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06/06/2016

Saccheggio dello Stato greco: la Commissione Europea pretende l’immunità per gli esecutori

Ecco come avviene il “risanamento” delle finanze dei paesi periferici: gli edifici governativi vengono svenduti ai privati, con l’obbligo per il governo di riprenderli in affitto, che va pagato anche se non vengono utilizzati. E cosa avviene ai funzionari UE che hanno imposto queste truffe ai danni dello Stato greco, sotto la minaccia dei “memorandum”? Assolutamente nulla, perché la UE pretende la loro immunità, pena la mancata erogazione dei “fondi di salvataggio”. Si tratta, come previsto, di una riedizione della Treuhandanstalt, ossia del più grande scempio di patrimonio pubblico della storia, avvenuto dopo l’unificazione a spese dei beni comuni dei cittadini della Germania Est.

Da Keep Talking Greece, 3 giugno 2016

La Commissione Europea si è direttamente intromessa nel funzionamento della magistratura greca, chiedendo che i tecnocrati UE che lavorano per il Fondo per la Privatizzazione Greca abbiano l’”immunità”. La Commissione Europea è intervenuta due giorni dopo che i magistrati anticorruzione di Atene hanno sollevato accuse nei confronti di 3 greci e 3 cittadini UE appartenenti all’HRADF (Hellenic Republic Asset Development Fund ndVdE) per una vendita di asset pubblici che ha provocato una perdita di parecchi milioni di euro ai danni dello Stato.

Venerdì, il portavoce UE Margaritis Schinas ha dichiarato ai giornalisti a Bruxelles che gli esperti UE che lavorano in Grecia per il “programma greco”, dovrebbero essere coperti da una forma di “garanzia”.

“Secondo noi, a tutti gli esperti UE che aiutano la Grecia a migliorare la sua economia e a ritornare alla crescita (coi bellissimi risultati che abbiamo visto ndVdE) dovrebbero vedersi garantiti ampi margini di manovra.” Ha dichiarato Schinas. Contemporaneamente, ha sottolineato che “abbiamo pieno rispetto delle procedure giudiziarie” in corso contro 6 membri del vecchio Fondo di Privatizzazione. Ma il suo intervento non è stato chiaro.

Schinas non si è soffermato sulla richiesta dell’Eurogruppo di un’immunità per i tecnocrati che lavoreranno al nuovo Fondo di Privatizzazione Greco.

L’intervento della Commissione è avvenuto subito dopo che i magistrati dell’accusa hanno accusato 6 membri dell’HRADF per la vendita di 28 asset pubblici. Tre membri sono greci, gli altri tre vengono dall’Italia, la Spagna e la Repubblica Slovacca, nominati dall’Eurogruppo. Le accuse si riferiscono al periodo 2013-2014 e sono stati convocati per testimoniare di fronte al magistrato anti corruzione Costas Sargiotis.

Sono sospettati di “reato di slealtà” e di “utilizzo improprio” delle 28 proprietà statali.

Secondo l’agenzia di stampa AthensNewsAgency, un funzionario UE ha spiegato che Bruxelles teme che se non viene garantita questa immunità, nessun membro delle istituzioni europee vorrà essere assegnato al lavoro da svolgere in Grecia e questo metterebbe a rischio il successo del nuovo Fondo di Privatizzazione.

(Che sarebbe come dire che il boia si rifiuta obbedire agli ordini, se non ha la garanzia di non essere poi accusato di omicidio... NdVdE).

Pertanto l’Eurogruppo ha chiesto al Governo Greco di cambiare opportunamente le leggi, in modo che simili accuse non possano ripetersi in futuro, ha dichiarato il funzionario.

I sei membri e il HRADF: vendere gli asset per poi prenderli in affitto

Le accuse nei confronti dei sei membri dell’HRADF riguardano la vendita e riaffitto di 28 proprietà statali.

Secondo l’accusa, lo Stato Greco ha sofferto perdite per 575 milioni di euro.

Il caso riguarda due aste vinte da due società private. Le aste valevano 2 miliardi e 611 milioni di euro complessivi. I relativi contratti sono stati firmati nel maggio 2014, con lo Stato Greco che si impegnava a riaffittare le proprietà per 20 anni per soddisfare le esigenze di spazi dei servizi pubblici. Il costo di affitto per lo stato greco era di 25,6 milioni di euro per il solo primo anno. Lo Stato è obbligato a pagare anche per gli edifici rimasti vuoti o parzialmente vuoti, perdendoci 6,6 milioni di euro.

Esempi tipici sono l’edificio Keranis e l’edificio del Ministero della Salute.

L’accusa sottolinea anche che in alcuni casi, il “congruo valore della proprietà” è stato sottostimato, riducendo così la somma che lo Stato ha ricevuto e che “il valore della terra non è stato preso in considerazione, così come altri fattori del mercato immobiliare”. (fonti: euro2day.gr, huffingtonpost.gr).

AGGIORNAMENTO: dopo la testimonianza resa ai magistrati, i sei sono stati rilasciati. Hanno respinto le accuse, sostenendo che il loro compito era soltanto di dare una consulenza ma il loro parere non era vincolante per il consiglio dell’HRADF che doveva prendere la decisione finale.

Uno degli accusati è il presidente spagnolo dell’agenzia delle proprietà immobiliari del Governo Spagnolo, un altro è la sua controparte italiana e l’ultimo il presidente della Borsa slovacca. Tutti e tre hanno partecipato al Consiglio degli Esperti che ha raccomandato la vendita degli asset pubblici al consiglio dell’HTADF.

Le proprietà in questione sono: 5 edifici del Ministero della Cultura, dell’Interno, della Giustizia, della Salute e Istruzione, 13 uffici dell’agenzia esattoriale e 5 edifici della Polizia greca. (ProtoThema)

L’assurdità del programma Vendi e Ri-Affitta per gli edifici statali nel contesto del programma di privatizzazioni era già stata discussa quando l’accordo del HRADF era stato siglato e una parte di esso era trapelato alla stampa. Gli scandalosi dettagli dell’accordo sono tornati recentemente alla ribalta, quando è venuto fuori che lo Stato pagava 220 mila euro al mese per un edificio vuoto.

Vediamo un po’: qual era esattamente lo scopo del programma HRADF di Privatizzare e Ri-Affittare le proprietà pubbliche? Che lo Stato greco vendesse gli immobili, ricevesse un ammontare X di denaro per ripagare i creditori, e riaffittasse le proprietà vendute pagando una somma XX ai nuovi proprietari?

Alla fine dei giochi, la Commissione Europea dirà alla Grecia che l’”immunità per i tecnocrati UE” è una delle “azioni prioritarie” che il paese deve intraprendere nei confronti dei creditori per poter ricevere la prossima tranche di “aiuti”...

Ma forse il signor Schinas ha ragione! Che ingrati questi greci che non apprezzano il lavoro degli esperti europei presso il Fondo per la Privatizzazione, specialmente dal momento che quest’ultimo aiuta la Grecia a migliorare la propria economia e a ritrovare il sentiero della crescita.

PS e ora tutti al supermercato ad accaparrarsi un po’ di crescita, con la nuova IVA al 24%.

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