un aereo Usa e uno russo), il “quando” è scritto dalla velina dell’Us Air Force, il “cosa” è la compresenza dei due soggetti nella stessa area, il “perché” è praticamente uguale al “cosa”, resterebbe da chiedersi: ma dove è avvenuto questo incontro ravvicinato del solito tipo?

Il normale giornalista prederebbe a quel punto il mappamondo o google maps e scoprirebbe che il mar Baltico è uno specchi d’acqua che bagna Svezia, Estonia, Lituania, Lettonia, Polonia, parte della Germania, Finlandia e infine Russia (c’è San Pietroburgo, non un paesino di contadini…).

Gli Stati Uniti, in questo mare e con i loro aerei, neanche ci dovrebbero passare. A meno di non voler provocare i russi o “difendere” i propri alleati nell’area. In entrambi i casi, per il normale giornalista, si potrebbe dare la notizia in modo neutro (“un aereo russo e uno americano si incrociano sul mar Baltico”), in modo preoccupato o in cento altre maniere (gli Esercizi di stile di Raymond Queneau dovrebbero far parte della biblioteca minima di un qualsiasi gazzettiere).

Se scegli di scrivere “jet russo troppo vicino ad aereo Usa” stai in realtà dicendo: quel jet russo stava dove non doveva stare e questo dimostra che i russi sono aggressivi.

Un vero peccato per l’anonimo gazzettiere che imprinta l’informazione italica, che quel jet russo fosse a casa propria, e che l’intruso fosse – come nella guerra fredda – “il nostro”.

L’informazione di guerra funziona così, e non soltanto per i jet russi. Basta guardare come vengono descritti gli “scontri” in cui la polizia carica e manganella a freddo...

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