Ecco come avviene
il “risanamento” delle finanze dei paesi periferici: gli edifici
governativi vengono svenduti ai privati, con l’obbligo per il governo di
riprenderli in affitto, che va pagato anche se non vengono utilizzati. E
cosa avviene ai funzionari UE che hanno imposto queste truffe ai danni
dello Stato greco, sotto la minaccia dei “memorandum”? Assolutamente
nulla, perché la UE pretende la loro immunità, pena la mancata
erogazione dei “fondi di salvataggio”. Si tratta, come previsto, di una riedizione della Treuhandanstalt, ossia del più grande scempio di patrimonio pubblico della storia, avvenuto dopo l’unificazione a spese dei beni comuni dei cittadini della Germania Est.
Da Keep Talking Greece, 3 giugno 2016
La Commissione Europea si è direttamente intromessa nel funzionamento
della magistratura greca, chiedendo che i tecnocrati UE che lavorano
per il Fondo per la Privatizzazione Greca abbiano l’”immunità”. La
Commissione Europea è intervenuta due giorni dopo che i magistrati
anticorruzione di Atene hanno sollevato accuse nei confronti di 3 greci e
3 cittadini UE appartenenti all’HRADF (Hellenic Republic Asset Development Fund ndVdE) per una vendita di asset pubblici che ha provocato una perdita di parecchi milioni di euro ai danni dello Stato.
Venerdì, il portavoce UE Margaritis Schinas ha dichiarato ai
giornalisti a Bruxelles che gli esperti UE che lavorano in Grecia per il
“programma greco”, dovrebbero essere coperti da una forma di
“garanzia”.
“Secondo noi, a tutti gli esperti UE che aiutano la Grecia a migliorare la sua economia e a ritornare alla crescita (coi bellissimi risultati che abbiamo visto ndVdE) dovrebbero vedersi garantiti ampi margini di manovra.” Ha dichiarato Schinas.
Contemporaneamente, ha sottolineato che “abbiamo pieno rispetto delle
procedure giudiziarie” in corso contro 6 membri del vecchio Fondo di
Privatizzazione. Ma il suo intervento non è stato chiaro.
Schinas non si è soffermato sulla richiesta dell’Eurogruppo di
un’immunità per i tecnocrati che lavoreranno al nuovo Fondo di
Privatizzazione Greco.
L’intervento della Commissione è avvenuto subito dopo che i
magistrati dell’accusa hanno accusato 6 membri dell’HRADF per la vendita
di 28 asset pubblici. Tre membri sono greci, gli altri tre vengono
dall’Italia, la Spagna e la Repubblica Slovacca, nominati
dall’Eurogruppo. Le accuse si riferiscono al periodo 2013-2014 e sono
stati convocati per testimoniare di fronte al magistrato anti corruzione
Costas Sargiotis.
Sono sospettati di “reato di slealtà” e di “utilizzo improprio” delle 28 proprietà statali.
Secondo l’agenzia di stampa AthensNewsAgency,
un funzionario UE ha spiegato che Bruxelles teme che se non viene
garantita questa immunità, nessun membro delle istituzioni europee vorrà
essere assegnato al lavoro da svolgere in Grecia e questo metterebbe a
rischio il successo del nuovo Fondo di Privatizzazione.
(Che sarebbe come dire che il boia si rifiuta obbedire agli
ordini, se non ha la garanzia di non essere poi accusato di omicidio...
NdVdE).
Pertanto l’Eurogruppo ha chiesto al Governo Greco di cambiare
opportunamente le leggi, in modo che simili accuse non possano ripetersi
in futuro, ha dichiarato il funzionario.
I sei membri e il HRADF: vendere gli asset per poi prenderli in affitto
Le accuse nei confronti dei sei membri dell’HRADF riguardano la vendita e riaffitto di 28 proprietà statali.
Secondo l’accusa, lo Stato Greco ha sofferto perdite per 575 milioni di euro.
Il caso riguarda due aste vinte da due società private. Le aste
valevano 2 miliardi e 611 milioni di euro complessivi. I relativi
contratti sono stati firmati nel maggio 2014, con lo Stato Greco che si
impegnava a riaffittare le proprietà per 20 anni per soddisfare le
esigenze di spazi dei servizi pubblici. Il costo di affitto per lo stato
greco era di 25,6 milioni di euro per il solo primo anno. Lo Stato è
obbligato a pagare anche per gli edifici rimasti vuoti o parzialmente
vuoti, perdendoci 6,6 milioni di euro.
Esempi tipici sono l’edificio Keranis e l’edificio del Ministero della Salute.
L’accusa sottolinea anche che in alcuni casi, il “congruo valore
della proprietà” è stato sottostimato, riducendo così la somma che lo
Stato ha ricevuto e che “il valore della terra non è stato preso in
considerazione, così come altri fattori del mercato immobiliare”.
(fonti: euro2day.gr, huffingtonpost.gr).
AGGIORNAMENTO: dopo la testimonianza resa ai magistrati, i sei sono
stati rilasciati. Hanno respinto le accuse, sostenendo che il loro
compito era soltanto di dare una consulenza ma il loro parere non era
vincolante per il consiglio dell’HRADF che doveva prendere la decisione
finale.
Uno degli accusati è il presidente spagnolo dell’agenzia delle
proprietà immobiliari del Governo Spagnolo, un altro è la sua
controparte italiana e l’ultimo il presidente della Borsa slovacca.
Tutti e tre hanno partecipato al Consiglio degli Esperti che ha
raccomandato la vendita degli asset pubblici al consiglio dell’HTADF.
Le proprietà in questione sono: 5 edifici del Ministero della
Cultura, dell’Interno, della Giustizia, della Salute e Istruzione, 13
uffici dell’agenzia esattoriale e 5 edifici della Polizia greca. (ProtoThema)
L’assurdità del programma Vendi e Ri-Affitta per gli edifici statali
nel contesto del programma di privatizzazioni era già stata discussa
quando l’accordo del HRADF era stato siglato e una parte di esso era
trapelato alla stampa. Gli scandalosi dettagli dell’accordo sono tornati
recentemente alla ribalta, quando è venuto fuori che lo Stato pagava 220 mila euro al mese per un edificio vuoto.
Vediamo un po’: qual era esattamente lo scopo del programma HRADF di
Privatizzare e Ri-Affittare le proprietà pubbliche? Che lo Stato greco
vendesse gli immobili, ricevesse un ammontare X di denaro per ripagare i
creditori, e riaffittasse le proprietà vendute pagando una somma XX ai
nuovi proprietari?
Alla fine dei giochi, la Commissione Europea dirà alla Grecia che
l’”immunità per i tecnocrati UE” è una delle “azioni prioritarie” che il
paese deve intraprendere nei confronti dei creditori per poter ricevere
la prossima tranche di “aiuti”...
Ma forse il signor Schinas ha ragione! Che ingrati questi greci che non apprezzano il lavoro degli esperti europei presso il Fondo per la Privatizzazione, specialmente dal momento che quest’ultimo aiuta la Grecia a migliorare la propria economia e a ritrovare il sentiero della crescita.
PS e ora tutti al supermercato ad accaparrarsi un po’ di crescita, con la nuova IVA al 24%.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento