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11/11/2017

L’esclusione competitiva ha bisogno dello stato di polizia

La riuscita e partecipata assemblea promossa dalla Piattaforma Eurostop ieri pomeriggio a Roma, ha colto bene il nesso e la contraddizione tra degrado dello stato sociale e leggi di polizia, un mix che ratifica come oggi, nel nostro paese, siamo in presenza di una Costituzione negata. L’aumento vertiginoso di povertà, esclusione sociale, disoccupazione e lavoro a bassi e bassissimi salari ha visto crescere parallelamente un apparato coercitivo di sanzioni e misure repressive tese a impedire che questo disagio si rappresenti politicamente in modo organizzato.

Collocata a cavallo tra lo sciopero generale di ieri e la manifestazione di oggi, l’assemblea è stata introdotta da Giorgio Cremaschi e dalle due relazioni di Ivan Cavicchi (esperto di welfare e figura storica della lotta per la sanità pubblica) e del presidente di Magistratura Democratica Riccardo De Vito.

Cremaschi cita tre fatti significativi: la sentenza della Corte Costituzionale che ha respinto la perequazione delle pensioni in nome del pareggio di bilancio introdotto con l’art.81; le dichiarazioni del giudice Albamonte (anche lui di MD) sulla primazia del diritto di proprietà relativamente all’emergenza abitativa e quindi allo stato di necessità; la “cessione” dei malati cronici ad una società privata da parte del sistema sanitario della Regione Lombardia. Cremaschi ha denunciato la strumentalità e la gravità delle accuse di estorsione mosse ai sindacalisti che stanno conducendo le lotte nella logistica. Che rapporti e che coerenza con la Costituzione delineano questi tre fatti?

Molto interessante la relazione di Ivan Cavicchi, una vita spesa a difesa della salute e della sanità pubblica, che ha duramente attaccato il welfare aziendale introdotto e sottoscritto da Cgil Cisl Uil negli ultimi contratti. Diversamente dagli Usa, dove viene pagato dalle aziende, in Italia il welfare aziendale viene pagato dallo Stato con la defiscalizzazione, inoltre si mangia una parte del salario differito. Cavicchi introduce un concetto interessante, quello dell’esclusione competitiva che ormai è stata introdotta nel sistema e con la quale a perderci è solo il welfare pubblico.

Riccardo De Vito, presidente di Magistratura Democratica ritiene che i contenuti della Legge Minniti non siano altro che un pacchetto di sicurezza ma più pericoloso di quelli introdotti dai governi di destra. Si è soffermato molto sulle tante contraddizione portate alla luce dagli sgomberi delle occupazioni abitative, in particolare di quella di via Curtatone questa estate a Roma, affermando che oggi diventa difficile invocare la legge perché le leggi vigenti non sono più orientate alla tutela dei diritti sociali.

Sono poi intervenuti Pierpaolo Leonardi (Usb) che ha denunciato il pesante clima che ormai si va respirando anche sul piano della repressione delle lotte sindacali ed ha richiamato quanto accaduto ieri mattina a Roma (divieto del corteo all’Usb, manganellate a quello degli insegnanti dei Cobas); Sergio Cararo (Eurostop) ha letto il saluto della giornalista Marinella Correggia, impedita a partecipare dal foglio di via da Roma appioppatole dopo una pacifica contestazione durante la visita di Trump a Roma, ha dettagliato con i numeri l’enorme numero di provvedimenti repressivi adottati dal 2011 a oggi contro sindacalisti, attivisti politici e sociali. Cararo ha rilanciato la proposta dell’amnistia sociale per demolire il carico penale accumulatosi contro lavoratori, disoccupati organizzati, occupanti di case, antimilitaristi e ambientalisti che si sono opposti in questi anni alle misure antipopolari, ha proposto l’organizzazione di un pool di giuristi per dare battaglia a tutto campo contro i provvedimenti di polizia, inclusa la gestione ormai del tutto discrezionale dell’ordine pubblico nella Capitale.

Michela Bechis (Comitato per la Democrazia Costituzionale) ha suonato l’allarme sulla filosofia che ha ispirato e realizzato la Buona Scuola di Renzi reintroducendo una selezione di classe nell’istruzione; Carlo Guglielmi (Forum Diritti Lavoro) ha sottolineato come oggi il diritto vigente si va definendo sul criterio di “amici e nemici” ed ha chiesto ad Eurostop di “dare forma a questo diritto all’inimicizia” verso un sistema antipopolare e antidemocratico. Giovanni Russo Spena (Osservatorio contro la repressione) ha ribadito l’importanza di una campagna per l’amnistia sociale ed ha denunciato il deperimento dallo stato sociale allo stato penale come guerra alla democrazia. Nelle leggi Minniti-Orlando è leggibile il ritorno al neocolonialismo italiano, mentre la torsione autoritaria in corso è tutta dentro l’Unione Europea con le leggi repressive adottate anche in Francia e in Spagna. Maria Vittoria Molinari (Asia Tor Bella Monaca) ha provato a raccontare la Costituzione Negata attraverso le storie personali della gente delle periferie, una domanda in crescita esponenziale di tutele e dignità ormai completamente disattesa dalla distruzione del welfare. Arturo Salerni (avvocato) ha ammesso che il 4 dicembre dello scorso anno abbiamo vinto il referendum e difeso la Costituzione formale, ma la Costituzione materiale è stata intaccata eccome, anzi ne assistiamo ad un vero e proprio degrado. Ormai c’è l’invasione del sistema penale sulla società, una invasione che però è stata agevolata anche dalla cultura dell’opposizione al tempo di Berlusconi e che ha visto prevalere la logica della legalità contro quella della legittimità. Luigi Di Giacomo (Attuare la Costituzione) portando i saluti di Paolo Maddalena ha affermato che la Costituzione è come il coraggio “o c’è o non c’è”, non si può prenderne un pezzo e scartarne un altro. In Parlamento le leggi varate non rispondono più al dettato costituzionale.

Le conclusioni sono state tirate da Franco Russo (Eurostop) che ha ripreso il ragionamento dal forum sullo “Stato spa” nel quale si era messo al centro proprio il lavoratore pubblico come possibile soggetto della riconquista dei diritti sociali e del welfare e come protagonista della confederalità, ha denunciato il dramma del welfare aziendale nella contrattazione ed ha sottolineato la necessità della campagna per l’amnistia sociale. L’assemblea si è conclusa dando appuntamento a tutti oggi in piazza Vittorio alle ore 14.00 per la manifestazione nazionale.

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